È scomparso all’età di 93 anni Piergiorgio Branzi, fotografo e giornalista Rai che con i suoi scatti ha raccontato il mondo.
Nato a Signa nel 1928, Branzi cominciò a dedicarsi alla fotografia nei primi anni Cinquanta. Risale proprio alla metà degli anni Cinquanta uno dei più completi reportage sulle condizioni sociali dell’Italia del dopoguerra, realizzato in seguito al suo viaggio nell’Italia meridionale che compì nel 1955. La sua prima esposizione risale al maggio 1953 nella Mostra della Fotografia Italiana presso la Galleria della Vigna Nuova a Firenze. Negli anni Sessanta diventò giornalista Rai dopo aver collaborato con il Mondo di Mario Pannunzio.
Enzo Biagi lo inviò a Mosca, dove Piergiorgio Branzi aprì la prima sede di corrispondenza giornalistica di un’emittente radiotelevisiva italiana. Qui continuò scattare fotografie, ma poi per i successivi trent’anni, terminata l’esperienza russa, abbandonò la fotografia.
Ricominciò a scattare una volta andato in pensione. I suoi scatti sono stati esposti nei musei di tutto il mondo. Influenzato dalla tradizione figurativa toscana, prediligeva il bianco e nero: “Preferisco il bianco e nero perché negli anni Cinquanta, quando ho cominciato, il colore era una costosa curiosità. Ma anche perché noi toscani consideriamo il disegno l’etica stessa di ogni espressione figurativa”.
Fondazione Forma per la Fotografia che ne custodisce l’archivio ha ricordato la sua scomparsa nelle parole di Roberto Koch, fondatore della casa editrice e presidente di Forma: "Piergiorgio Branzi ieri ci ha lasciato dopo una lunga e avventurosa vita. Il suo giro dell’occhio, come avevamo chiamato il suo libro retrospettivo, si è girato altrove. Lo abbiamo accompagnato con grande affetto negli ultimi vent’anni della sua vita. Mandiamo un affettuoso abbraccio alla moglie Gloria e ai figli Silvia e Simone.
Alessandra Mauro, dall’introduzione al libro Il giro dell’occhio di Piergiorgio Branzi: “Ci conduce, Piergiorgio Branzi, in un turbine d’immagini e di memorie, di ricordi, impressioni e scelte meditate. Di osservazioni coerenti in cui lo sguardo è sempre pronto a percorrere il mondo, tracciare e nominare la visione di profili di terre e di pietre. Una serie di vedute e ’rivedute’ che comunicano la stessa esperienza esistenziale dell’autore, il suo respiro. Quello di un corpo profondamente attento, lieto di continuare a vivere di meraviglia e di osservazione”.
Foto: Romano Gentile / Contrasto
Addio a Piergiorgio Branzi, fotografo e giornalista Rai che ha raccontato la Russia e l'Italia del dopoguerra |