È scomparso questa mattina nella sua casa di Milo uno dei più grandi cantautori della musica italiana Franco Battiato.
Nato a Jonia il 23 marzo 1945, nella sua produzione ha fatto convivere musica colta e musica pop, con momenti di avanguardia, spaziando quindi tra molti generi. Fin dai primi anni Settanta ha partecipato attivamente alle correnti di ricerca e sperimentazione europee: i suoi primi dischi, dal 1971 al 1975, escono per l’etichetta sperimentale Bla Bla. Nel 1979 ha pubblicato il suo primo lavoro con la Emi italiana: L’Era del Cinghiale Bianco, e lungo gli anni Ottanta è diventato fonte d’ispirazione per tanti musicisti.
È del 1991 l’album Come un Cammello in una grondaia che include anche il brano Povera Patria, che diventa in poco tempo un simbolo di impegno civile; l’album è riconosciuto miglior disco dell’anno. Dalla metà degli anni Novanta collabora con il filosofo Manlio Sgalambro, in particolare in occasione dell’ottavo centenario della nascita di Federico II di Svevia, quando viene rappresentata nel 1994 nella cattedrale di Palermo l’opera Il Cavaliere dell’intelletto, su libretto del filosofo.
È invece del 1996 L’imboscata, l’album di Polygram che contiene uno dei suoi capolavori più famosi, La cura, riconosciuta miglior canzone dell’anno al Premio Internazionale della musica, e dell’anno successivo è il singolo di grande successo Shock in my town.
Nel giugno 2000 esce Campi magnetici, disco che contiene le musiche del balletto commissionate dal Maggio Musicale Fiorentino, e lo stesso balletto, su testi di Sgalambro, viene rappresentato al Teatro Comunale di Firenze. Seguono poi dal 2001 gli album Ferro Battuto (con duetti con prestigiosi cantanti) e Fleurs3 (2002); nel 2003 esce nelle sale PERDUToAMOR, esordio cinematografico alla regia di Battiato, sctitto con Manlio Sgalambro. La colonna sonora del film contiene canzoni che spaziano dalla musica sinfonica e operistica alla musica italiana degli anni Sessanta. Nel 2004 con il suo PERDUToAMOR vince il Nastro d’argento come miglior regista italiano esordiente, e nello stesso anno esce Dieci Stratagemmi, ispirato all’antico testo cinese di tattica e strategia militare; è poi in concerto con la Royal Philharmonic Orchestra di Londra: in recital pensato e realizzato in favore del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano.
Inneres Auge (2009) è un album di reinterpretazione del periodo popo-elettronico degli anni Ottanta, ma soprattutto intende essere un grido di protesta contro il degrado e il decadimento del genere umano, partendo dalla situazione politica italiana fino al Tibet. Infine del 2015 è l’antologia Le nostre anime che ripercorre la produzione di Battiato dal primo album ad oggi: include anche una versione di un altro dei suoi brani più celebri, Centro di gravità permanente, con Mika, adattato per l’occasione in inglese.
“Ci ha lasciato un Maestro. Uno dei più grandi della canzone d’autore italiana. Unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia una eredità perenne”: così il ministro della Cultura Dario Franceschini ha reso omaggio a Franco Battiato.
Ci lascia Franco Battiato, tra i più grandi cantautori della musica italiana |