È scomparso oggi a Tel Aviv, all’età di 79 anni, lo scrittore israeliano Amos Oz. A darne l’annuncio sono stati i media israeliani, e la notizia è stata poi confermata dalla figlia Fania Oz-Salzberger, che ha twittato: “il mio amato padre, Amos Oz, un meraviglioso uomo di famiglia, un autore, un uomo di pace e moderazione, è morto in pace quest’oggi dopo una breve battaglia contro il cancro. Era circondato dai suoi cari e lo ha saputo fino alla fine. Possa la sua eredità continuare a migliorare il mondo”.
Nato Amos Klausner a Gerusalemme nel 1939, lo scrittore cambiò il cognome quando, da adolescente, dopo esser stato profondamente segnato dalla morte della madre per suicidio, andò a vivere nel kibbutz di Hulda e modificò il suo cognome in “Oz” che, in ebraico, significa “forza”. Amos Oz è stato non solo un importante scrittore, autore di volumi tradotti in tutto il mondo, ma anche uno degli intellettuali più influenti del suo paese: politicamente impegnato, fin dagli anni Sessanta è fautore della cosiddetta “soluzione dei due stati” come modo per risolvere il conflitto israelo-palestinese (e che prevede la creazione di due stati, uno ebraico e uno arabo, nella Palestina storica).
Tra i suoi libri si ricordano, in particolare, Michael mio, pubblicato nel 1968 (e, in italiano, nel 1975 da Bompiani), opera che racconta la storia di una coppia sullo sfondo degli avvenimenti che caratterizzano la storia israeliana degli anni Cinquanta, e soprattutto Una storia di amore e di tenebra (2002), un romanzo autobiografico. L’ultimo romanzo, Tocca l’acqua, tocca il vento del 2017, è invece un’altra storia d’amore, di una coppia separata dagli eventi durante la seconda guerra mondiale e desiderosa di rivedersi. Per le sue opere letterarie, Oz ha vinto, tra gli altri riconoscimenti, nel 1998 il Premio Israele per la letteratura, nel 2005 il Premio Goethe alla carriera, nel 2007 il Premio Principe delle Asturie per la letteratura e nel 2008 il Premio Internazionale Primo Levi. Oz è stato inoltre il vincitore della prima edizione del Premio Salone Internazionale del Libro, assegnato nel 2010.
In una delle sue ultime apparizioni in pubblico, a Taormina nel mese di giugno in occasione del Taobuk Award for Literay Excellence: in un’intervista all’ANSA, aveva parlato della sua attività, affermando che uno scrittore non dovrebbe mai parlare del libro prima di completarlo (“mentre si scrive è come essere nella condizione di una donna incinta e una donna in attesa di partorire non dovrebbe mai essere sottoposta ai raggi X”), e si era inoltre espresso su molti problemi d’attualità, dalle separazioni tra genitori e figli di migranti in America (“non dovrebbe mai esserci una situazione in cui i figli vengono divisi dai genitori. La separazione non funziona. L’ultima volta che vennero separati i figli dai genitori fu nell’epoca nazista”), alla sofferenza dei profughi (“quello che mi colpisce tantissimo dei profughi, attualmente in Europa, è la loro sofferenza e la mancanza di speranza.Credo che l’unico modo per risolvere il problema sia quello di affrontarlo a casa loro. Se si fosse fatto qualcosa in passato per risolvere i problemi del terzo mondo non ci troveremo in questa situazione ora”) fino ad arrivare ai problemi della democrazia (“come si sostiene un esame per prendere la patente, non sarebbe male che i cittadini sostenessero un esame semplice che attesti la loro conoscenza delle regole della democrazia, prima di votare”).
Nella foto: Amos Oz nel 2013. Ph. Credit.
Addio allo scrittore Amos Oz, di recente aveva dichiarato di essere a favore di un esame prima di poter votare |