È scomparso questa notte Alberto Arbasino, uno dei più importanti scrittori italiani del XX secolo. A darne annuncio è stata la famiglia: Arbasino si è spento a Voghera, all’età di novant’anni, dopo una lunga malattia. Nato proprio a Voghera, il 22 gennaio del 1930, Arbasino, dopo aver studiato al liceo Grattoni di Voghera, intraprese dapprima studi medici per poi iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza della Statale di Milano, dove si laureò nel 1955. Dopo la laurea, avviata la carriera universitaria (fu anche borsista ad Harvard), cominciò in parallelo a scrivere racconti, pubblicando su riviste come Paragone e Officina. Risale però al 1963 l’esordio nella narrativa, con Fratelli d’Italia, un lungo romanzo “surrealista” che racconta le avventure di due giovani omosessuali che viaggiano lungo l’Italia e l’Europa e che, attraverso l’occhio dei due protagonisti, racconta in modo ironico l’ambiente culturale italiano degli anni Sessanta (il romanzo, poi riveduto e ampliato nel corso degli anni, tanto da oltrepassare le mille pagine nell’edizione del 1993, arrivò nel 1994 in finale al Premio Campiello).
Nel 1969 fu la volta di un altro romanzo controverso, Super Eliogabalo, una specie di narrazione di un moderno Eliogabalo, l’imperatore romano noto per i suoi eccessi. Nel frattempo, Arbasino aveva cominciato a collaborare con il Corriere della Sera, per passare nel 1976 a Repubblica: i suoi articoli, caratterizzati dal suo tipico stile ironico e surreale, hanno sempre bersagliato i costumi, la politica, la società e la cultura contemporanea. Per Arbasino anche esperienze in tv: nel 1977 gli venne affidata la conduzione, su Rai 2, del programma Match, un talk show che in ogni puntata opponeva due personalità della cultura o del giornalismo, caratterizzate da visioni opposte, su temi d’attualità. Inoltre, dal 1983 al 1987 Arbasino fu anche deputato, eletto in Parlamento tra i ranghi del Partito Repubblicano Italiano.
Lunga la sua produzione saggistica, quasi sempre mirata a colpire la società contemporanea: Un paese senza del 1980 o Paesaggi italiani con zombi sono tra gli esempi più importanti in tal senso. Protagonista della Neoavanguardia, fu tra i protagonisti del Gruppo ’63, e fin dagli esordi (pur essendosi poi staccato dalle avanguardie) non è mai venuto meno al suo impegno civile e alla sua volontà di raccontare la contemporaneità con occhio critico.
Addio Alberto Arbasino, si spegne uno dei protagonisti della cultura italiana del XX secolo |