È scomparso ieri a Roma, all’età di 102 anni, Sergio Lepri, uno dei più grandi maestri del giornalismo della storia recente, che con i suoi insegnamenti ha formato generazioni di colleghi più giovani. Storico direttore dell’Ansa, aveva guidato la principale agenzia nazionale di stampa per quasi trent’anni, dal 1962 al 1990.
Nato a Firenze il 24 settembre del 1919, aveva studiato al Liceo Michelangiolo della città natale per poi laurearsi in Filosofia all’Università di Firenze nel 1940. Diventato sergente dell’esercito durante la seconda guerra mondiale, dopo l’armistizio entrò nella Resistenza e parallelamente cominciò a fare le sue prime esperienze da giornalista, nel giornale clandestino L’Opinione, organo della sezione fiorentina del Partito Liberale. Dopo la liberazione di Firenze, l’11 agosto 1944, divenne segretario cittadino del PLI. Risale invece al 1945-1946 il suo praticantato, presso La Nazione del popolo, il giornale del Comitato toscano di liberazione nazionale, e al 1946 l’ingresso tra i giornalisti professionisti. Lepri lavorò alla Nazione del popolo; nel frattempo diventata il Giornale del Mattino, fino al 1956. Dopo alcune esperienze come addetto stampa (prima portavoce di Amintore Fanfani, poi capo del servizio stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con presidente Fanfani), l’ingresso all’Ansa nel 1960, di cui diventa subito condirettore responsabile e poi, dal 1962, direttore responsabile.
Lepri è stato uno dei primi giornalisti a intuire le potenzialità del digitale: negli anni Settanta, sotto la sua direzione, l’Ansa diventò la prima agenzia in Europa ad avere un archivio elettronico in un’epoca in cui le notizie venivano archiviate sulla carta, stipata sugli scaffali. Giornalista apprezzato per la sua indipendenza, aveva detto che “Il privilegio di un serio giornalismo è quello di non schierarsi. Io sono arrivato al giornalismo alla fine della guerra. Giovani come me decisero di fare il giornalista perché era uno strumento per arricchire il patrimonio informativo di tutti. Strumento di conoscenza, di democrazia e libertà, come servizio”.
Tra le esperienze di Sergio Lepri anche la docenza alla Luiss di Roma dal 1988 al 2004: qui ha insegnato Linguaggio dell’informazione e tecniche di scrittura nella Scuola superiore di giornalismo della Facoltà di scienze politiche. Fondamentali sono stati i suoi apporti all’insegnamento del mestiere di giornalista, onorato con numerosi saggi, tra cui il Manuale di linguaggio giornalistico pubblicato da Etas nel 1976 e 1983, e il più recente News. Manuale di scrittura e di stile per l’informazione scritta e parlata (Rizzoli, 2011), oltre alle dispense per i corsi dell’Ordine dei Giornalisti. Tra i riconoscimenti la medaglia del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti in occasione del suo centesimo comple anno nel 2019.
“Con Sergio Lepri”, ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “scompare un prestigioso direttore, maestro di professionalità e deontologia per generazioni di giornalisti, e un testimone attento e partecipe di lunghe e decisive fasi della storia italiana”.
Scompare a 102 anni Sergio Lepri, grande maestro di giornalismo |