È scomparsa lo scorso sabato 12 dicembre a Milano la restauratrice Pinin Brambilla Barcilon, uno dei grandi nomi del restauro del XX secolo, famosa in tutto il mondo per aver diretto il lungo e complicato restauro dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci in Santa Maria delle Grazie a Milano. A dare l’annuncio della scomparsa è stato il Centro per la Conservazione e il Restauro “La Venaria Reale”, uno dei principali poli italiani del restauro, da lei fondato e diretto fino al 2012.
Pinin Brambilla Barcilon era nata a Monza nel 1925 e si era specializzata nel restauro di opere di maestri del Rinascimento: durante la sua carriera ha lavorato per il Ministero dei Beni Culturali, per il Louvre, per il Museo d’Arte Catalana di Barcellona. Nel suo curriculum figurano interventi sugli affreschi di Giotto alla Cappella degli Scrovegni, su quelli di Masolino nel Battistero di Castiglione Olona, e poi ancora su opere di artisti come Piero della Francesca, Andrea Mantegna, Carlo Crivelli, Filippino Lippi, Gentile Bellini, Lorenzo Lotto, Caravaggio, Tiziano, Giambattista Tiepolo, e anche autori moderni come Lucio Fontana e Man Ray. Tra il 1970 e il 1990 è stata membro del comitato italiano dell’ICOM - International Council of Museums, e nel 2019 è stata anche membro del comitato del MiBACT per le celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della scomparsa di Leonardo. Proprio nel 2019 aveva ricevuto la laurea honoris causa in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dall’Università di Torino.
Il suo nome però resta indissolubilmente legato al Cenacolo di Leonardo: porta la sua firma il lungo intervento (dal 1978 al 1999) che è riuscito a “salvare” l’Ultima Cena fermando il degrado delle pitture originarie, e attorno al quale non mancarono le polemiche (lo storico dell’arte americano James Beck, per esempio, lo definì “un restauro inutile”, che a suo parere aveva causato la perdita della storia del Cenacolo). Pinin Brambilla fu però difesa da Renzo Zorzi, allora direttore della Olivetti che mise a disposizione i fondi per l’operazione, e da Carlo Bertelli che ricopriva il ruolo di soprintendente di Milano (per lui, Pinin Brambilla era “esposta alle frecce come un san Sebastiano”). La storia del restauro è stata poi raccontata in un noto libro, La mia vita con Leonardo, pubblicato da Mondadori Electa nel 2015.
“Non ci sono molte parole per salutare una figura tanto importante per il nostro Centro”, commenta il Centro per la Conservazione e il Restauro “La Venaria Reale”, “per tutti noi e per l’intero mondo del restauro. Il suo rigore e il suo esempio resteranno un punto di riferimento, che continuerà a vivere nelle nostre scelte e nelle nostre azioni. Ciao Pinin, ci mancherai”.
Addio a Pinin Brambilla Barcilon, la restauratrice dell'Ultima Cena di Leonardo |