È scomparso ieri a Parigi, all’età di 90 anni, il grande attore Max von Sydow, indimenticato protagonista di molti film di Ingmar Bergman. A darne notizia è stata la seconda moglie, Catherine Brelet. Svedese, nato a Lund nel 1929, da padre docente universitario e madre maestra, da una famiglia altolocata originaria della Pomerania, Max von Sydow si era avvicinato alla recitazione fin da adolescente, unendosi a una compagnia teatrale di dilettanti per poi studiare al Teatro Drammatico di Stoccolma dal 1948 al 1951. Dopo aver recitato per anni nei teatri, Von Sydow esordì, nel 1957, in quello che forse è il film più noto a cui partecipò, Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, dove interpretava la parte di Antonius Block, il cavaliere che giocava la partita a scacchi con la morte, interpretata da Bengt Ekerot.
Molti altri furono i film di Bergman dove Max von Sydow ebbe ruoli importanti: Il posto delle fragole (1957), Alle soglie della vita (1958), Il volto (1958), La fontana della vergine (1960), Luci d’inverno (1963), Passione (1969), L’adultera (1971). Per lui anche partecipazioni a produzioni hollywoodiane, come L’esorcista del 1973, dove prestò il volto a padre Merrin, e poi I tre giorni del condor (1975), Flash Gordon (1980), Fuga per la vittoria (1981), Conan il Barbaro (1982) e molti altri. Tra i grandi registi per cui ha lavorato si ricordano, oltre a Bergman, anche Wim Wenders, Lars von Trier, Woody Allen, Sydney Pollack, Steven Spielberg, Ridley Scott giusto per citarne alcuni.
Max von Sydow ha lavorato anche con registi italiani, come Alberto Lattuada (Cuore di cane, 1976), Mauro Bolognini (Gran bollito, 1977), Stefano Rolla (Bugie bianche, 1979), Roberto Faenza (Mio caro dottor Gräsler, 1990), Dario Argento (Non ho sonno, 2001). Tra le ultime partecipazioni si ricordano Minority report del 2002, il Robin Hood di Ridley Scott del 2010 (dove interpretava il ruolo di sir Walter Locksley, padre del protagonista) e Star Was. Il risveglio della forza di JJ Abrams del 2015. L’ultimo suo film per il cinema è stato Kursk del 2018, pellicola dedicata al tragico incidente del sottomarino russo K-141 Kursk naufragato il 12 agosto del 2000 nelle acque del mare di Barents. In tv si ricorda per tre episodi della fortunata serie Il trono di spade, girati nel 2016.
Malgrado l’invidiabile carriera, Max von Sydow non ha mai vinto nessun premio Oscar: è stato candidato nel 1989 come miglior attore per Pelle alla conquista del mondo e nel 2012 come miglior attore non protagonista per Molto forte, incredibilmente vicino, ma è stato sconfitto in entrambe le occasioni. Lo stesso ai Golden Globe: due nomination (nel 1967 come miglior attore per Hawaii, nel 1974 come miglior attore non protagonista per L’esorcista), ma la vittoria gli è sempre sfuggita. Von Sydow è però riuscito a vincere tre premi Guldbagge (il massimo riconoscimento per il cinema in Svezia: due come miglior attore, ovvero nel 1987 per Pelle alla conquista del mondo e nel 1996 per Hamsun, e uno come miglior regista, nel 1988 per Katinka).
Addio a Max von Sydow, l'attore preferito di Ingmar Bergman |