È scomparso oggi a Spoltore (provincia di Pescara), all’età di settantanove anni, l’artista Ettore Spalletti, uno dei più importanti rappresentanti italiani dell’arte concettuale nonché autore di fama internazionale. Era nato nel 1940 a Cappelle sul Tavo (Pescara) ed era emerso già a partire dagli anni Settanta con una ricerca imperniata sui colori (in particolare sul rosa e sull’azzurro, veri elementi distintivi delle sue opere: l’azzurro come colore dell’atmosfera, il rosa come colore della carne), declinati in tonalità leggere attraverso forme astratte, molto evocative. Colori che andavano a comporre dipinti, sculture, installazioni.
“Spalletti”, ha scritto il critico Demetrio Paparoni, “precisa che l’azzurro è quello (mutevole) del cielo, il rosa quello dell’incarnato, il giallo quello dei raggi del sole che ci arrivano attraverso l’azzurro che ci circonda. Unica variante che Spalletti si concede nella scelta dei materiali è il marmo, lucidato fino a diventare una superficie specchiante che sembra emanare luce invece che rifletterla”.
L’artista ha esposto in più occasioni alla Biennale di Venezia (1982, 1993, 1995, 1997) e a Documenta (1982, 1992), mentre sue personali si sono tenute al Musée d’Art Moderne di Parigi, al Guggenheim di New York, al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, alla GAM di Torino, al MAXXI di Roma (qui, nel 2014, si è tenuta la sua più completa retrospettiva) e in diversi altri musei italiani e internazionali. Nel 2017 ha ricevuto la laurea ad honorem in architettura all’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara.
Addio a Ettore Spalletti, l'artista del rosa e dell'azzurro |