Addio a Daniel Spoerri: è scomparso all’età di novantaquattro anni il grande artista svizzero di origini rumene, noto per il suo contributo al Nouveau Réalisme e l’invenzione della tecnica dei “tableaux-pièges” (quadri-trappola). Ti darò una panoramica dei momenti principali della sua vita e del suo lavoro. Nato come Daniel Feinstein a Galati, in Romania, il 27 marzo 1930, è stato uno degli eredi più significativi di Marcel Duchamp per aver esplorato la capacità espressiva del ready made che ha sviluppato in una miriade di diversi progetti. Spoerri ha dedicato la sua carriera artistica a catturare momenti fugaci, trasformando scene della vita ordinaria in opere d’arte eterna. La sua visione artistica, complessa e poliedrica, è stata profondamente influenzata dalle sue esperienze personali e dalle correnti artistiche del XX secolo.
Daniel Spoerri nasce in una famiglia di origini ebree e trascorre i primi anni della sua infanzia in Romania. La sua famiglia subisce persecuzioni durante l’occupazione nazista, e nel 1942 suo padre è arrestato e ucciso dai nazisti. Questo evento tragico segna profondamente la vita di Spoerri, e la madre, con lui e i suoi fratelli, riesce a fuggire in Svizzera, paese in cui Spoerri troverà stabilità e che diventerà la sua nuova casa. La sua educazione e la sua formazione artistica si svolgono quindi in Svizzera, dove intraprende studi legati alla danza e alla coreografia.
Il cambiamento era il motto di Spoerri, che non si accontentava di ciò che era già noto e collaudato che per seguire la potenza della sua curiosità e la febbrile inquietudine che lo caratterizzava non ha mai smesso di creare nuove idee artistiche. È stato promotore e regista di numerosi progetti espositivi ambientali, come il DyLaby allo Stedeliijk Museum, Il Cocrodome al Centre Pompidou, e ha realizzato il progetto più complesso della sua vita Il Giardino di Daniel Spoerri, a Seggiano sulle pendici del Monte Amiata, in Toscana.
La prima inclinazione artistica di Spoerri non è verso l’arte visiva, bensì verso la danza e il teatro. Negli anni Cinquanta lavora come ballerino e coreografo in Svizzera e in Francia, collaborando con importanti figure della scena teatrale europea. Durante questo periodo, Spoerri sviluppa un’attenzione particolare per il corpo in movimento e l’importanza della spazialità, elementi che influenzeranno poi le sue opere visive. La danza gli permette di esplorare l’arte come mezzo di espressione delle emozioni umane, e il teatro lo mette in contatto con artisti sperimentali.
Spoerri arrivò a essere anche primo ballerino dell’Opera di Berna, assistente alla regia, allievo a Parigi del mimo Ducrot. Negli anni Cinquanta fu redattore di una rivista di poesia concreta (“material”): le Edition MAT. La sua vocazione per l’arte si manifesta però a Parigi nel mitico luogo, la Chambre n.13 dell’Hotel Carcasson in Rue Moffetard, dove Allain Jouffroy e Arturo Schwarz ebbero modo di fare l’esperienza per primi osservatori dei tableaux pieges, i quadri trappola che sembrano sfidare la legge di gravità: tavole già utilizzate su cui gli oggetti appoggiati venivano incollati come nature morte tridimensionali e poi appese/rovesciate sulle pareti come fossero quadri. Per questi Spoerri è famoso e presente in tutti i più importanti musei internazionali.
Negli anni Sessanta, Spoerri si avvicina al movimento del Nouveau Réalisme, un gruppo di artisti che, come lui, erano interessati a ridefinire l’arte e a trovare nuovi modi per rappresentare la realtà. Fondato dal critico Pierre Restany, il Nouveau Réalisme riunisce artisti come Arman, César, Tinguely e Yves Klein, ognuno dei quali interpreta a modo proprio il desiderio di integrare la vita quotidiana nell’arte.
Cofirmatario del manifesto dei Nouveaux Réalistes, scritto da Pierre Restany, insieme a Yves Klein, Jean Tinguely, Arman, Francois Dufrêne, Raymond Hains, Martial Raysse e Jacques Villeglé, ha partecipato anche alla eclatante cerimonia finale del movimento nel 1970 a Milano creando il dolce a forma di Tiara per Restany al Ristorante Biffi. Poiché il nome di Spoerri si lega anche alla nascita della cosiddetta Eat Art, arte commestibile connessa strettamente ai suoi quadri trappola, realizzati dai commensali del suo noto ristorante di Dusseldorf (1968) (il “Restaurant Spoerri”), seguito poco dopo (1970) dalla “Eat art-Galerie”, la galleria nata al piano sopra al ristorante per ospitare una ricca programmazione di mostre di arte commestibile (Roy Lichtenstein, Dieter Roth, Joseph Beuys, Niki de Saint Phalle e tanti altri). Ci sono poi i suoi interessi culinari come il trattato sulla polpetta, il cibo più internazionale e presente in tutte le tradizioni del mondo. Aveva scoperto le tradizioni della cucina durante nove mesi trascorsi su una piccola isola greca, Simi, agli inizi degli anni Sessanta. Lì ha esplorato la cucina tradizionale e le erbe naturali dell’isola scoprendo questa sua nuova vocazione.
Spoerri si distingue per la sua tecnica innovativa dei tableaux-pièges, una forma d’arte che consiste nel “bloccare” oggetti della vita quotidiana, spesso scene di pasti o di interazioni sociali, fissandoli su una superficie verticale come se fossero un dipinto.
I tableaux-pièges rappresentano senza dubbio il contributo più originale di Spoerri alla storia dell’arte contemporanea. L’idea nacque quando l’artista ebbe l’intuizione di fissare su una tela i resti di una cena tra amici. Con questa tecnica, Spoerri cattura i dettagli di una scena quotidiana, bloccando piatti, posate, bicchieri e altri oggetti esattamente come erano stati lasciati dai commensali. Il risultato è una “trappola” per la memoria, una rappresentazione congelata di un momento, in cui ogni oggetto conserva la propria storia e il proprio contesto. Il tableau diventa una sorta di reliquia del tempo, dove il disordine, gli avanzi di cibo e le macchie di vino assumono una valenza estetica e simbolica.
Il concetto alla base dei tableaux-pièges riflette l’interesse di Spoerri per la casualità e l’elemento effimero della vita. Egli è affascinato dalla possibilità di fermare un istante e renderlo eterno, trasformando l’ordinario in qualcosa di straordinario. I suoi tableaux sono sia una celebrazione della vita di tutti i giorni sia una riflessione sulla caducità del tempo.
Nel corso della sua lunga carriera, Spoerri ha continuato a esplorare nuove forme espressive e ha ampliato la sua pratica artistica. Una delle sue ultime creazioni è il Giardino di Daniel Spoerri, situato a Seggiano, in Toscana. In questo giardino, che funge da museo all’aperto, l’artista ha installato numerose sculture e installazioni, invitando anche altri artisti a contribuire al progetto. Il Giardino di Spoerri è un luogo dove natura e arte si fondono, e dove i visitatori possono immergersi nell’universo creativo dell’artista.
Daniel Spoerri arrivò in Toscana come tutti i viaggiatori internazionali attratti da questa regione e decide di acquistare una proprietà nella Toscana meridionale, in Maremma sulle pendici del Monte Amiata, irretito dal paesaggio fantastico di questo territorio. La tenuta che aveva acquistato è denominata per tradizione “Il Paradiso” per le sue qualità naturali che Spoerri pur da artista così metropolitano per la sua poetica, riconosce in questo luogo, uno spazio speciale. Da ospite ammirato si fa presto attivo ideatore di un parco di sculture dove posiziona le proprie opere e quelle di amici come Eva Aeppli, in una dimensione di resista di un progetto collettivo che assomiglia al poesie album, cioè l’album dei ricordi offerti da coloro con i quali ha condiviso esperienze e amicizie. Oggi più di 100 opere di circa 50 artisti lo abitano e rappresenta uno dei giardini d’artista più importanti al mondo, divenendo un’enorme opera d’arte ambientale che racconta espressioni artistiche internazionale di mezzo secolo con al centro la poetica del ready made. Dunque il Giardino come immensa opera autobiografica immersiva è destinato a rimanere quale testamento ideale di vita e di poetica del grande maestro.
Oggi, le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, e la sua influenza è visibile nell’opera di molti artisti contemporanei che continuano a esplorare la materialità e il significato degli oggetti quotidiani. Daniel Spoerri, con la sua sensibilità unica e la sua capacità di giocare con il tempo e la memoria, rimane un artista intramontabile, capace di sfidare le convenzioni e di ridefinire il significato dell’arte.