È scomparso oggi a New York, all’età di 93 anni, l’artista svedese, naturalizzato statunitense, Claes Oldenburg, uno dei principali esponenti della Pop Art, celebre per aver elevato allo status di monumenti gli oggetti del quotidiano, come gelati, palette, timbri, panini, mollette, pennelli e molto altro. La notizia è stata data dalla galleria Paula Cooper, che rappresentava l’artista americano.
Di origini svedesi, nato a Stoccolma nel 1929 e rimasto nel paese natale fino all’età di sette anni, si trasferì con la famiglia nel 1936 a Chicago, e nel 1946 iniziò a studiare alla Yale University, dove rimase fino al 1950, per poi passare all’Art Institute of Chicago, prima di trasferirsi a New York nel 1956. Nel 1959 espose alla sua prima personale alla Judson Gallery di New York: di lì in avanti Oldenburg si affermò a livello internazionale, legandosi dal 1962 al movimento della Pop Art, e mettendosi in mostra con opere come The Street (1960), un’installazione di opere sospese realizzate con detriti urbani, e The Store (1961) un esposizione di piccole sculture in gesso di oggetti di uso quotidiano allestite in una vetrina. Nel 1963 si trasferì a Los Angeles per poi tornare a New York. Nel 1966 tenne una sua mostra al Moderna Museet di Stoccolma e l’anno successivo realizzò il suo primo monumento per uno spazio pubblico, cominciando a sviluppare la sua poetica degli oggetti del quotidiano elevanti al monumento. La consacrazione definitiva arriva nel 1969 con la mostra al Museum of Modern Art, New York (1969).
Nel 1970 Oldenburg incontrò la storica dell’arte Coosje van Bruggen, con il quale ha stretto un sodalizio artistico per tutta la vita. Continuando a esplorare il potenziale degli oggetti quotidiani, Oldenburg e van Bruggen hanno progettato e installato insieme sculture in scala monumentale nelle città di tutto il mondo. Prendendo ispirazione da frutta, da attrezzi da lavoro, giochi per l’infanzia e molto altro, i due artisti hanno ingrandito e animato moltissimi oggetti: opere come Spoonbridge e Cherry a Minneapolis, Flying Pins ad Eindhoven, Clothespin a Philadelphia e Dropped Cone a Colonia sono diventati monumenti famosi nelle loro città. Oldenburg era affascinato dalla cultura popolare e identificava e per questo riproduceva molti oggetti iconici, come il telefono e l’hamburger, in opere che trasformavano cose familiari in monumenti strani e vivaci.
Nel marzo 2022 Oldenburg ha inaugurato il suo ultimo progetto pubblico della sua vita, l’installazione Plantoir, Blue al Rockefeller Center di New York. Prima, le opere di Oldenburg sono state esposte in tutto il mondo: particolarmente importante è stata l’antologica del 1995 Claes Oldenburg: An Anthology che ha toccato la National Gallery di Washington, il Guggenheim di New York, la Kunsthalle di Bonn e la Hayward Gallery di Londra. In Italia, Oldenburg ha esposto assieme a Coosje van Bruggen alla mostra Scultura per caso tenutasi tra il 2006 e il 2007 al Castello di Rivoli.
“La perdita di Claes Oldenburg, grande artista e buon amico”, afferma Paula Cooper, titolare dell’omonima galleria, “è profondamente rattristante. Sebbene fossi stata introdotta al suo lavoro da Henry Geldzahler nel 1960, non ho incontrato Claes fino alla metà degli anni Sessanta, quando lavoravo a Park Place. A quel tempo, era già una forza notevolmente forte tra i suoi coetanei. Il primo lavoro sorprendentemente originale ha avuto un’enorme influenza su molti artisti, che sono stati informati dalla sua libertà di pensiero e dal suo modo radicale di esprimersi. Quando iniziò la sua collaborazione con Coosje van Bruggen, con la quale avevo una stretta amicizia, il lavoro divenne più grandioso e audace. È stato emozionante lavorare con Claes, la cui strana interpretazione delle cose era deliziosa e poteva cambiare completamente il proprio umore”.
Addio a Claes Oldenburg, l'artista Pop che ha fatto monumenti con gli oggetti comuni |