È polemica ad Atene per il nuovo volto che l’Acropoli ha assunto da poche settimane: sul sito sono state infatti realizzate delle nuove vie d’accesso per consentire una maggior accessibilità ai turisti, in particolare a quelli diversamente abili, ma gli archeologi protestano a causa dell’invasività dell’intervento. L’annuncio era stato dato dal Ministero della Cultura della Grecia alla fine di ottobre 2020: l’obiettivo del progetto era migliorare le condizioni di visita. All’inizio sembrava che l’intervento fosse semplicemente una sorta di “aggiornamento” dei vecchi percorsi di visita per consentire un più facile accesso all’Acropoli da parte dei diversamente abili, ma il problema è che sulle rocce dell’Acropoli è arrivata una colata di cemento che ha fatto infuriare gli archeologi: la critica è che l’intervento abbia nascosto altre finalità (per esempio quella di permettere un più massiccio afflusso di turisti nel periodo estivo) e che abbia alterato l’aspetto dell’Acropoli, danneggiandola.
Le critiche riguardano i materiali adoperati e l’aspetto estetico degli interventi, che come si vede dalle fotografie cozzano con l’aspetto del sito archeologico. Inoltre, secondo alcuni, i danni sarebbero addirittura irreversibili. E non è tutto: pare infatti che questi lavori siano soltanto la prima fase di un’ulteriore trasformazione. Il Comitato per la Conservazione dei Monumenti dell’Acropoli (ESMA) ha infatti annunciato che prossimamente partirà un restauro delle vie d’accesso all’Acropoli, compesa una scalinata in marmo del I secolo d.C., e c’è chi adesso teme interventi invasivi anche su porzioni del sito che finora sono state risparmiate dai lavori.
Il celebre archeologo greco Yannis Hamilakis, docente alla Brown University di Providence negli Stati Uniti, ha scritto a inizio marzo un post molto duro su Facebook, lanciando poi un appello che è stato sottoscritto da diversi archeologi. “Sono state espresse obiezioni sul fatto che l’installazione di tutti questi nuovi edifici e interventi avrebbe cancellato ogni senso di unità e continuità storica”, ricorda Hamilakis. “Inoltre, non è passato inosservato che queste nuove costruzioni in corso, per non parlare di quelle future, sono state attuate aggirando completamente i quadri giuridici e gli standard istituzionali internazionali e nazionali greci”. Polemica anche sui restauri annunciati: “il comunicato stampa del Ministero greco della cultura e dello sport”, fa sapere Hamilakis, “ha dichiarato che sarà costruita una nuova scalinata in marmo, modellata su una scalinata romana del I secolo d.C. Il risultato sarà una piazza a gradini che partirà dal limite inferiore del versante ovest dell’Acropoli e risalendo fino al fronte ovest dei Propilei, e consentirà alle folle di turisti di entrare tra le colonne e passare attraverso il monumento per raggiungere, infine, il piano dell’Acropoli”.
Tutti questi interventi, conclude Hamilakis, “sono contrari ai principi internazionalmente riconosciuti e stabiliti in materia di tutela, conservazione e salvaguardia delle antichità. Al contrario, aprono alla svalutazione, all’occultamento e al degrado del più grande tesoro archeologico e artistico che sia stato lasciato in eredità alla Grecia moderna, alla quale l’umanità affida la sua salvaguardia”.
La richiesta di Hamilakis e dei tanti che hanno sottoscritto il suo appello è che venga rimossa la pavimentazione, che vengano annullati i progetti annunciati, e che vengano realizzati progetti che rispettino il paesaggio naturale, coesistano pacificamente con la roccia e le architetture, risolvano i problemi generati dai flussi dei visitatori, garantiscano al contempo un più facile accesso alle persone con disabilità e sostengano i lavori di restauro in corso. “Questi validi motivi”, dice Hamilakis, “non dovrebbero essere utilizzati selettivamente come pretesto per interventi arbitrari che vengono attuati frettolosamente”. Vengono chieste infine l’organizzazione immediata di un riesame amministrativo per studiare i numeri dei flussi turistici in modo che si stabiliscano i numeri massimi di visitatori che possono essere ospitati in sicurezza sull’Acropoli, e una maggior apertura al dialogo, che secondo Hamilakis non c’è stato.
La risposta della Grecia è arrivata ad Hamilakis tramite l’ESMA, che ha contestato i contenuti dell’appello di Hamilakis, affermando che la nuova pavimentazione è facilmente reversibile e che gli interventi sull’acceso ai Propilei avranno l’obiettivo di restituire alla scalinata la sua forma originaria, con un progetto che sarà basato su di una “esaustiva documentazione archeologica e architettonica”. Inoltre, sempre l’ESMA ha affermato che i resti antichi non verranno coperti ma rimarranno visibili e accessibili.
Nella foto di Yannis Hamilakis, la nuova via d’accesso all’Acropoli.
Atene, cemento sull'Acropoli: infuria la polemica per le nuove vie d'accesso |