Il raro esemplare delle Vite di Giorgio Vasari, la prima edizione del 1568 con note manoscritte di Federico Zuccari che è andato in asta lo scorso mercoledì 15 dicembre da Pandolfini a Firenze, finisce in mani pubbliche: i tre preziosi volumi sono stati infatti comprati dalla Biblioteca comunale degli Intronati di Siena, istituzione del Comune di Siena. La rara edizione delle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, che partiva da una stima tra i 35 e i 45.000 euro, è stata aggiudicata per la somma di 43.750 euro.
I tre volumi che compongono l’opera sono quelli pubblicati da Giunti a Firenze nel 1568, seconda versione ampliata e rivista dal biografo degli artisti della sua più celebre impresa letteraria, e hanno la peculiarità di recare numerose annotazioni, tra le quali emergono quelle del pittore Federico Zuccari (1539-1609), conservate nel terzo tomo. Lo stesso artista aveva postillato altre due copie della medesima edizione vasariana, una oggi alla Bibliothèque nationale di Parigi e l’altra alla Biblioteca Nacional de España di Madrid poi posseduta, e chiosata, da El Greco.
L’esemplare acquistato dalla Biblioteca comunale degli Intronati riveste però anche un altro motivo di straordinario interesse poiché si tratta proprio di quello utilizzato dallo studioso Gaetano Milanesi per le due edizioni delle Vite di Vasari da lui curate, prima nel 1846-1857 e poi tra 1878 e 1885. Il terzo libro era appartenuto al cavalier Alessandro Saracini che fu Soprintendente all’Istituto di Belle Arti e partecipò all’intensa vita culturale senese a cavallo delle due metà del secolo XIX. Dopo l’impiego di Milanesi, che trascrisse abbondantemente, ma non integralmente, le note dello Zuccari, di questi volumi delle Vite si era smarrita ogni traccia, tanto che la maggior parte degli studiosi li riteneva ormai perduti.
Segni ’parlanti’ presenti nel primo e nel terzo volume consentono di tracciare con una certa precisione le vicende dell’esemplare che passò probabilmente assai presto in mani senesi, dal momento che sul loro frontespizio compare una nota di possesso di Alfonso Landi, autore alla metà del Seicento di quel ’Racconto’ del Duomo di Siena che Enzo Carli dette alle stampe nel 1992 e del quale la Biblioteca conserva due copie manoscritte. Il forte legame di queste Vite con la Biblioteca comunale degli Intronati, della quale Gaetano Milanesi fu bibliotecario, è ribadito inoltre dal fatto che proprio l’istituzione senese conserva tutte le ’carte Milanesi’, ovvero i manoscritti e i carteggi sia di Gaetano sia di Carlo Milanesi. Una storia, almeno per qualche tempo, diversa deve aver avuto il secondo volume delle Vite compreso nel lotto proposto dalla casa d’aste: sembra infatti certo che sia stato accostato alla coppia ’senese’ solo in epoca più tarda. È tuttavia non soltanto elemento essenziale per l’unitarietà dell’opera, ma anch’esso esemplare degno di interesse, sia per la presenza di un disegno in corrispondenza della vita del Correggio, sia perché, prima di entrare a far parte della biblioteca del medico ligure Giovanni Saverio Carenzi, attivo a Urbino, appartenne al pittore genovese Cesare Corte (1550-1613).
La possibilità di un esame diretto dopo più di un secolo e mezzo condurrà certamente a nuove scoperte e puntualizzazioni sulla storia dei volumi e sul contenuto delle note manoscritte, così come un confronto con gli esemplari postillati da Zuccari conservati a Parigi e Madrid consentirà di meglio definire la cronologia e la portata critica e documentaria delle postille del grande pittore manierista.
“Un esemplare di notevole valore”, commenta il sindaco di Siena Luigi De Mossi, “per gli studi storico artistici e di eccezionale interesse per la nostra città”.