Parma, riapre al pubblico l'Antica Spezieria di San Giovanni, restaurata e interamente riallestita


Dal 20 ottobre 2024, l’Antica Spezieria di San Giovanni a Parma riapre al pubblico dopo un lungo restauro, interamente riallestita con l’apertura di quattro nuovi spazi espositivi, che si aggiungono alle quattro sale già visitabili

Dal 20 ottobre 2024, l’Antica Spezieria di San Giovanni a Parma riapre al pubblico dopo un lungo restauro, interamente riallestita con l’apertura di quattro nuovi spazi espositivi, che si aggiungono alle quattro sale già visitabili. Da giugno 2024, la Spezieria fa parte del circuito del Complesso monumentale della Pilotta, e grazie agli interventi di restauro è stata riportata alla sua configurazione originale, con la riapertura del portone che la collega al Monastero di San Giovanni. I lavori hanno riguardato sia la struttura sia la collezione, che include manufatti artistici e strumenti da laboratorio. Sono stati effettuati interventi sui muri, pavimenti, infissi, vetri e marmi, con analisi chimico-fisiche di tutti gli elementi e la messa in sicurezza dell’intero edificio per resistere agli eventi sismici. L’accessibilità è stata migliorata, abbattendo le barriere fisiche e cognitive, per facilitare l’ingresso e il movimento all’interno dei 400 metri quadrati di superficie espositiva. Inoltre, sono stati introdotti supporti tattili per ipovedenti e angoli olfattivi per un’esperienza multisensoriale.

Anche gli oggetti esposti, tra cui manufatti lignei, dipinti, mortai, alambicchi, ceramiche e libri, sono stati restaurati e, dove possibile, digitalizzati. Il percorso espositivo, che già includeva la Sala del Fuoco, la Sala dei Mortai, la Sala delle Sirene e la Sala del Pozzo o degli Alambicchi, ora si arricchisce di tre nuove sale: la Sala della Storia, la Sala della Regola, la Sala dei Veleni o del Libro, oltre al Corridoio di ingresso o del Monaco, dove è stata ripristinata l’antica apertura sul Chiostro. Questo collegamento simbolico e pratico con il Monastero rievoca le origini millenarie della farmacia, la cui storia risale a prima dell’anno Mille e ha attraversato numerose trasformazioni nel corso dei secoli.

L’ultimo intervento di restauro ha riportato alla luce un portale dipinto, con timpano e piedritti in pietra riccamente decorati, corrispondente all’antico accesso diretto che il Monastero aveva al Chiostro di San Giovanni, tamponato nel 1897 con la definitiva chiusura dell’attività e l’avvio dei vari passaggi di competenza al fine di realizzare una nuova realtà museale. A impreziosire il portale la cimasa recante la data 1748 (MDCCXLVIII), anno di realizzazione dell’ampia decorazione, e l’iscrizione Alla morte dolorosa, dolce e amaro è il conforto, oltre che un cartouche (raffigurazione dipinta o scolpita di un rotolo cartaceo, spesso contenente un’iscrizione, ma talora destinato a puro scopo ornamentale) con una figura femminile che nella mano destra regge il bastone di Asclepio e nella sinistra un gallo. La donna rappresenta l’Allegoria della Salute, i cui attributi sono il bastone di Asclepio (Esculapio nella mitologia romana), divinità protettrice della medicina, e il gallo, che veniva offerto in sacrificio come ringraziamento tradizionale di chi guariva da una malattia.

Sempre nel Corridoio di ingresso o del Monaco, i recenti restauri hanno rilevato l’esistenza di un altro passaggio tra il Monastero e la Spezieria, chiuso nel Settecento e collocato nella Sala dei Dottori dell’Antichità o dei Mortai, probabilmente un ingresso precedente rispetto a quello utilizzato nella Sala dei Dottori Parmigiani o delle Arpie. Di fronte ad esso, in origine, si trovava infine un’altra porta che permetteva di accedere all’orto dei semplici del Monastero, poi sostituita dall’attuale grande finestra visibile entrando nella stanza.

Il restauro e l’allestimento dei nuovi spazi museali sono stati resi possibili grazie al sostegno della Fondazione Cariparma e dell’Associazione “Parma, io ci sto!”.

La storia

Situata nel cuore di Parma, all’interno dell’abbazia benedettina di San Giovanni Evangelista, l’Antica Spezieria ha origini antiche che risalgono alla fondazione del Monastero nel 981. Sebbene le prime tracce documentarie dell’esistenza della Spezieria risalgano al 1201, quando venne aperta al pubblico, essa faceva già parte del complesso monastico sin dagli inizi. Oltre a servire l’Ospedale di San Giovanni, annesso al Monastero, la Spezieria fu la prima a fornire i suoi servizi anche agli altri ospedali cittadini, come il Rodolfo Tanzi e, successivamente, il San Giovanni Gerosolimitano. Questo ampliamento della clientela le permise di crescere significativamente e, nel Quattrocento, portò a continui ampliamenti della struttura, tra cui un grande laboratorio lungo l’attuale Borgo Pipa. Tra il Cinquecento e il Seicento, la Spezieria raggiunse la configurazione architettonica che avrebbe mantenuto per secoli. Essendo una farmacia monastica, l’accesso al pubblico era limitato, ma nel Settecento l’influenza economica della Spezieria nella città costrinse i Benedettini a cedere la gestione a privati laici. Questi cambi di proprietà continuarono per tutto il secolo e oltre, fino alla chiusura definitiva dell’attività nel 1897, quando la Spezieria venne trasformata in un museo. Nel 1968, il passaggio della gestione alla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici ha integrato la Spezieria nel sistema museale cittadino. Infine, nel giugno 2024, è entrata a far parte del circuito del Complesso monumentale della Pilotta, consolidando ulteriormente il suo ruolo di rilevanza culturale e storica a Parma.

Antica Spezieria di San Giovanni
Antica Spezieria di San Giovanni
Antica Spezieria di San Giovanni
Antica Spezieria di San Giovanni
Antica Spezieria di San Giovanni
Antica Spezieria di San Giovanni
Antica Spezieria di San Giovanni
Antica Spezieria di San Giovanni

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo dell’Antica Spezieria di San Giovanni si snoda attraverso otto sale, ognuna con una specifica tematica che racconta la storia e le funzioni di questo luogo, conservando strumenti e oggetti della tradizione farmaceutica. La Sala del Pozzo faceva parte dell’antico laboratorio dello speziale, che si sviluppava anche in altre sale del lato nord ora adibite a usi diversi. Qui si trovano un lavabo in marmo veronese del Cinquecento, il pozzo e i muri originali. Esposti vi sono alambicchi, storte e bottiglie utilizzati per la preparazione dei medicamenti. La Sala del Fuoco è caratterizzata da un grande camino, ora murato, e presenta un arredamento ligneo e un soffitto decorato che nascondono la forma trapezoidale dovuta alla collocazione adiacente al muro di cinta. Tre archi a tutto sesto, privi di colonne, separano il vano d’ingresso dallo spazio operativo. La Sala dei Dottori dell’Antichità o dei Mortai ospita i mortai, fondamentali per lo speziale per triturare, con apposito pestello, erbe, minerali e sostanze organiche essiccate. I mortai sono realizzati in marmo o bronzo e hanno forme di coppa o vaso. Le dodici lunette dipinte risalenti alla prima metà del Cinquecento raffigurano i maestri antichi della medicina. Si prosegue nella Sala dei Dottori Parmigiani o delle Arpie, in precedenza nota come Sala delle Sirene per le figure scolpite sulle paraste degli scaffali, che in realtà ad un’analisi più attenta è possibile avvicinare all’immagine dell’arpia, considerate le ali e le zampe fornite di artigli. È la sala più ricca di ornamenti e di intagli che conserva anche, entro le lunette, dodici ritratti dei maestri della medicina vissuti fra Cinquecento e Seicento.

Nella Sala della Storia si ripercorre la storia della Spezieria di San Giovanni Evangelista, dal Medioevo fino ai giorni nostri. Sono presenti una mappa che mostra a volo d’uccello gli spazi della Spezieria e del Monastero, e una collezione di vetri farmaceutici. Esposti vi sono anche il busto del farmacista Ferdinando Gardoni e il ritratto di suo figlio Leonida. La Sala della Regola esplora il legame tra la regola benedettina Ora et labora e la pratica della spezieria monastica, illustrando i principi della vita monastica. Qui è esposta una tunica monacale.

Il Corridoio di ingresso o del Monaco racconta la storia del restauro dei locali della Spezieria e delle decorazioni pittoriche. L’apertura verso il chiostro di San Giovanni simboleggia il collegamento con il Monastero. Inoltre, esplora il legame tra corpo, salute e medicina attraverso il lavoro dello speziale, esemplificato dalle iscrizioni sparse nelle sale e dalle epigrafi del corredo ceramico. Chiude l’ambiente una sezione dedicata alle mostre temporanee e all’eredità della Spezieria nella Parma farmaceutica contemporanea. Infine la Sala dei Veleni o del Libro, un piccolo locale dove lo speziale custodiva sotto chiave quei prodotti tossici che nelle mani sbagliate potevano essere un pericolo: qui sono esposti volumi di farmacia, medicina e botanica dei secoli XVI-XX, con una teca che ospita un libro antico e i ricettari farmaceutici. Un monitor permette di esplorare digitalmente i documenti storici della Spezieria.

Le lunette dei maestri della medicina

Nella Sala dei Mortai, dodici lunette ospitano i ritratti dei maestri antichi della medicina, appartenenti al mito greco-romano e alla scienza araba o persiana, riuniti assieme in una sorta di galleria che induce a riflettere sulle lontane origini della pratica medicea. Attribuita al parmigiano Leonardo da Monchio e databile attorno alla prima metà del Cinquecento, l’opera si configura come un omaggio al progresso della scienza e all’esclusione di confini geografici o religiosi in questo campo. Partendo dalla parete ovest e da sinistra a destra, troviamo Mercurio, Apollo, Galeno, due personaggi senza nome, Averroè, Ippocrate, Esculapio, Ezio, Dioscoride, Avicenna e Mesue.

Nella Sala delle Arpie si trovano altre dodici lunette che accolgono i maestri della medicina vissuti fra Cinquecento e Seicento, i quali contribuirono in modo significativo allo sviluppo della scienza medica nel ducato di Parma. A partire dalla parte sinistra dell’altare vi sono Scipione Cassola, Filippo Silva, Antonio Massera, Pietro Linati, Paolo Accorsio, Gerolamo Iuncta, Giovanni Cascia, Alberto Urbano Sanseverino, Pompilio Tagliaferri, Andrea Cerati, Flavio Sacco e Tiberio Delfini. L’illustrazione di tali luminari, in un ambiente che perseguiva gli stessi obiettivi dei personaggi raffigurati, accompagnava con la storia il lavoro dei monaci speziali, che ogni giorno si ponevano al servizio di Dio ma anche della scienza.

Dichiarazioni

“È un percorso di straordinaria suggestione, che si snoda nel sapere del passato, in seno a un complesso benedettino di secolare importanza, che cullò e coltivò le conoscenze, la cultura e l’arte, sempre ai massimi livelli”, ha dichiarato Stefano L’Occaso, direttore del Complesso monumentale della Pilotta. “La sequenza di sale con antiche scaffalature, albarelli, vasi e mortai, è stata recuperata alla pubblica fruizione grazie all’impegno degli istituti e dei dirigenti che mi hanno preceduto, tra essi Giorgio Cozzolino e Maria Luisa Pacelli della Direzione Regionale Musei, dalla quale abbiamo ’ereditato’ la Spezieria. Prezioso è stato il ruolo degli sponsor – in particolare la Fondazione Cariparma nella persona del Presidente Franco Magnani e l’Associazione ”Parma, io ci sto!“ nella persona del Presidente Alessandro Chiesi e con il grande sostegno di Davide Bollati – guidati dall’impegno e dall’entusiasmo di Olimpia Barbieri Gentili Estense Calcagnini. A tutti coloro che hanno lavorato per questo meraviglioso risultato – i progettisti, le ditte, le maestranze – va un ringraziamento che esprimo a nome della collettività”.

“Restituire alla cittadinanza uno spazio così prezioso e ben conservato, tra le mura del Monastero di San Giovanni, è per la Direzione Regionale Musei motivo grandissimo orgoglio”, ha affermato Maria Luisa Pacelli, direttrice dei Musei Nazionali di Bologna/Direzione Regionale Musei Emilia Romagna e Direttrice della Pinacoteca Nazionale di Bologna. “Dopo anni di aperture intermittenti, giunge infatti a compimento il pieno recupero architettonico e artistico di un vero e proprio gioiello, realizzato grazie al concorso di molti colleghi, tra i quali chi mi ha preceduto alla direzione dell’istituto, che voglio ringraziare sentitamente. Il sostegno dei tanti amici, inoltre, in primis la Fondazione Cariparma e l’Associazione ”Parma io ci sto!“, ha permesso di sviluppare un progetto che, con grande cura e attenzione al dettaglio, ha trasformato l’Antica Spezieria un luogo sicuro ed accogliente, aperto ed accessibile a tutti”.

Foto di Giovanni Hänninen.

Antica Spezieria di San Giovanni
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