Uno storico dell’arte inglese, Ronald Moore, afferma di aver rinvenuto la firma di Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1490 circa - Venezia, 1576) in un dipinto, un’Ultima cena, conservato in una piccola chiesa nella campagna inglese, a Ledbury, cittadina di ottomila abitanti nell’Herefordshire, contea delle Midlands al confine col Galles. L’Ultima cena in questione venne donata alla chiesa di San Michele di Ledbury nel 1909, dai discendenti di un collezionista inglese, John Skippe, che avrebbe acquistato il dipinto nel 1775 da una famiglia veneziana. Il dipinto si trova in condizioni di conservazione non ottimali: un intervento di restauro condotto nel XIX secolo ha infatti alterato le condizioni di leggibilità. Moore, che ha studiato a Birmingham, Oxford e Parigi e si è diplomato al Courtauld Institute of Art, di mestiere fa il consulente privato per case d’asta, collezioni private ed enti ecclesiastici e pubblici (è specializzato in opere danneggiate da acqua, fuoco e deflagrazioni: al suo attivo non risultano però pubblicazioni scientifiche su Tiziano e sul Cinquecento veneto): è allo studio sull’opera della chiesa di Ledbury da tre anni.
Moore, assieme alla sua assistente Patricia Kenny, ha condotto alcune indagini sul dipinto sottoponendolo anche a un’analisi alla fluorescenza UV, e grazie a questo esame ha potuto rinvenire una piccola firma (“TITIANUS F.”) dipinta sulla brocca di metallo. Lo studioso ha inoltre rivenuto una nota di Skippe in cui si parla di una Ultima cena “di Tiziano” firmata e datata. Naturalmente occorre premettere che la scoperta della firma non indica automaticamente che l’autore del dipinto è Tiziano: bisognerà verificare se la firma è effettivamente autografa. Moore ritiene poi di poter individuare, nel dipinto, un autoritratto di Tiziano, un ritratto del Tintoretto, nonché i ritratti dei figli dell’artista, Orazio e Pomponio. Tuttavia la questione è più complessa: Moore infatti non crede che il dipinto sia stato eseguito da Tiziano, benché attribuisca a lui la composizione.
L’opera della chiesa di Ledbury |
Prima delle nuove scoperte, Moore era convinto che si trattasse di un dipinto di Polidoro da Lanciano (Polidoro de’ Renzi; Lanciano, 1515 - Venezia, 1565), che fu collaboratore di Tiziano: secondo la sua prima ipotesi, Polidoro lo avrebbe cominciato sul finire della sua carriera, dopodiché, malato e impossibilitato a continuarlo, si sarebbe fatto aiutare dal Tintoretto, suo amico ai tempi in cui entrambi lavoravano nello studio di Tiziano, per portarlo a compimento. Moore riferisce anche che la sua attribuzione a Polidoro da Lanciano aveva ricevuto l’accoglienza favorevole di Alessandra Zamperini, esperta di pittrice veneta del Cinquecento e docente di storia dell’arte moderna all’Università di Verona.
La scoperta della firma, oltre ai risultati emersi dall’indagine alla fluorescenza UV (per esempio il fatto che, secondo lo studioso, il ritratto di uno degli apostoli potrebbe essere letto come un autoritratto di Tiziano) e del conseguente restauro che ha portato alla rimozione degli strati di vernice sovrammessi, ha però portato Ronald Moore a riconsiderare le proprie idee. Il fatto che ci siano notevoli scarti qualitativi tra diverse aree del dipinto è indice del fatto che ci hanno lavorato più mani, e secondo Moore per finire l’opera è occorso un lasso di tempo piuttosto lungo (propone una datazione tra il 1560 e il 1580: sarebbe stato dunque terminato dopo la morte di Tiziano). “È quasi certo”, ha dichiarato lo storico dell’arte alla CNN, “che questo è l’unico dipinto di grandi dimensioni della bottega di Tiziano che era rimasto nascosto sinora. Ha richiesto più di vent’anni per essere completato e ci offre l’opportunità di esaminare le diverse mani della bottega dell’artista”. Secondo Moore, il dipinto è stato materialmente eseguito da “un ristretto gruppo di pittori che erano in grado di lavorare nello stile di Tiziano”. Sarebbero almeno cinque le mani da lui identificate, anche se, ha aggiunto lo studioso “Tiziano ha sicuramente ideato la composizione, probabilmente assieme a suo figlio Francesco”.
La comunità scientifica al momento non si è ancora espressa sulle dichiarazioni di Moore, che ha tuttavia annunciato la pubblicazione di un libro con tutti i dettagli delle sue ricerche.
Il trasporto del dipinto |