Il prossimo 21 aprile, la casa d’aste Cheffins metterà in vendita una singolare scultura in bronzo, raffigurante uno struzzo, realizzata dalla bottega del Giambologna (Jean de Boulogne; Douai, 1529 - Firenze, 1608): secondo gli esperti della casa d’aste, il Giambologna potrebbe aver realizzato l’opera insieme al carrarese Pietro Tacca (Carrara, 1577 - Firenze, 1640), a lungo collaboratore di Giambologna, nonché tra i massimi artisti europei d’inizio Seicento. Per 180 anni l’opera è stata custodita in una collezione privata, e in passato ha fatto anche parte della collezione di Horace Walpole conservata a Strawberry Hill House, tanto da essere menzionata in una Description of the Villa of Horace Walpole pubblicata nel 1774. L’opera, realizzata tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, fu probabilmente acquistata dal grande scrittore tra il 1765 e il 1766, dopodiché, nel 1842, quarantacinque anni dopo la scomparsa di Walpole, fu venduta a John Dunn-Gardner di Suffolk, conte di Leicester, per la somma di cinquanta sterline e otto scellini, e da allora lo struzzo è rimasto nelle collezioni della famiglia.
Dello struzzo (il cui valore è stimato tra le 80 e le 120mila sterline) esistono solo tre esemplari noti: oltre a quello di Cheffins, ce ne sono uno al Louvre e uno al Fitzwilliam Museum di Cambridge. L’esemplare del Louvre è documentato per la prima volta nel 1689 e faceva parte, in antico, delle collezioni dei reali di Francia, prima di venire donato al museo nel 1881 da Adolphe Tiers, all’epoca presidente della Francia. L’altro esemplare fu venduto per 260 sterline da Sotheby’s, nel 1949: ad acquistarlo fu il tenente colonnello Thomas Boscawen che, alla data della sua scomparsa, nel 1958, lasciò l’opera al museo di Cambridge. Cheffins ha potuto conoscere l’opera dopo che gli attuali proprietari hanno messo in vendita alcuni dipinti presso la stessa casa d’aste lo scorso ottobre.
“La famiglia”, ha dichiarato Jonathan Law, direttore di Cheffins, “ha sempre saputo di essere in possesso di un’importante scultura del Rinascimento, e a seguito di diverse ricerche compiute da Cheffins, siamo riusciti a trovare gli altri due esemplari noti e a risalire alla storia dell’opera. Tradizionalmente riconosciuto come opera di Giambologna, secondo studi recenti ci sono possibilità che quest’opera sia il risultato della fusione del suo lavoro con quello di Pietro Tacca, erede della sua bottega. Grazie ai suoi collegamenti con la collezione Walpole, una delle più importanti del XVIII secolo, quest’opera è un pezzo incredibilmente importante e dimostra l’abilità del Giambologna e della sua bottega nel creare eccezionali opere in bronzo”.
Un singolare struzzo di bronzo della bottega del Giambologna va in asta in Inghilterra |