Importante scoperta nella Cattedrale di Santo Stefano a Vienna: il Bundesdenkmalamt, l’ente austriaco che si occupa dei monumenti del paese, ha annunciato che, a seguito di un restauro, è emerso un affresco che potrebbe essere ascritto alla mano di Albrecht Dürer (Norimberga, 1471 - 1528). L’opera, dipinta nel vestibolo della Bischofstor (la “porta del Vescovo”) della cattedrale, risale agli inizi del XVI secolo ed è un altare dipinto, che vede nello scomparto centrale san Leopoldo, patrono dell’Austria, e in quelli laterali le sante Caterina e Margherita, il tutto ornato con putti e una ricca decorazione. Si trattava di un’opera già nota, che stava però subendo un intervento di restauro: la pulitura condotta dagli esperti del Bundesdenkmalamt ha rivelato la presenza di un disegno sottostante, realizzato direttamente sulla parete, che è compatibile con lo stile di Dürer (il cui intervento, tuttavia, sarebbe limitato alle sante negli scomparti laterali). Il disegno, di elevata qualità artistica, si trova in un ottimo stato di conservazione ed è già stato discusso dagli studiosi lo scorso novembre: per l’occasione era stato presentato al pubblico per la prima volta, ma la notizia, che a novembre aveva conosciuto una diffusione solo locale, ha ottenuto rilevanza internazionale dopo un articolo uscito poche ore fa sull’Art Newspaper.
L’ente ha avviato un progetto di ricerca e tutela per preservare e studiare l’affresco, situato in un’area della cattedrale che, peraltro, era destinata a negozio di libri e souvenir, come tipico di molti edifici di culto, che allestiscono i loro bookshop nei vestiboli delle porte principali. Nel frattempo, è stata condotta un’accurata campagna fotografica, e sono già stati eseguiti dei prelievi di materiale per accertare la composizione chimica dei colori e del gesso su cui è stato tracciato il disegno, che potrà rivelare importanti informazioni sull’opera. Sono stati invece esclusi ulteriori interventi per tentare di ricostruire lo stato originario del dipinto, per non compromettere l’opera.
I risultati dello studio devono ancora essere pubblicati (uscirà uno studio scientifico sulla rivista Österreichischen Zeitschrift für Kunst und Denkmalpflege), ma gli esperti ingaggiati dal Bundesdenkmalamt hanno già fornito qualche anticipazione. Lo studioso Erwin Pokorny, specialista di Dürer, ha dichiarato all’agenzia austriaca APA-OTS che “la questione non è se Dürer è stato a Vienna, ma quando ci è stato. Il virtuosismo del segno dimostra chiaramente che la mano è sua”. Secondo lo storico dell’arte Michael Rainer, l’opera potrebbe essere stata commissionata dall’imperatore Massimiliano I, che avrebbe chiamato Dürer a Vienna per “creare qualcosa d’importante sulla parete”, come attesta lo storiografo seicentesco Joachim von Sandrart nella sua biografia di Dürer, anche se nessun altra fonte riporta questo episodio. Sappiamo che Dürer, effettivamente, lavorò per Massimiliano primo attorno al 1512, ma dal momento che l’opera è databile all’incirca al 1505 (quindi nel corso del viaggio che portò il pittore da Norimberga a Venezia), è possibile che il loro rapporto possa essere stato più duraturo. Adesso, sostiene Rainer, “forse abbiamo trovato l’ambientazione di questo aneddoto, che fino a oggi era stato equivocato e preso come una semplice leggenda”. Il presidente del Bundesdenkmalamt, Christoph Bazil, ringrazia l’architetto della cattedrale, Wolfgang Zehetner, per la collaborazione, e afferma: “con l’aiuto del Bundesdenkmalamt è stato possibile mettere in sicurezza quest’opera straordinaria e presentarla al pubblico durante la conferenza”.
Nell’immagine: una porzione del disegno attribuito a Dürer. Ph. Credit © Dombauhütte zu St Stephan.
Vienna, scoperta un'opera attribuita a Dürer nel bookshop della Cattedrale di Santo Stefano |