Ecco l'unica opera che van Gogh dipinse quando soffriva di psicosi: gli esperti confermano l'autenticità dell'autoritratto di Oslo


Gli esperti del Van Gogh Museum di Amsterdam confermano l’autenticità dell’Autoritratto di van Gogh conservato a Oslo.

C’è un nuovo autoritratto di Vincent van Gogh, che si aggiunge ufficialmente al catalogo delle opere del grande artista olandese. È l’Autoritratto risalente al 1889 e conservato al Nasjonalmuseet di Oslo: sull’autenticità dell’opera pendevano dubbi, ma adesso gli esperti del Van Gogh Museum di Amsterdam, la massima autorità sulle opere dell’artista olandese, hanno sciolto le riserve e confermano che l’opera è stata realizzata dalla mano del pittore di Zundert.

Il dipinto era stato acquistato nel 1910 dal Nasjonalmuseet di Oslo ed era stato il primo autoritratto di Vincent van Gogh (Zundert, 1853 - Auvers-sur-Oise, 1890) a entrare in una raccolta pubblica: per decenni nessuno ha dubitato del fatto che fosse veramente opera dell’artista olandese, fino a che alcuni studiosi, negli anni Settanta del secolo scorso, non hanno sollevato alcune perplessità. In particolare, i dubbi vertevano sul fatto che non si conosceva la provenienza del dipinto, sul fatto che lo stile e l’uso del colore non sembravano quelli di van Gogh, e sul fatto che non si era riusciti a stabilire con certezza l’occasione in cui il dipinto fu realizzato (non si sapeva, cioè, se fosse stato eseguito ad Arles, oppure a Saint-Rémy-de-Provence, o ancora ad Auvers-sur-Oise, la località francese dove van Gogh scomparve nel 1890). In merito alla provenienza, le nubi si erano dissipate nel 2006, quando il Nasjonalmuseet, a seguito di alcune ricerche, aveva appurato che il dipinto apparteneva a una coppia di amici di van Gogh, Joseph e Marie Ginoux, che abitavano ad Arles al tempo in cui vi risiedette il pittore. Non si sa ancora però quando van Gogh avrebbe donato (o venduto) il dipinto ai due.

Lo studio che ha permesso di attribuire con certezza l’opera a van Gogh è partito nel 2014. Sono state condotte analisi sullo stile, sulla tecnica, sui materiali, sulla provenienza e sull’iconografia, e il risultato è che i dubbi precedenti si sono rivelati infondati. I nuovi esami hanno stabilito che l’opera è stata dipinta alla fine dell’agosto del 1889, e che l’inusuale tipo di tela, i pigmenti, le tonalità cupe e il modo di dipingere sono compatibili con il periodo che van Gogh trascorse tra la fine dell’estate e l’autunno di quell’anno. In particolare, l’autoritratto di Oslo è la sola opera che, a detta degli esperti del Van Gogh Museum, può essere collegata a una lettera di Vincent a suo fratello Theo del 20 settembre del 1889, in cui si parla di un autoritratto descritto come “un tentativo fatto quando ero malato”.

Nel luglio del 1889, van Gogh fu infatti colpito da una grave crisi psichica che durò fino a settembre: durante questo periodo l’artista non fu in grado di dipingere e l’opera dovrebbe risalire alla fine di agosto, quando l’artista scriveva che i suoi problemi non erano ancora finiti, ma si sentiva in grado di dipingere di nuovo. All’autoritratto di Oslo ne sarebbero poi seguiti altri due, che adesso sono custoditi alla National Gallery of Art di Washington e al Musée d’Orsay di Parigi. Però, a differenza di questi ultimi, l’autoritratto di Oslo è il prodotto di un individuo che ancora soffre di una patologia mentale: l’artista qui si dipinge con la testa lievemente ruotata, e con lo sguardo che non incrocia quello dell’osservatore, ma che è come timoroso e al contempo perso, e secondo gli studiosi si tratterebbe di un’espressione tipica di pazienti che soffrono di depressione e psicosi.

“Anche se van Gogh era spaventato dall’idea di ammettere che si trovava in uno stato simile”, commenta Louis van Tilborgh, ricercatore del Van Gogh Museum di Amsterdam e professore di Storia dell’Arte all’Università di Amsterdam, “probabilmente dipinse quest’opera per rinconciliare se stesso con l’immagine che vedeva allo spechio: una persona che lui non voleva essere, ma che effettivamente era. Questo è ciò che rende questo dipinto così importante e in un certo modo anche terapeutico. È l’unico dipinto noto di van Gogh creato mentre l’artista soffriva di psicosi”.

L’Autoritratto di Oslo è da oggi in mostra al terzo piano del Van Gogh Museum, dove lo si può ammirare fino al 21 febbraio nel contesto della mostra In the picture, tutta dedicata ai ritratti d’artista. Alla fine della rassegna, l’opera tornerà a Oslo, dove sarà esposta a partire dalla primavera del 2021, quando il museo riaprirà con il nuovo allestimento della collezione permanente.

Immagine: Vincent van Gogh, Autoritratto (1889; olio su tela, 51,5 x 45 cm; Oslo, Nasjonalmuseet for kunst)

Ecco l'unica opera che van Gogh dipinse quando soffriva di psicosi: gli esperti confermano l'autenticità dell'autoritratto di Oslo
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