Il Piccolo Principe, il libro capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry (Lione, 1900 - Mar Mediterraneo, 1944), scritto nel 1942 e pubblicato a New York il 6 aprile 1943, quest’anno compie ottant’anni. Sono molti i festeggiamenti programmati in tutto il mondo per celebrare la ricorrenza: Il Piccolo Principe del resto è uno dei libri più venduti del pianeta, tradotto in oltre duecento lingue. Parigi lo ricorda con una mostra al Musée des Arts Decoratifs inaugurata questa settimana. E, in Italia, Ferrara omaggia il genio dell’aviatore e scrittore con le opere dell’artista Mirella Guidetti Giacomelli, 87 anni, che al Piccolo Principe e al suo affascinante racconto ha dedicato un ciclo scultoreo di otto ceramiche finemente lavorate, esposte nella sua casa-museo di via XX Settembre.
L’ispirazione iniziale è venuta all’autrice durante il lockdown: “Non è un caso che il Piccolo Principe si sia svelato durante quei momenti particolarmente difficili”, dice l’autrice. “Questo libro fuori da ogni tempo, infatti, ci svela come l’invisibile del nostro essere si riveli nella solitudine, e anche nella solitudine forzata che quel periodo ci ha imposto. È in questi momenti, in particolare, che il cuore ci parla e ci fa conoscere nel profondo noi stessi, senza vanità e orpelli. La vita si semplifica e ci consente di leggere il nostro io nella sua intimità più vera, facendoci forse amare di più le cose semplici, la carità e l’amicizia, il cui valore viene straordinariamente raccontato da Saint-Exupéry”.
Le otto ceramiche realizzate da Guidetti Giacomelli ripercorrono la traccia narrativa del testo: il piccolo principe con la sua immancabile rosa, in divisa militare, “baldanzoso e aperto alla vita”, la caduta nel deserto dell’aviatore, l’apparizione al giovane protagonista del serpente, nascosto tra la sabbia. E poi: il colloquio con la volpe, anche segno della furbizia, la scoperta di altri mondi, oltre quello terreno, l’incontro, di pianeta in pianeta, con personaggi che, sulla strada del sogno di Saint-Exupéry, rappresentano in qualche modo i vizi dell’uomo. Al termine un messaggio drammatico, ma anche di speranza: il ritorno nel deserto e l’incontro fatale con il serpente, ma anche la prospettiva di un mondo nuovo, rappresentata nelle sculture dell’artista da un varco nel sole, simbolo di un’altra realtà possibile.
“Ho cercato di dare più espressione possibile a queste figure, spero che possano trasmettere ciò che ho provato e far captare i sentimenti che mi hanno animato”, afferma l’artista. “C’è stato il lavoro di circa un anno, ho realizzato i primi disegni, quindi i bozzetti, la prima scultura in creta, la triplice cottura e il bagno nella cristallina, che conferisce una particolare lucentezza alla superficie: un elemento che ho voluto fortemente perché imprime a queste figure dinamismo e vitalità, che tenevo a far emergere”.
“Questo ciclo di sculture”, conclude Guidetti Giacomelli, “nasce dalla riscoperta del libro. Inizialmente l’avevo accolto come una favola. Analizzandolo e rileggendolo mi si è aperto un mondo e mi ha arricchito tantissimo sul piano umano, in un periodo difficile. Non nascondo di essermi commossa. Questo libro è una risposta a certa ipocrisia del mondo, ci svela un’esistenza che è oltre. Il piccolo principe si dovrebbe leggere di continuo, ogni frase ha dentro sé una filosofia di vita importantissima”.
Nell’immagine, le sculture di Mirella Guidetti Giacomelli.
Ferrara, le sculture dedicate al Piccolo Principe di Mirella Guidetti Giacomelli |