È tornata dopo il restauro nella Cattedrale di Foggia la meravigliosa Pietà d’impianto classico-barocco di Paolo De Maio, realizzata nel 1741.
L’intervento è stato compiuto dalla restauratrice Daniela Pirro, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, e con il coordinamento di Antonio Ricci, Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici - Arcidiocesi Foggia-Bovino dell’Arcidiocesi di Foggia. Il restauro è stato interamente finanziato da Opera Tua di Coop Alleanza 3.0, con la Fondaco Italia, l’Associazione Patrimoni Beni Italiani Patrimonio Unesco e il Touring Club Italiano.
Il dipinto, un olio su tela di grandi dimensioni, è firmato e datato e segue lo schema iconografico del compianto della Madonna sul Cristo morto. Cristo, al centro, è esanime e si staglia contro i panneggi di tessuti su cui il corpo ricade. Viene pianto dalla madre e dall’apostolo Giovanni, come da tipica iconografia. Al di sopra, si levano nembi che ospitano cinque teste ricciute di putto e due angioletti, componendo uno schema barocco. Sullo sfondo un paesaggio spoglio. In basso a destra sono visibili il cartiglio I.N.R.I, la corona di spine e gli strumenti della crocifissione.
Il corpo di Cristo è adagiato sulla pietra, un braccio ricade all’indietro e il resto del corpo poggia su un bianco lenzuolo. Sia questo sia il perizoma, simboli della sua missione di purificazione, formano ricche pieghe che creano un movimento a drappeggio. Giovanni bacia una mano di Cristo venerandolo. La resa dell’insieme è molto realistica e scenografica, tipica dello stile barocco dell’autore, con particolare cura e ricchezza anche nei dettagli: le rocce con la vegetazione, i puttini e gli angeli, l’albero dalle fronde al vento, il paese lungo la linea del piano dell’orizzonte, i drappeggi delle stoffe. La Vergine si sostituisce alla croce, divenendo insieme simbolo della crocifissione e madre crocifissa essa stessa.
I colori primari sono utilizzati con richiamo simbolico: il blu del manto della Vergine richiama la trascendenza e l’ineffabilità divina, il giallo dell’abito di Giovanni si fa simbolo dell’unione dell’anima a Dio, il rosso del drappo su cui è posto il Cristo rimanda al sacrificio, ma anche al valore purificatore del fuoco, all’amore del Verbo rivelato; il bianco del sacro lino, infine, cita implicitamente il passo evangelico “Io sono la luce del mondo, chi mi segue non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).
Il suo autore, Paolo De Maio (Marcianise, 1703 - Napoli, 1784), fu tra i frequentatori più assidui della bottega del pittore barocco Francesco Solimena. Da quest’ultimo riprese il raffinato equilibrio delle forme attraverso il chiaroscuro e la maturità nella rappresentazione dei corpi, su modello della statuaria classica. Tra gli anni Trenta e Quaranta del Settecento l’artista fu influenzato dallo stile arcadico di Francesco de Mura e dalla dottrina gesuita. Dipinti degli anni Quaranta come la Pietà della Cattedrale di Foggia mostrano la volontà dell’artista di conciliare il purismo del classicismo arcadico con finalità didascaliche quasi catechistiche, raggiungendo esiti pittorici molto alti.
L’opera è stata restaurata perché si presentava in stato di degrado a seguito di interventi compiuti nel secondo quarto del Novecento. Per un’importante perdita di pellicola pittorica originale nella parte alta del dipinto fu sottoposto a un’operazione di foderatura con tre teleri cuciti tra loro e a un’operazione sommaria di pulitura della pellicola pittorica, nonché a stuccature e a un’ingente patinatura di tutta l’area della rupe posta alle spalle della Vergine e del Cristo. Lungo tutto il fronte del dipinto erano stati inchiodati ottantasette chiodi perimetrali danneggiando la pellicola pittorica e provocando il distacco di diversi strati pittorici. Tutto il supporto tessile era danneggiato da lacerazioni, cedimenti e attacchi microbiologici.
Dopo le indagini preliminari mediante fluorescenza UV e microscopio digitale, sono stati quindi compiuti interventi di pulitura, consolidamento, sutura, foderatura, costruzione di un nuovo telaio ligneo, reintegrazione plastica delle lacune, realizzazione di una nuova cornice.
Nell’immagine, la Pietà ricollocata a fine restauro nella Cattedrale di Foggia.
Restaurata la Pietà della Cattedrale di Foggia |