Il Van Gogh Museum di Amsterdam, dopo accurate analisi, ha stabilito che i Girasoli di Vincent van Gogh (Zundert, 1853 - Auvers-sur-Oise, 1891) non viaggeranno mai più. Troppo fragili e delicati per concedersi nuovi viaggi: “questo è il motivo per il quale abbiamo deciso che i Girasoli non usciranno più dal museo”, ha dichiarato il direttore del Van Gogh Museum, Axel Rüger. “D’ora in poi, questo capolavoro della nostra collezione rimarrà a casa, ad Amsterdam, disponibile per tutti i nostri visitatori che potranno vederlo ogni giorno dell’anno”, ha aggiunto il direttore.
Le analisi sui Girasoli vanno avanti da due anni: un team di specialisti da tutto il mondo, guidato da Ella Hendriks (restauratrice e docente di Restauro all’Università di Amsterdam) e che conta su esperti delle università di Anversa, Perugia e Toruń, ha condotto un’indagine approfondita sullo stato di conservazione dell’opera utilizzando le più moderne tecnologie, in modo da raccogliere il più alto numero possibile d’informazioni sulla tela, sugli strati della pittura, e sugli interventi di restauro condotti in precedenza sul dipinto. Da questo nuovo studio verrà poi deciso se l’opera dovrà subire un nuovo restauro, e che cosa dovrà essere fatto per preservare i Girasoli affinché anche le future generazioni possano vederli.
L’opera, eseguita ben 130 anni fa, versa però in uno stato tale da non potersi più permettere di viaggiare. “Una conclusione dello studio”, ha sottolineato Rüger, “è che gli strati di pittura sono stabili, ma sono molto sensibili alle vibrazioni e alle variazioni di umidità e temperatura. Quindi è importante che l’opera si muova il meno possibile, e che venga esposta in un ambiente a clima stabile. Ad ogni modo, per evitare qualsiasi rischio, abbiamo deciso che l’opera non viaggerà più”. Il dipinto è stato tuttavia prestato in passato con molta parsimonia: solo sei volte nei 46 anni di vita nel museo. L’ultima volta i Girasoli sono usciti nel 2014, quando l’opera è partita alla volta della National Gallery di Londra per un confronto con la versione conservata nel museo inglese.
Ancora, la ricerca ha evidenziato come i colori utilizzati da van Gogh tendano a sbiadire nel corso del tempo (e già nel 2015 un altro studio era arrivato alla stessa conclusione): alcune delle cromie originarie sono già state parzialmente perdute. “Sappiamo che i cambiamenti dei colori nei Girasoli”, ha dichiarato Ella Hendriks, “sono causati da un particolare tipo di pittura rossa, la lacca di geranio, che col tempo scolora, e da un altro, il giallo cromo, che invece scurisce”. Grazie alle analisi, ha aggiunto la restauratrice, “abbiamo ottenuto molte informazioni sui restauri condotti in passato, e sulle conseguenze che hanno avuto. Ci sono diversi strati di vernice sul dipinto, molti dei quali aggiunti successivamente, quindi non da van Gogh. Questi strati di vernice sono sporchi e ingialliti, ma non possono essere rimossi perché in alcuni punti gli strati di pittura e di vernice si sono mescolati. Inoltre, è stato aggiunto anche uno strato di cera in alcune zone, per mettere al sicuro la pittura e rendere la superficie più opaca”. Questo strato di cera, aggiunto durante un restauro degli anni Novanta, sarà rimosso.
I Girasoli torneranno visibili al pubblico dal 22 febbraio, e quest’estate, dal 21 giugno al 1° settembre, saranno protagonisti di una mostra che svelerà al pubblico maggiori informazioni sulle ricerche più recenti e sugli interventi di conservazione.
Nell’immagine, il direttore del Van Gogh Museum, Axel Rüger, mentre annuncia, assieme ai restauratori Ella Hendriks e René Boteille, che l’opera non viaggerà più.
Amsterdam, i Girasoli di van Gogh non viaggeranno mai più: troppo delicati |