I dipinti giovanili di Hopper? Sono copie da riviste per pittori dilettanti


Un giovane studioso inglese ha scoperto che i primi dipinti giovanili di Edward Hopper sono in realtà copie di immagini riprodotte su riviste per pittori dilettanti.

I dipinti giovanili di Edward Hopper (Nyack, 1882 - Manhattan, 1967) sono tutte copie da dipinti pubblicati su riviste americane per pittori dilettanti: è l’interessante scoperta che un giovane studente di dottorato del Courtauld Institute di Londra, Louis Shadwick, ha pubblicato sull’ultimo numero del Burlington Magazine. L’attenzione di Shadwick si è concentrata su alcuni dipinti che Hopper ha realizzato giovanissimo, tra il 1895 e il 1900, come Old ice pond at Nyack (1898-1900) o Rowboat in rocky cove (1895), o ancora il dipinto Ships del 1898 circa conservato al Fossaner Art Museum di Melbourne in Florida. Si pensava che queste opere fossero vedute realizzate da Hopper nella sua città natale, Nyack (vicino a New York), o negli immediati dintorni. Ma in realtà sono paesaggi che non hanno niente a che fare con Nyack e, “adesso lo si può rivelare”, scrive Shadwick nel suo articolo, sono copie di dipinti di altri artisti, appartenenti al movimento tonalista che si sviluppò negli Stati Uniti di fine Ottocento.

In particolare, Old ice pond at Nyack è una copia di A winter sunset di Bruce Crane (New York, 1857 - Bronxville, 1937), che raffigura un paesaggio di Long Island o del Connecticut, Rowboat in rocky cove è una copia di un dipinto di artista sconosciuto, intitolato Lake view e probabilmente ambientato nel Wisconsin, mentre Ships è la copia di una marina di Edward Moran (Bolton, 1929 - New York, 1901). Tutti questi lavori erano stati riprodotti nei primi anni Novanta dell’Ottocento sul periodico Art Interchange, rivolto a pittori dilettanti e studenti: la rivista conteneva tavole da collezionare e istruzioni su come riprodurre i dipinti (per il dipinto di Crane erano state fornite dall’autore stesso e riguardavano, ad esempio, la scelta del tipo di tela, consigli su come disegnare, su come stendere il colore, su come farlo seccare). Poiché le riproduzioni si trovano in numeri diversi è probabile che Hopper fosse un lettore assiduo o che i suoi genitori avessero sottoscritto per lui un abbonamento.

La scoperta è importante perché ci consente di avere un’idea più chiara sulla carriera di Hopper: “i suoi inizi, infatti”, spiega Shadwick, “sembra siano stati più incerti di quanto si pensasse in preceenza”. Hopper non ha indicato che le sue tele erano copie, ma le ha firmate col suo nome: “piuttosto che un tentativo di confondere”, ha scritto Shadwick, “le firme suggeriscono semplicemente l’orgoglio giovanile dell’artista per i suoi primi risultati nella pittura a olio”. Ci sono però anche altri dati interessanti, che rendono evidente l’associazione, implicita, di Hopper con il movimento dei paesaggisti tonalisti, cosa che riflette, sottolinea Shadwick, la “grande popolarità del tonalismo nel mercato americano negli anni che immediatamente precedettero il XX secolo”.

“In questo periodo”, scrive il giovane studioso, “il tonalismo era riconosciuto come uno stile in tutto tranne che nel nome, definito dalla sua enfasi non narrativa su paesaggi americani intimi e spesso pastorali, sulla priorità della risposta soggettiva dell’artista e sulla grande attenzione all’atmosfera più che al dettaglio. L’impatto dei tonalisti sull’arte moderna americana è un soggetto che dev’essere ancora recuperato dagli studiosi, ma le tele di Hopper forniscono un convincente esempio del modo in cui lui e la sua generazione hanno compreso il genere del paesaggio americano attraverso il prisma della visione tonalista”. E il suo interesse per questo tipo di arte riflette dunque il suo approccio al paesaggio: senza contare che, per Shadwick, il modo di avvicinarsi al paesaggio tipico della pittura tonalista americana “diventerà un tratto caratteristico del lavoro di Hopper durante la sua carriera”.

“I dipinti giovanili di Hopper”, conclude Shadwick, “richiederanno ricerche ulteriori, dal momento che le prove qui presentate suggeriscono un’apertura a una gamma di fonti artistiche più vasta di quella che è stata solitamente riconosciuta. Infatti, le categorizzazioni spesso inflessibili del lavoro di Hopper, perpetuate dai suoi primi critici, hanno lasciato poco spazio per la miriade di influenze, spesso incongruenti, che caratterizzarono la prima parte della sua carriera”.

Edward Hopper, Old ice pond at Nyack (1898-1900; olio su tela, 29,8 x 50 cm; Heather James Fine Art)
Edward Hopper, Old ice pond at Nyack (1898-1900; olio su tela, 29,8 x 50 cm; Heather James Fine Art)


Bruce Crane, A winter sunset (anni Ottanta del XIX secolo; riproduzione dalla rivista The Art Interchange del 6 dicembre 1890)
Bruce Crane, A winter sunset (anni Ottanta del XIX secolo; riproduzione dalla rivista The Art Interchange del 6 dicembre 1890)


Edward Hopper, Ships (1898 circa; olio su tela, 30,5 x 50,8 cm; Melbourne, Florida, Fossaner Art Museum)
Edward Hopper, Ships (1898 circa; olio su tela, 30,5 x 50,8 cm; Melbourne, Florida, Fossaner Art Museum)


Edward Moran, A marine (1880; riproduzione sulla rivista The Art Interchange del 14 agosto 1886)
Edward Moran, A marine (1880; riproduzione sulla rivista The Art Interchange del 14 agosto 1886)

I dipinti giovanili di Hopper? Sono copie da riviste per pittori dilettanti
I dipinti giovanili di Hopper? Sono copie da riviste per pittori dilettanti


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