All’interno del complesso architettonico del Meiji Kinenkan di Tokyo si è svolta oggi la cerimonia per la consegna del Praemium Imperiale ai vincitori dell’edizione 2022: Giulio Paolini per la pittura, Ai Weiwei (Cina) per la scultura, Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa dello studio SANAA (Giappone) per l’architettura, Krystian Zimerman (Polonia/Svizzera) per la musica e Wim Wenders (Germania) per il teatro/cinema.
Premiati per i risultati conseguiti, per l’influenza da essi esercitata sul mondo dell’arte e per il contributo dato alla comunità mondiale con la loro attività, gli artisti hanno ricevuto un premio di 15 milioni di yen (circa 105.000 euro), un diploma e una medaglia, consegnata dalla Principessa Hitachi, consorte del Principe Hitachi, Patrono onorario della Japan Art Association.
Durante la cerimonia l’ex-presidente del Consiglio Lamberto Dini, che presiede il Comitato italiano di nomina dei candidati, ha affermato che pochi artisti oggi in attività hanno interrogato il mezzo e il significato dell’arte in modo ampio e articolato come Giulio Paolini. “Molte delle sue opere”, ha aggiunto, “si ispirano a capolavori della storia dell’arte e sono create per far sì che lo spettatore si interroghi su ciò che sta guardando. La sua arte pone in questione la natura stessa dell’arte e il ruolo dell’artista”.
Paolini è il terzo italiano nella storia a vincere il premio della pittura. Prima di lui ci erano riusciti soltanto Enrico Castellani (2010) e Michelangelo Pistoletto (2013). Nelle altre categorie, gli italiani vincitori in passato sono stati Umberto Mastroianni (scultura 1989), Arnaldo Pomodoro (scultura 1990), Giuliano Vangi (scultura 2002), Mario Merz (scultura 2003), Cecco Bonanotte (scultura 2012), Giuseppe Penone (scultura 2014), Gae Aulenti (architettura 1991), Renzo Piano (architettura 1995), Luciano Berio (musica 1996), Clauio Abbado (musica 2003), Maurizio Pollini (musica 2010), Riccardo Muti (2018), Federico Fellini (teatro-cinema 1990) e Sophia Loren (teatro-cinema 2010).