Il titolo della 60. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, “Stranieri Ovunque”, proposto da Adriano Pedrosa, ha dato un chiaro orientamento politico e sociale all’evento del 2024. Questo titolo fa diretto riferimento al lavoro del collettivo Claire Fontaine con sede a Parigi, un gruppo ispirato da un movimento antirazzista a Torino negli anni 2000, ed è un modo per spostare l’attenzione sulle questioni delle migrazioni, dell’alterità e della marginalità. Per questo, la Francia ha scelto di affidare il proprio Padiglione a Julien Creuzet (Parigi, 1986), il cui lavoro dal titolo Attila cataract your source at the feet of the green peaks will end up in the great sea blue abyss we drowned in the tidal tears of the moon -("Attila cataratta la tua sorgente ai piedi delle verdi vette, finirà nel grande abisso blu del mare in cui siamo annegati nella marea di lacrime di luna") è fortemente influenzato dalla presenza di tali questioni. Sostenuto dai suoi due curatori, Céline Kopp, direttrice del Magasin, il Centro nazionale per l’Arte Contemporanea a Grenoble, e Cindy Sissokho, curatrice, produttrice culturale e scrittrice, l’artista nominato per il Premio Marcel Duchamp 2021 è uno dei creatori più giovani a rappresentare il Padiglione Francese a Venezia, ma già una figura influente sulla scena internazionale.
Julien Creuzet presenta un’installazione immersiva che avvia un dialogo tra i fondatori immaginari e i miti delle nostre società ibride. Nel suo lavoro, l’acqua, i mari e gli oceani fungono da veicoli della sua visione della storia, dei movimenti delle persone, delle idee e delle forme. I riferimenti che trae da diverse geografie, intorno al Caraibi, all’America Latina e all’Africa occidentale, hanno i loro echi nel continente europeo e a Venezia. Attraverso questa scelta, il Padiglione francese accoglie un artista dal panorama multiforme, che lavora con diversi media, tra cui le arti visive, il video e la poesia. Fin dall’inizio, ha deciso di far dell’ospitalità e del dialogo i temi distintivi di questa sua avventura alla Biennale. Questa apertura e questo desiderio di interazione e dialogo sono centrali nel suo lavoro e nella sua carriera, alimentati dalle molteplici fonti fantasiose dei Caraibi, della Martinica, dove è cresciuto, e dall’interfaccia tra le culture europea, africana e indiana. Julien Creuzet invita ad ampliare l’attenzione e a vedere il Padiglione francese come uno spazio di mobilità, di visibilità e di riscoperta. Fedele al suo desiderio di creare le condizioni per un “grande momento di vita e insieme”, ha scelto di svelare il suo progetto alla stampa in Martinica, come prima fase di questo padiglione aperto, che è anche un invito a celebrare la scena artistica dei Caraibi. A Venezia, l’Institut français ha scelto di far incontrare anche il tema dell’evento di quest’anno. Per la prima volta, nelle giornate dedicate alla comunità professionale, organizzerà un evento unificante intorno alla presenza francese a Venezia sotto forma di colazione. Il “Caffè français” offrirà un’opportunità per professionisti dalla Francia e dall’estero di incontrarsi e chiacchierare.
Il catalogo include una serie di opere inedite di Julien Creuzet insieme ad estratti da testi letterari che rivelano immaginari condivisi tra le diaspore africane e legati al suo lavoro. Cinque ricercatori sono stati invitati a proporre titoli che abbiano influenzato sia la loro fantasia che il loro lavoro. Questi testi contribuiscono a formare un libro pubblicato da Beaux-Arts de Paris in collaborazione con l’Institut français, previsto per il 17 aprile 2024. Il libro di Julien Creuzet costituisce una delle due dimensioni del catalogo, insieme ai “pezzi sonori” che saranno disponibili in forma orale online. Questi pezzi sonori, che accompagnano i testi, danno vita alle opere attraverso letture e interviste, creando un’esperienza multisensoriale per i lettori.
“Quello che voglio offrire ai visitatori di questo Padiglione è una zona di confluenza complessa e sensoriale, a esperienza profondamente vissuta. Per me è proprio che questo lo spazio riguarda. È un incrocio, un luogo dove si può incontrare qualunque cosa, soprattutto se stessi”.
Nato nel 1986, Julien Creuzet è un artista franco-caraibico che vive e lavora a Montreuil. Egli crea opere proteiformi che incorporano poesia, musica, scultura, assemblaggio, cinema e animazione. Nella sua evocazione di molteplici scale temporali transoceaniche e scambi postcoloniali, l’artista colloca l’eredità passata, presente e futura al centro del suo lavoro. Ignorando le narrazioni globali e il riduzionismo culturale, il lavoro di Julien Creuzet spesso mette in luce anacronismi e realtà sociali con lo scopo di costruire oggetti irriducibili. Assomiglianti a reliquie del futuro riportate sulla terra da una marea oceanica, le opere di Julien Creuzet assumono la forma di testimonianze amplificate alla storia, alla tecnologia, alla geografia e a se stesso. Il lavoro di Julien Creuzet è stato presentato in numerose mostre personali, tra cui al Magasin CNAC di Grenoble (FR), curata da Céline Kopp e Cindy Sissokho, fino al 26 maggio 2024, e recentemente presso LUMA ad Arles e Zurigo (FR e CH) nel 2022 e 2023. Ha anche esposto al Camden Art Centre di Londra (Regno Unito) nel 2021, al Palais de Tokyo di Parigi (FR) e al CAN Centre d’Art Neuchâtel (CH) nel 2019, e presso la Fondation d’Entreprise Ricard a Parigi (FR) e Bétonsalon a Parigi (FR) insieme nel 2018. Inoltre, Julien Creuzet ha preso parte a numerose mostre istituzionali, tra cui la Biennale Performa 2023 (USA), la 35a Biennale di San Paolo (BR) e la 12a Biennale di Liverpool (Regno Unito), tutte nel 2023. Ha esposto anche al Museo di Arte Contemporanea di Chicago (USA) e al Musée Tinguely di Basilea (CH) nel 2022, alla Galleria Nazionale di Praga (CZ) nel 2022, al Wesleyan University Center for the Arts di Middletown (USA) e al 19 CRAC Montbéliard (FR) nel 2021, alla Manifesta 13 a Marsiglia (FR) nel 2020, al Museo d’arte moderna di Parigi (FR) nel 2019, alla Biennale di Kampala (UG) e alla Biennale di Gwangju (KR) nel 2018. Le opere di Julien Creuzet sono incluse in collezioni prestigiose come quella del Centro Pompidou (FR), del CNAP (FR), del Museo MMK (DE), della Villa della Fondazione Datris (FR), della Fondation d’entreprise Galeries Lafayette (FR), del Fondo d’art Contemporain di Parigi (FR), dei FRAC (Borgogna, Champagne-Ardenne, Grand Large, Île-de-France, Méca, Paesi della Loira) (FR), del Carré d’Art-Musée d’art contemporain (FR) e della Fondazione Kadist (Stati Uniti). Julien Creuzet è rappresentato da DOCUMENT, con sedi a Chicago e Lisbona; dalla Galleria Andrew Kreps di New York; e da Mendes Wood DM, con sedi a San Paolo, Bruxelles, Parigi e New York.
Biennale, al Padiglione Francia un poetico viaggio nell'oceano con Julien Creuzet |