È scomparso, all’età di 86 anni, uno degli scultori più importanti degli ultimi tempi, Nicola Carrino: l’artista se n’è andato nella sua casa-studio a Roma, dove viveva da più di cinquant’anni. Nato a Taranto nel 1932, Nicola Carrino si era trasferito a Roma nel 1962, e nella capitale era entrato a far parte del Gruppo Uno, e fin da subito aveva cominciato la sua attività di scultore sperimentale che realizzava le proprie opere con materiali come il ferro, l’acciaio, gli oggetti industriali. Tra le sue ricerche di punta, i Costruttivi trasformabili, sculture risultanti dalla modulazione di elementi in ferro o in acciaio. Si tratta di lavori dotati di un forte senso architetturale e animati dalla capacità di dar vita a moltissime relazioni libere o programmate, anche in rapporto al paesaggio (molte sue installazioni sono state infatti esposte all’aperto).
Aveva iniziato giovanissimo la sua carriera: la prima mostra collettiva a cui partecipò risale al 1952, quando aveva vent’anni, mentre la prima personale fu allestita sei anni dopo, nel 1958. Durante la sua carriera ha partecipato a quattro Biennali di Venezia (1966, 1970, 1976, 1986), a quattro Quadriennali di Roma (1965, 1973, 1986, 1999), a due Biennali di San Paolo del Brasile (1971 e 1979) e alla Biellane di Parigi del 1967. Sue opere si trovano in musei e fondazioni come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il MART di Rovereto, il Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea di Torino, la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, la Sammlung Dierichs della Ruhr-Universität di Bochum. Docente in diverse Accademie di Belle Arti, era anche, dal 1993, membro dell’Accademia di San Luca, di cui è stato Presidente tra il 2009 e il 2010.
Ci lascia Nicola Carrino, artista e Accademico di San Luca |