È scomparso lo scorso 29 agosto il grande fotografo austriaco Erich Lessing. Nato a Vienna nel 1923, Lessing era uno dei fotografi di punta della Magnum Photos: con la sua macchina fotografica ha documentato molti dei momenti più importanti della storia del Novecento, a cominciare dalla rivolta ungherese del 1956. Di origini ebraiche, costretto a lasciare l’Austria nel 1939 in seguito all’Anschluss, si rifugiò con la famiglia in Israele (solo la madre rimase in Austria, e scomparve in seguito ad Auschwitz). Tornato in Austria nel 1947, Lessing iniziò la sua carriera nella Associated Press.
Le fotografie di Lessing sono tra le testimonianze più preziose dell’Europa nel secondo dopoguerra: l’occupazione degli alleati, la ricostruzione della Germania distrutta, la vita nell’Europa dell’Est. A partire dagli anni Sessanta, Lessing cambiò gli oggetti del proprio interesse e diventò uno dei più apprezzati ritrattisti dell’epoca, immortalando poeti, musicisti e scienziati: con le sue foto, Lessing ha riempito centinaia di pagine. Ha insegnato all’Università di Arti Applicate di Vienna, e nel 2013 ha donato circa 60.000 fotografie alla Biblioteca Nazionale Austriaca. Nel corso della sua carriera ha lavorato per riviste come LIFE, Time, Paris Match, Epoca, Picture Post, Quick.
“Non ho mai pensato di far altro, se non di raccontare storie”, dichiarò Lessing. “La macchina fotografica è diventata il mezzo con cui faccio ciò, ma non porto con me una macchina ovunque io vada. Per me, è semplicemente il mezzo per raggiungere un obiettivo ben preciso. Osservo il mondo attraverso i miei occhi e non attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica. Non interpreto, né modifico alcunché nella camera oscura. Sono un fotografo verista”.
Addio al fotografo Erich Lessing. Aveva documentato la storia del Novecento |