Scolpire il vento: al mudaC di Carrara il progetto di Francesco Bartoli


S’intitola Scolpire il vento il progetto che Francesco Bartoli porta al mudaC di Carrara fino all’8 ottobre: Bartoli ha immaginato un progetto che lo ha portato a esplorare il territorio naturale e antropologico delle Alpi Apuane.

S’intitola Scolpire il vento il progetto che Francesco Bartoli (Velletri, 1978) porta al mudaC di Carrara in qualità di vincitore del PAC2021 - Piano Arte Contemporanea, il programma di promozione dell’arte contemporanea promosso dalla Direzione Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura che ogni anno assegna a diversi musei d’arte contemporanea italiana risorse per nuove acquisizioni e nuove produzioni. Per il mudaC, Bartoli ha immaginato un progetto, di durata quadriennale, che lo ha portato a esplorare il territorio naturale e antropologico delle Alpi Apuane: durante le sue incursioni sul territorio sono state attivate collaborazioni con l’Accademia di Belle Arti di Carrara, il Museo Tattile “Omero” di Ancona, l’Archivio Cinema d’Impresa di Ivrea, istituzioni che hanno permesso la realizzazione del film Scolpire il vento e partecipato attivamente alla sua costruzione.

Al mudaC il pubblico può vedere in mostra, dall’8 luglio all’8 ottobre 2023, sia il film, sia un gruppo di fotografie, sia due sculture. Nel film l’artista ha rappresentato il paesaggio di Carrara, attivando relazioni con gli scalpellini, artisti e studenti dell’Accademia di Belle Arti. Attraverso immagini ed estratti storici, il film mira a esplorare il rapporto tra marmo, persone, paesaggio, società e storia, rivelando la potenza dell’immaginazione e offrendo nuovi modi di comprendere la complessità di questo territorio.

“Il progetto Scolpire il vento di Francesco Bartoli interpreta le strategie di promozione culturale adottate dalla nostra amministrazione”, sostiene Gea Dazzi, assessora alla Cultura e Istruzione del Comune di Carrara, “in particolare le collaborazioni attivate dall’artista hanno permesso di realizzare un’opera filmica che rappresenta lo straordinario valore e unicità del nostro territorio e che entrerà a fare parte della collezione permanente del museo”.

Così invece la direttrice del mudaC Laura Barreca: “Saper disvelare in forma dialogica il valore del marmo e del valore del lavoro umano, comprendere insieme la potenza visiva del paesaggio e la sua effimera e cangiante bellezza, sono alcuni tra i livelli interpretativi che l’opera di Bartoli ci offre, e che grazie al supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura oggi questo sguardo diventa patrimonio condiviso e permanente”.

Scolpire il vento vuole essere anche un’occasione di conoscenza. Nella costruzione di questa opera d’arte, l’artista si è fatto interprete di un sentire collettivo: la sua restituzione, attraversola collaborazione con il Museo Tattile Omero di Ancona, ha trovato forma narrativa nel film omonimo, un dialogo tra marmo e persone che lo lavorano, tra paesaggio e società, tra arte contemporanea e storia. Le immagini delle mani che sfiorano le sculture e la consapevolezza sensoriale che passa attraverso il tatto, vogliono mostrare al pubblico nuovi modi di esperire ed esplorare la vita e l’esistente. Nel film sono presenti anche estratti storici, ottenuti tramite la preziosa collaborazione dell’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa, che ampliano ulteriormente la consapevolezza della complessità di tutto il progetto.

“Mito e memoria, paesaggio e scultura, tecnologia e arte, sono soltanto alcuni dei temi e dei concetti che sono affiorati in questi intensi e complicati anni di ricerca sul territorio di Carrara e dintorni”, dice l’artista. “Ed è da questo caos necessario e armonico, di echi del passato e stimoli del presente che nasce l’idea di costruire un film poetico dedicato ai materiali dell’arte e al rapporto tra l’uomo e il paesaggio che abita, vive e che in questo caso plasma incessantemente. Un legame, quello tra l’uomo e il paesaggio delle Apuane, che consuma entrambi da secoli. Paesaggio poetico, paesaggio fisico e paesaggio immaginario, dunque, in un unico lavoro che nasce con il delirante obiettivo di misurare l’assente. Come in una ipotetica Arcadia perduta, le maschere di marmo prodotte e usate nel film, simboleggiano una dimensione primitiva in cui l’uomo vive in armonia con il paesaggio che lo ospita”.

Nel testo in catalogo Giacinto di Pietrantonio risponde alla domanda che ci pone e si pone Francesco Bartoli “Il vento può essere scolpito?”: “rispondiamo che sì, anche perché l’aria sposata alla meccanica è entrata da molto nella strumentazione che riguarda la scultura: martelli pneumatici, scalpelli pneumatici, attrezzi ad aria compressa di vario tipo e utilizzo che facilitano di molto il lavoro di scalpellini e scultori a scapito, secondo alcuni, del tocco di mano, che ravviva l’antica e moderna diatriba che ancora resiste nella disputa tra tradizionalisti e modernisti”.

Oltre alla produzione del film e alla realizzazione della mostra, il mudaC ha ideato il Public Program Ruoli di società: musei, comunità, monumenti, affrontando importanti temi legati al ruolo del museo nelle dinamiche sociali, nel territorio e nella partecipazione della comunità. Si è rivisitato il concetto storico di monumento e opera, promuovendo un approccio più inclusivo, partecipativo e democratico alla cultura e alla storia. Inoltre, è stato organizzato un workshop dell’artista con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, offrendo un’esperienza diretta del racconto filmico e della relazione con il paesaggio vissuta durante i mesi di riprese del film. Il progetto è accompagnato da un catalogo pubblicato da hopefulmonster editore.

Francesco Bartoli si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove segue i corsi dell’artista Luciano Fabro. Nella sua ricerca artistica fonde il disegno con altre discipline artistiche come il frottage (stampa diretta su carta), il video, l’animazione e la performance. Nel corso dei 15 anni trascorsi allestero, sviluppa molti progetti interdisciplinari, tra cui vale la pena menzionare la collaborazione con il Museo Nazionale di Scultura di Valladolid (Spagna) e il Museo d’Arte Romana di Mérida (Spagna) con l’istallazione - film in16mm. a colori “Una Forma in Comune” e la partecipazione al progetto “Padiglione Italia nel Mondo” con l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid (Spagna) organizzato nel contesto della 54^ Biennale di Venezia. Tra i riconoscimenti il premio Aiuti all’Arte Contemporanea (2010) del Ministero della Cultura spagnolo e le selezioni ai festival internazionali di documentari e fotografia PhotoEspaña 2010 e Documenta Madrid 2011. Regista e produttore del progetto In Search For Nothing (2016), docufilm con migranti minori non accompagnati. Tra i suoi ultimi progetti internazionali, la mostra personale Scolpire la memoria I Dìnamo Gallery Esap Porto (2021) e ITALIAN COUNCIL X (2021) con il progetto Ecos: la memoria degli ultimi Indios Charrúas dell’Uruguay, in collaborazione con EAC - Centro de Arte Contemporaneo di Montevideo e Viafarini, Milano.

Scolpire il vento: al mudaC di Carrara il progetto di Francesco Bartoli
Scolpire il vento: al mudaC di Carrara il progetto di Francesco Bartoli


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