A Prato sta per essere installata un’opera di Loris Cecchini (Milano, 1969), Spindles (“fusi”), che intende celebrare la città che non si ferma di fronte alla crisi, e neppure davanti alla pandemia. Il progetto è stato presentato giovedì dallo stesso Cecchini insieme al presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Franco Bini, al sindaco, Matteo Biffoni, e agli assessori Simone Mangani e Valerio Barberis. Il progetto è stato condiviso dal Comune di Prato che, insieme alla Fondazione, ha individuato lo spazio per la collocazione della scultura. Lo stesso Comune, hanno ricordato sindaco e assessori, si è occupato delle procedure per l’installazione e della realizzazione del basamento. L’opera è in corso di lavorazione e la collocazione definitiva dovrebbe avvenire a breve.
Per la sua scultura, Cecchini ha scelto un titolo simbolico, Spindles, che si riferisce ai fusi su cui si avvolge il filato. Si tratta di una grande scultura modulare in acciaio e alluminio, composta da cinquanta elementi, ciascuno a sua volta diviso in tre parti accoppiate. Per Cecchini “sono la metafora dinamica della città e dei suoi abitanti in continuo divenire, in cui la singolarità degli elementi individuali si rapporta sempre a un contesto più ampio, al momento collettivo e plurale”. Importanti le dimensioni: oltre nove metri le misure di base e l’altezza. “Gli elementi, innestati l’uno nell’altro”, spiega l’artista, “a formare una sorta di grande diagramma di crescita in cui concetti come entità singolare e collettiva, tecnico e organico, variabile e costante, divengono metafora disegnata di relazione vettoriale e dinamica della città e dei suoi abitanti”.
L’opera verrà collocata nello spazio verde lungo via Cavour, in prossimità delle antiche mura medievali comprese tra il bastione mediceo di San Giusto e l’ingresso dell’ex ospedale. Spindles si colloca formalmente tra le serie di opere più conosciute ed apprezzate dell’artista, ovvero quelle strutture modulari metalliche che danno luogo a configurazioni formali sempre diverse ed il cui riferimento concettuale ruota intorno alle idee di organico, di crescita, di espansione particellare della materia in un continuo rimando tra arte, scienza, natura e cultura. L’assessore Barberis ha messo in evidenza il nuovo intreccio che si produce tra il linguaggio della città storica e quello della contemporaneità, che va caratterizzare l’ingresso al nuovo parco centrale di Prato.
Per Cecchini si tratta di un ritorno a Prato, di cui conosce la speciale vocazione alla contemporaneità. Ha collaborato con il Centro Luigi Pecci e con il Comune di Prato anche per realizzare Waterbones, un’installazione permanente allestita sulla facciata della Biblioteca Lazzerini. “L’opera d’arte che la Fondazione Cassa di Risparmio dona ai pratesi, in forza di un solido patto di collaborazione con il Comune”, sottolinea Franco Bini, “vuol essere il simbolo di una comunità dinamica, che trae dalla solidarietà e dall’apertura al nuovo la forza per affrontare un futuro complesso”.
Nell’immagine, un rendering di Spindles di Loris Cecchini.
A Prato in arrivo una monumentale opera di Loris Cecchini, “Spindles” |