La Polonia porta la tragedia della guerra in Ucraina alla Biennale di Venezia. Il progetto che il Padiglione polacco presenta al pubblico è infatti tutto centrato sul conflitto che la Russia ha scatenato contro l’Ucraina nel febbraio 2022 e consiste in un’installazione audiovisiva, Ripetete dopo di me II, che rappresenta un ritratto collettivo dei testimoni della guerra in corso. Questa installazione è creata dal collettivo artistico ucraino Open Group e curata da Marta Czyż. Nell’installazione, i protagonisti sono civili rifugiati che narrano la loro esperienza di guerra attraverso i suoni degli armamenti che hanno imparato a riconoscere. Questi suoni vengono poi riprodotti e il pubblico è invitato a ripeterli, creando così una sorta di karaoke militare del futuro che unisce i partecipanti a chi ha vissuto la guerra.
L’opera è composta da due video, prodotti nel 2022 e nel 2024, che mostrano i rifugiati mentre raccontano la propria storia e i suoni della guerra che li hanno accompagnati. Gli artisti utilizzano la formula del karaoke, ma anziché basarsi su brani famosi, propongono i rumori di proiettili, cannonate, sirene antiaeree ed esplosioni. Il testo dei suoni rappresenta la descrizione dell’effetto di un’arma letale, offrendo così al pubblico una colonna sonora della guerra che sta avvenendo.
Il lavoro mette assieme le competenze di Marta Czyż, storica dell’arte, curatrice indipendente e critica d’arte con sede a Varsavia, e l’esperienza artistica di Open Gropu. Czyż, nel suo lavoro, attinge dagli archivi e dagli eventi più recenti della storia dell’arte che influenzano la cultura e i movimenti sociali. Si interessa anche della storia dei sistemi espositivi in Polonia e delle questioni legate alla professione del curatore. È stata borsista del Ministero della Cultura e del Patrimonio culturale nazionale nel 2018 e fa parte del consiglio della sezione polacca dell’AICA (Associazione Internazionale dei Critici d’Arte). Il collettivo Open Group è stato fondato nell’agosto del 2012 a Leopoli da un gruppo di sei artisti ucraini. Nel corso del tempo, la composizione del gruppo è cambiata e attualmente i membri fissi sono Yuriy Biley, Pavlo Kovach e Anton Varga, che occasionalmente invitano altri artisti a unirsi al gruppo per progetti specifici. Il lavoro del collettivo si concentra sull’osservazione delle interazioni tra le persone e il contesto spaziale, creando situazioni aperte. Dal 2011, i membri del gruppo gestiscono anche spazi artistici indipendenti come la galleria Detenpyla o Efremova26 a Leopoli. Open Group ha ricevuto il riconoscimento speciale al PinchukArtCentre Prize nel 2013 e il premio principale nel 2015. Le loro opere sono state esposte nel Padiglione Ucraina alla 56ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 2015. Hanno partecipato all’Evento Collaterale Future Generation Art Prize@Venice 2017 alla Biennale Arte 2017 e hanno curato la mostra ospitata dal padiglione Ucraina alla Biennale Arte 2019.
L’accostamento dei lavori del 2022 e del 2024 nell’installazione Ripetete dopo di me II vuole mettere in luce la drammatica continuità della memoria e i cambiamenti nell’industria bellica. Il primo video è stato girato in un campo profughi vicino a Leopoli, mentre il secondo è stato girato fuori dall’Ucraina, in vari paesi dell’Europa occidentale che offrono rifugio sicuro ai protagonisti. Tuttavia, anche lontani dal suono costante delle sirene della contraerea, i suoni della guerra rimangono parte del loro trauma e si diffondono simbolicamente nel loro ambiente. Gli spettatori sono invitati a ripetere i suoni degli armamenti, aprendo così una finestra sulla lingua dell’esperienza dei testimoni. Oppure possono ritirarsi in uno spazio sicuro, arredato come un bar karaoke, ma con la vista rivolta verso un futuro militarizzato che incombe minaccioso.
Poco prima dell’invasione russa in Ucraina, il Centro per la Comunicazione Strategica e la Sicurezza Informativa del Ministero della Cultura e della Politica Informativa ha distribuito brochure intitolate “In caso di invasione o di guerra”, fornendo istruzioni su come comportarsi durante un’azione bellica. Queste istruzioni variano a seconda del tipo di attacco, ma il riconoscimento dei suoni può essere vitale per la sopravvivenza. Ripetete dopo di me II mostra che la guerra è un’esperienza condivisa, al di là delle differenze di età, provenienza e status sociale, dando voce a chi ha vissuto la tragedia in prima persona.
La gestione del Padiglione Polonia e l’organizzazione della mostra alla 60ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia sono affidate alla Galleria nazionale d’arte Zachęta. La Polonia partecipa all’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale con un proprio padiglione dal 1932.
La Galleria nazionale d’arte Zachęta rappresenta un punto di riferimento essenziale per la diffusione dell’arte contemporanea in tutte le sue forme espressive, svolgendo un ruolo centrale nella vita culturale e sociale della Polonia. Fondata con la missione di promuovere le tendenze artistiche più rilevanti del XX e XXI secolo, la Zachęta ospita mostre che spaziano dall’arte polacca all’arte internazionale. Attraverso le sue secolari sale espositive, la Zachęta ha presentato le opere di numerosi artisti di spicco, tra cui Paweł Althamer, Marlene Dumas, Luc Tuymans, Jan Lebenstein, Zbigniew Libera, Daniel Libeskind, Tadeusz Kantor, Katarzyna Kozyra, Yayoi Kusama, Niki de Saint Phalle, Wilhelm Sasnal, Alina Szapocznikow, Wolfgang Tillmans e Jerzy Nowosielski.
La Zachęta non solo organizza mostre di alto profilo, ma si impegna anche in attività educative rivolte a diverse fasce di età, dall’infanzia all’età adulta. Inoltre, pubblica libri sull’arte contemporanea e raccoglie informazioni sulla vita artistica in Polonia dopo il 1945. Parte delle opere esposte durante le mostre possono entrare a far parte della collezione permanente della galleria, arricchendo così il suo patrimonio artistico e culturale.
La Polonia porta la tragedia della guerra in Ucraina alla Biennale di Venezia |