Inaugurata ieri a Napoli, tra le polemiche, l’opera Tu si ’na cosa grande, un’installazione di arte pubblica ideata da Gaetano Pesce (La Spezia, 1939 - New York, 2024) per il programma Napoli contemporanea, voluto dal sindaco Gaetano Manfredi e curato da Vincenzo Trione. L’opera, situata in Piazza Municipio, rappresenta un tributo personale e artistico alla città e alle sue radici, e in particolare alla figura di Pulcinella. L’opera, composta da due sculture, è l’ultima creazione di Gaetano Pesce. Una scultura rappresenta l’abito di Pulcinella, alto 12 metri e illuminato dall’interno, mentre l’altra è un cuore rosso di 5 metri, trafitto da una freccia metallica. Il cuore simbolizza l’affetto dell’artista per Napoli, mentre la veste di Pulcinella evoca l’ironia, il coraggio e la capacità di cambiamento della città partenopea.
L’installazione, curata da Silvana Annicchiarico, riflette i temi centrali del lavoro di Pesce: l’estetica dell’imperfetto, l’attenzione al corpo e il femminile come forza creativa. L’opera vuole riassumere molti dei temi centrali nel lavoro di Pesce: il femminile, rappresentato dall’abito colorato che sostituisce quello tradizionale bianco, come motore creativo, l’estetica dell’imperfetto e dello scarto, l’uso di materiali contemporanei, e l’attenzione al corpo umano non solo in termini ergonomici, ma anche sensoriali ed emozionali. Il cuore, simbolo tradizionale degli innamorati, viene reinterpretato nell’installazione come simbolo di attaccamento affettivo a un luogo, in questo caso Napoli. Pulcinella, figura iconica della città, viene rappresentata attraverso la sua camicia, simbolo dell’ingegno, del coraggio, e dell’apertura al cambiamento. Insomma, per Pesce voleva essere un omaggio alla città, un incontro tra personale e collettivo, tra storia e contemporaneità.
Tuttavia, l’opera non ha mancato di suscitare polemiche: un po’ perché stride con il contesto della piazza, un po’ per la sua indiscutibile forma fallica (tanto che a Napoli l’opera è già stata ribattezzata... il pesce di Pesce), un po’ per il costo (180mila euro di cui 160mila euro messi a disposizione dalla Regione Campania attraverso i fondi per la promozione culturale dei Comuni). E ovviamente non ha mancato di sollevare commenti ironici. Ma anche critici: tra questi, le osservazioni dell’ex sindaco Luigi De Magistris che sul suo profilo Facebook ha pubblicato una lunga riflessione: “L’opera di Pesce, per come e dove è stata esposta dall’amministrazione Manfredi ha raggiunto un suo obiettivo: quello di scatenare il meglio dell’ironia, dell’umorismo e della satira dei napoletani. Non ridevo da solo da diverso tempo. Meglio di come hanno fatto credo fosse difficile. E non discuto i meriti artistici prima del Pistoletto ed oggi del Pesce. Passo ora a qualche riflessione meno ironica, ma più amara. Quando ero Sindaco di Napoli ed era l’epoca della rinascita, tolti i rifiuti, finalmente arte di strada, cultura, eventi, bel turismo, ogni iniziativa che volevamo fare era una corsa ad ostacoli. [...] Solo Pistoletto e Pesce sono costati circa UN MILIONE di euro di soldi dei napoletani. Durante il nostro mandato tutte opere senza un euro di denaro pubblico, ed anzi il privato che effettuava installazioni pagava l’occupazione di suolo pubblico e quindi il Comune incassava. Ed allora se volete trovare la bellezza con l’identità di Napoli andate a trovare il Pulcinella di Lello Esposito che mettemmo nel 2012 a Vico Fico al Purgatorio, traversa di via Tribunali, vicino al teatro Instabile del compianto Michele Del Grosso, dove togliemmo i rifiuti per sempre e con la cultura e il popolo napoletano collocammo il Pulcinella che oggi è una delle mete più amate e fotografate. A gratis”.
L’attuale primo cittadino, Gaetano Manfredi, ovviamente difende l’opera: “Inizialmente quando l’ho vista ho pensato quello che hanno pensato anche gli altri. Penso che sia un pensiero che è arrivato a tutti ed è un pensiero molto napoletano. Lo dobbiamo prendere anche come un pensiero di buon augurio, ma l’idea dell’opera è di una rappresentazione stilizzata del rapporto tra Pulcinella e il cuore dei napoletani. E poi l’arte contemporanea deve far discutere, il dibattito è segno di una città viva”.
Per la curatrice Annicchiarico, “intervenire sull’iconografia di Pulcinella, valorizzare la parte femminile, farla evolvere, renderla disponibile ad assumere nuovi volti e nuove identità, come ha fatto Gaetano Pesce, non è una dissacrazione, ma piuttosto la consacrazione del suo spirito fluido e trasformativo. Pulcinella entra in dialogo con un gigantesco cuore trafitto da una freccia: non un segno di morte o di sofferenza, ma e il cuore colpito da Cupido, che simboleggia l’amore, la passione e l’energia per una citta al contempo caotica, creativa e profondamente umana. Ma è anche il sentimento che tutti noi dovremmo sempre coltivare: l’amore per l’arte, la storia, e anche ciò che è diverso da noi”.
Secondo le volontà dell’artista, l’opera, dopo l’iniziale esposizione in Piazza Municipio (dove ha preso il posto di un’altra opera molto discussa, la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto in versione extralarge), l’opera rimarrà a Napoli. Gli abitanti accetteranno questa presenza... ?