Per il suo terzo appuntamento, garage BENTIVOGLIO, il progetto di Palazzo Bentivoglio a Bologna che ogni mese mette a disposizione dello sguardo dei passanti un pezzo dalla sua collezione nella vetrina d’arte su via del Borgo di San Pietro, presenta dal 15 novembre al 9 dicembre 2023 Il giardino perduto di Matteo Nasini.
Inserita solitamente tra le colonne neoclassiche delle stanze del Palazzo, l’opera si presenta in una veste allestitiva completamente nuova. Tra le riflessioni che il progetto pone c’è infatti quello della polisemia dell’opera: riallestita all’interno di uno spazio neutro come quello della vetrina, sollevata dal confronto con altre opere o spazi storicizzati, l’opera acquista infatti nuovi significati. Le colonne che compongono l’opera di Nasini portano con sé significati mitologici e archetipici, dagli attributi iconografici di eroi leggendari come Ercole e Sansone all’eco del crollo di un maestoso edificio nella Sala dei Giganti di Palazzo Te che frena la scalata all’Olimpo di Alcioneo e compagni, e, nella loro nuova collocazione, non solo intendono interrogare i passanti su come l’arte possa partecipare alla loro vita, ma vogliono essere anche occasione per porre ai collezionisti nuove domande sulle opere che possiedono.
“Per le opere d’arte non vale mai il primo incontro, il primo sguardo, si devono sempre ri-guardare, dando loro la possibilità di cambiare insieme a noi, perché né loro né noi rimaniamo gli stessi. Ri-guardare è un’attività umana antistorica, perché è in contraddizione con il normale fluire del tempo che scorre, di Κρόνος che tutto irrimediabilmente fagocita e non dà a nessuno il tempo di tornare sulle cose”, spiega Davide Trabucco, curatore del progetto. “Una vetrina su strada”, aggiunge Trabucco, “dà invece la possibilità all’opera di partecipare alla nostra quotidianità, perché tra un passaggio e l’altro, tra una lettura e l’altra, passa la vita. Inoltre, la vetrina permette che dantescamente il fruitore guardi e passi, senza doversi curare troppo di quali e quanti significati si porta dietro dopo questo passaggio”.