Un’installazione che altera la nostra percezione dello spazio: è Signum di Gianni Lucchesi (Pisa, 1965), opera che si potrà vedere dal 5 marzo al 10 aprile nella chiesa di Santa Maria della Spina a Pisa, in un progetto a cura di Nicolas Martino, con allestimento di Carlo Alberto Arzelà e l’illuminazione di Davide Groppi.
Signum vuole essere segno, impronta, segnale, ordine, insegna, bandiera, presagio. E anche molto altro: è lo spaesamento del nostro tempo, è l’ansia per il futuro, soprattutto nelle nuove generazioni, è il rapporto, sempre complicato tra umano, natura e spiritualità, che spinge l’umano a ritrovare la ’teologia della natura’. Da qui l’intento dell’artista di rappresentare il sintomo latente, inteso come qualcosa che rimane nascosto e che non appare esternamente se non attraverso la deformazione della morfologia e, quindi, di lavorare sul pavimento della chiesa che rappresenta il fondamento della fede, l’umiltà, il credere a ciò che non si vede.
Come si modifica la nostra “percezione” della realtà, e quali sono le conseguenze antropologiche di queste trasformazioni profonde del nostro stare al mondo? Cosa accade quando il progetto antropocentrico mette in pericolo l’esistenza stessa della natura e, quindi, della nostra civiltà? Nello “spaesamento” che caratterizza il nostro tempo, l’artista imprime un “segno” che vuole interrogare il pubblico e al tempo stesso si fa presagio di nuove prospettive.
L’installazione di Gianni Lucchesi, realizzata in laboratorio, sembra distruggere il pavimento di Santa Maria della Spina, ma in realtà è semplicemente appoggiata sul pavimento della chiesa senza alcun tipo di interferenza. La luce, elemento funzionale alla drammaturgia dell’installazione, coinvolge il pavimento e la scultura della Madonna della Rosa di Andrea e Nino Pisano.
“Conosco Gianni Lucchesi e conosco la sua capacità di stupire e quando sono entrato ho avuto un sussulto, questa installazione è pazzesca”, dichiara l’assessore alla cultura del Comune di Pisa, Pierpaolo Magnani. “È la quindicesima mostra, l’ultima del mio mandato, che allestiamo in questo un luogo sacro, uno scrigno d’arte come la chiesa di Santa Maria della Spina: in 3 anni e 8 mesi abbiamo coperto 385 giorni di apertura nonostante due anni di pandemia. Un grandissimo risultato che viene coronato con questa operazione dirompente di un’artista come Lucchesi”.
“Per il piccolo gioiello architettonico della chiesa di Santa Maria della Spina a Pisa”, racconta Gianni Lucchesi, “ho pensato di rinunciare a considerare il volume della chiesa come un contenitore espositivo. All’interno delle suggestive mura di un’architettura sacra, dove lo spirito viene sollecitato indipendentemente dal proprio credo, accade qualcosa, la manifestazione di un forte segnale, di un sintomo”.
“Sotto il selciato c’è (ancora) la spiaggia? In questa frase che trasforma in interrogazione uno degli slogan più famosi del maggio parigino, sembra essere contenuta la chiave di volta del ‘segno’ impresso da Gianni Lucchesi”, spiega il critico Nicolas Martino. “Se, infatti, quelle giornate del maggio annunciavano un nuovo mondo carico di promesse, in realtà segnavano anche, e forse soprattutto, il tramonto della civiltà moderna e quindi la fine di una ‘percezione’ del mondo che aveva messo al centro l’uomo e il suo progetto sulla natura”.
Gianni Lucchesi nasce a Pisa nel 1965. Dal 1985 espone in mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Nel 2006 riceve il premio Cisdac, il Centro Italo Svizzero per l’Arte Contemporanea. Partecipa alla Biennale di Casablanca del 2014 e dal 2016 al 2019 a quattro edizioni del Museo della Follia curato da Vittorio Sgarbi. Dal 2019 espone in mostre curate e presentate da Nicolas Ballario. Nel 2021 vince il concorso per la realizzazione del monumento a Sandro Pertini a Savona.
Ciò che ha contraddistinto il lavoro di Lucchesi degli ultimi anni è stata l’indagine dell’interiore umano, declinata attraverso varie forme di rappresentazione, giocando sempre tra un “fuori” ed un “dentro”. La sua intenzione non è mai stata rivolta verso l’individuo inteso come singola persona, ma bensì uno sguardo più profondo rivolto ad universali meccanismi psicologici appartenenti alla condizione umana. Gli stessi titoli delle opere come “l’attesa”, “cherofobia” e “conflitto interiore” esprimono concetti universali esistenziali, atteggiamenti e sentimenti riferiti a determinate condizioni dell’umano.
Con il progetto OUT THERE presentato nel 2021 a Milano dalla galleria IPERCUBO, Lucchesi ha ribaltato concettualmente la direzione dello sguardo del suo intervento da una visione antropocentrica ad una visione proiettata verso l’esterno. In Signum l’intento è quello si stimolare una riflessione critica da parte dell’osservatore riguardo alla propria percezione dell’ambiente mediante una sorta di “esperimento psicologico”.
La mostra è promossa da Comune di Pisa, Archivio Dolfo e galleria Ipercubo, è prodotta da Hangar srls e sponsorizzata da Bundles (main sponsor) e Cioni multicentro per l’edilizia (sponsor), sponsor tecnici Spazio Esperienze, Poliart e BMB Italy. Visitabile dal 5 marzo al 31 marzo il giovedì e il venerdì dalle 15 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 la mattina e dalle 15 alle 19 il pomeriggio. Dal 1° al 10 aprile tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10 alle 13 la mattina e dalle 15 alle 19 il pomeriggio.