Un’installazione immersiva e monumentale di Gerhard Richter (Dresda, 1932) per la prima volta in una galleria: succede nella sede di Gagosian a Roma, che dal 6 dicembre 2024 al 1° febbraio 2025 ospita Moving Picture (946-3) Kyoto Version (2019–24), sintesi del progetto Strip, iniziato da Richter nel 2010 grazie all’uso di strumenti digitali per esplorare nuove possibilità creative.
Moving Picture (946-3) Kyoto Version propone un film, realizzato in collaborazione con Corinna Belz, proiettato su uno schermo di 22 metri di larghezza, accompagnato da una partitura per tromba composta da Rebecca Saunders ed eseguita da Marco Blaauw. L’esperienza sonora è amplificata da sei altoparlanti che circondano lo spettatore, rendendo la musica fisica e avvolgente. Questo evento segna anche il ritorno dell’artista in una galleria italiana, dopo l’ultima mostra nel 1983.
La serie Strip nasce dalla scomposizione digitale di immagini fotografiche di dipinti preesistenti, riorganizzate in frammenti sempre più piccoli e specchiati. Da questo processo sono nati non solo dipinti (gli Strip paintings del 2011-2016), libri, arazzi e stampe, ma anche opere monumentali come la STRIP-TOWER (2023), attualmente esposta alla Serpentine di Londra.
Con Moving Picture (946-3) Kyoto Version, Richter trasforma il processo analitico di Strip in un’esperienza sensoriale totale, dove l’immagine e il suono dialogano in un equilibrio meditativo. L’opera è stata realizzata in collaborazione con la regista Corinna Belz e i musicisti Rebecca Saunders e Marco Blaauw e si colloca nella tradizione delle sperimentazioni immersive dell’artista, che in passato ha collaborato con compositori come Arvo Pärt e Steve Reich.
Richter, figura di spicco dell’arte contemporanea, ha rivoluzionato il linguaggio pittorico, esplorando il rapporto tra fotografia, casualità e processi sistematici. Dagli anni Sessanta, l’artista ha utilizzato fotografie, griglie di colore e tecniche di ingrandimento per creare opere che sfidano le categorie tradizionali. Opere come 4900 Colors (2007) e la vetrata della Cattedrale di Colonia (Cologne Cathedral Window, 2007) incarnano il potenziale estetico del caso, un tema che trova la sua alta espressione in Moving Picture. In questa installazione, la luce e la composizione musicale creano un universo visivo e sonoro che invita il pubblico a riflettere sull’armonia imprevedibile del caso.
Gerhard Richter, nato a Dresda nel 1932 e attualmente residente a Colonia, vanta una carriera che abbraccia oltre sei decenni e include esposizioni nei musei più prestigiosi del mondo, tra cui il MoMA di New York, la Tate Modern di Londra e il Centre Pompidou di Parigi.
Questa mostra romana segna un’occasione unica per riscoprire l’opera di un maestro che continua a ridefinire i confini dell’arte contemporanea, fondendo la pittura, la fotografia e il digitale in un linguaggio universale e senza tempo.