Alessandra Ferrini (Firenze 1984), Silvia Rosi (Scandiano – RE 1992) e Namsal Siedlecki (Greenfield USA 1986) sono i finalisti della terza edizione del MAXXI BVLGARI PRIZE, progetto per il sostegno e la promozione dei giovani artisti che unisce il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo e Bvlgari.
Selezionati tra artisti presentati dai critici e curatori italiani Valentina Bruschi, Gaia Di Lorenzo, Eva Fabbris, Simone Frangi, Pier Paolo Pancotto, Gea Politi, Paola Ugolini ed Eugenio Viola, i finalisti sono stati scelti da una giuria internazionale composta da Hoor Al Qasimi (Presidente e Direttrice Sharjah Art Foundation Emirati Arabi Uniti), Chiara Parisi (Direttrice Pompidou-Metz), Dirk Snauwaert (Direttore WIELS Contemporary Art Centre di Bruxelles), con Hou Hanru (Direttore Artistico MAXXI) e Bartolomeo Pietromarchi Direttore (MAXXI Arte).
“Alessandra Ferrini, Silvia Rosi e Namsal Siedlecki sono stati scelti per la capacità di esprimere la diversità estetica, la sperimentazione e la produttività della giovane generazione artistica italiana attraverso un uso innovativo dei mezzi espressivi, dalla scultura alla fotografia e installazioni multimediali”, ha dichiarato la giuria, “per l’urgenza manifestata nelle loro pratiche di immaginare il futuro, affrontando la questione ecologica attraverso la trasformazione della materia, ripensando e ridefinendo la questione dell’identità culturale e della realtà geopolitica in relazione alle conseguenze della colonizzazione e delle trasformazioni socio-culturali nel contesto globale”.
Le opere site-specific realizzate dai finalisti saranno esposte a giugno 2022 al MAXXI in una mostra a cura di Giulia Ferracci. A ottobre 2022 la giuria valuterà i lavori presentati e nominerà il vincitore, la sui opera verrà acquisita dal museo.
“Ciascuno col proprio linguaggio, Alessandra Ferrini, Silvia Rosi e Namsal Siedlecki ci parlano del rapporto uomo natura, di migrazione, identità, appartenenza, ideologia, tutti temi urgenti del nostro tempo”, ha spiegato Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI. "È un privilegio continuare questo viaggio insieme a Bvlgari, maison che tanto ha dato alla creatività italiana e internazionale e per noi partner insostituibile: con Bvlgari condividiamo un progetto culturale forte e consolidato, esempio virtuoso di alleanza strategica non effimera tra pubblico e privato".
Evoluzione del Premio MAXXI, nato nel 2000 come Premio per la Giovane Arte e nucleo fondante della collezione del museo, che negli anni ha lanciato artisti come Giorgio Andreotta Calò, Stefano Arienti, Vanessa Beecroft, Rossella Biscotti, Lara Favaretto, Piero Golia, Adelita Husni-Bey, Liliana Moro, Marinella Senatore, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli e molti altri, il MAXXI BVLGARI PRIZE, grazie al supporto di Bvlgari si è rinnovato, rafforzandosi e proiettandosi ancor più sulla scena internazionale.
L’incontro tra MAXXI e Bvlgari, avvenuto nel 2014 in occasione della mostra Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968, si rafforza con il MAXXI BVLGARI PRIZE in una partnership che si basa su valori comuni e sulla consapevolezza dell’importanza del sostegno alla cultura e del ruolo strategico dell’alleanza pubblico-privato. “Sostenere i giovani talenti significa investire sulla creatività del nostro tempo e sul nostro futuro”, dichiarano Giovanna Melandri e Jean Christophe Babin.
I FINALISTI 2022
Alessandra Ferrini (Firenze, 1984, vive e lavora a Londra) è un’artista, ricercatrice, educatrice, tra le poche della sua generazione ad aver intrapreso un’analisi critica dei retaggi del colonialismo e del fascismo italiano, con un’attenzione particolare per la costruzione dell’identità nazionale, le politiche estere e razziali e le relazioni tra l’Italia, la regione del Mediterraneo e il continente africano. La sua complessa pratica artistica utilizza immagini in movimento, installazioni multimediali e performance-lectures.
Silvia Rosi (Scandiano – Reggio Emilia, 1992, vive e lavora tra Londra e Modena). Artista visiva e fotografa italo-togolese, nella sua pratica utilizza il mezzo fotografico e le immagini in movimento combinati con frammenti testuali. Attraverso una serie di ritratti e autoritratti, ripercorre la sua storia familiare, attingendo alla sua eredità togolese e a quei percorsi migratori che l’hanno portata a nascere in Italia, indagando temi come identità, cittadinanza, appartenenza.
Namsal Siedlecki (Greenfield USA, 1986, vive e lavora a Seggiano - Grosseto) lavora principalmente con la scultura, con un interesse particolare alla manipolazione e all’evoluzione della materia, al suo passaggio da uno status a un altro. Come un moderno alchimista, si confronta con un’ampia varietà di materiali - diverse tipologie di metallo, cuoio, pergamena, cera, vetro, cenere - e di soluzioni tecniche volte alla loro trasformazione, muovendosi lungo la sottile barriera tra l’effimero e il permanente.
Immagine: Autoritratto come mio Padre (2019) dalla serie Encounter ©Silvia Rosi
I finalisti della terza edizione del MAXXI Bulgari Prize. Ecco chi sono |