Con la prima messa, officiata sabato 16 ottobre da Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara, è stata inaugurata la nuova chiesa di San Giacomo Apostolo a Ferrara, opera progettata dallo studio di architettura Benedetta Tagliabue–Miralles Tagliabue EMBT, con la collaborazione dell’artista Enzo Cucchi e del liturgista Roberto Tagliaferri. L’edificio è il vincitore di un concorso a invito bandito nel 2011 dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per la progettazione e la realizzazione di tre chiese, una al nord, una al centro e una al sud (le altre sono la parrocchiale di Sant’Ignazio da Laconi a Olbia, opera di Francesco Leto, Michele Battistella e Daniele Bertoldo, e la chiesa di Santa Maria Goretti a Mormanno, opera di Mario Cucinella Architects).
La chiesa si trova nel quartiere di Arginone, alle porte del centro della città, ed è stata realizzata per gli esterni con il mattone a vista a pasta molle tipico delle architetture ferraresi, che in facciata si alterna a grandi sezioni con campiture a intonaco bianco. Lo stesso mattone è stato adoperato per la piazza della chiesa: i mattoni sono stati posati a spina di pesce, sempre seguendo la tradizione. I volumi dell’edificio sono quelli ondulati tipici dell’architettura di Benedetta Tagliabue, che per il suo edificio ha anche fatto largo uso di legno, per donare leggerezza alla costruzione. All’interno, l’edificio presenta una grande volta in legno che si sviluppa a raggiera, in una sorta di omaggio alle cattedrali gotiche, con un’apertura al centro per far entrare la luce naturale. L’interno vede invece la presenza di opere di Enzo Cucchi.
“Un’umile capanna, fatta di canne e cemento grezzo”, l’ha definita Benedetta Tagliabue. “Così appare a prima vista la chiesa di San Giacomo. Uno spazio circolare e avvolgente con una forma archetipica e spirituale che ispira il raccoglimento ma è nel contempo piena di luce”. Il progetto, secondo l’architetta, si propone come catalizzatore del territorio in cui si inserisce, creando un nuovo fulcro capace di creare identità all’interno della comunità locale favorendo la socializzazione, l’istruzione e l’interazione. L’edificio è stato progettato col fine di dotare la comunità di una presenza accogliente e aperta, attraverso l’uso di un’architettura organica leggera che contrasta con la matericità robusta e compatta della Ferrara storica, con la quale tuttavia la chiesa si pone in dialogo utilizzando, come si è visto, anche materiali tradizionali.
L’area è inclusa in un parco che crea un ambiente intimo e familiare, dove l’edificio controlla la scena con forme scultoree ponendosi in ottica dialettica con la natura circostante e utilizzando un linguaggio formale che proprio alla natura ferrarese si ispira. L’edificio è posizionato sia in asse visivo che spirituale con il nuovo ponte e con la città il cui centro si estende oltre il fiume, ma l’accesso avviene tramite due assi laterali che uniscono il disegno della piazza alla chiesa, fungendo da braccia aperte alla comunità.