Eugenio Tibaldi è il primo artista italiano a rappresentare il nostro paese alla Biennale di Malta


Sarà Eugenio Tibaldi il primo artista italiano a rappresentare il nostro paese alla Biennale di Malta, la nuova grande mostra internazionale che debutta con la sua prima edizione dal 13 marzo al 31 maggio 2024. Tibaldi ha preparato un progetto che parla di marginalità e rilegge la retorica sulla storia del Mediterraneo.

Sarà Eugenio Tibaldi (Alba, 1977) il primo artista italiano a rappresentare il nostro paese alla Biennale di Malta, la nuova manifestazione artistica internazionale che debutta con la sua prima edizione dal 13 marzo al 31 maggio 2024, riunendo diversi artisti protagonisti della scena internazionale e i progetti dei padiglioni nazionali. Tibaldi è l’artista selezionato per il Padiglione Italia, dove si terrà la sua mostra Informal Inclusion, a cura di Francesca Guerisoli e Nicolas Martino, negli spazi di Villa Portelli a Kalkara. Il Padiglione Italia a maltabiennale.art è promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e dalla Fondazione La Quadriennale di Roma, in partenariato con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Ambasciata d’Italia a La Valletta, l’Istituto Italiano di Cultura di La Valletta ed è realizzato dalla Fondazione La Rocca.

Con il supporto di Heritage Malta, Eugenio Tibaldi trasforma gli spazi di Villa Portelli senza dare vincoli temporali precisi, e mirando piuttosto a evidenziare le molteplici dimensioni delle vite che vi si sono intrecciate nel corso del tempo. L’installazione rivela storie dimenticate e mette in luce ciò che è rimasto invisibile, mentre al contempo smantella la retorica che, da una prospettiva limitata, ha plasmato una narrazione univoca sull’Europa e sul Mediterraneo, contribuendo a creare strutture gerarchiche e relazioni di subordinazione basate su potere ed economia.

Il progetto Informal Inclusion esplora le dinamiche marginali che permeano i processi di inclusione, mettendo in luce l’indefinibilità dei nostri desideri più profondi. Si concentra sul complesso intreccio tra economia e cultura contemporanea, offrendo una visione alternativa sull’immigrazione. Tibaldi, nel solco della sua ricerca artistica, parte dal concetto di margine e dalle storie non raccontate legate allo sfruttamento dell’“altro”. Emergono così le intricate trame di una realtà nascosta, tuttavia cruciale per le economie e le vite del mondo più agiato. L’installazione esplora il rapporto contrastante tra bene e male, mettendo in luce il passato intricato dell’isola e la cruda violenza di un mondo in cui i flussi migratori riplasmano i confini territoriali e risvegliano il trauma coloniale. Informal Inclusion vuole infine gettare uno sguardo critico sulla storia e l’attualità del Mediterraneo, consapevole che la rigenerazione del mondo dipende dalla marginalità, capace di resistere alle narrazioni dominanti e di contaminare gli spazi che attraversa.

Eugenio Tibaldi, Informal Inclusion (2024; installazione ambientale; Padiglione Italia a maltabiennale.art). Foto: Lorenzo Morandi
Eugenio Tibaldi, Informal Inclusion (2024; installazione ambientale; Padiglione Italia a maltabiennale.art). Foto: Lorenzo Morandi
Eugenio Tibaldi, Informal Inclusion (2024; installazione ambientale; Padiglione Italia a maltabiennale.art). Foto: Lorenzo Morandi
Eugenio Tibaldi, Informal Inclusion (2024; installazione ambientale; Padiglione Italia a maltabiennale.art). Foto: Lorenzo Morandi

Eugenio Tibaldi è un artista da sempre attratto dalle estetiche marginali e dal complesso rapporto fra economia e cultura contemporanea. Lasciando il nord Italia, nel 2000 si trasferisce nell’hinterland napoletano dove inizia un lavoro che indaga uno dei territori più plastici e dinamici dell’Italia, iniziando a tracciare una sorta di mappa dell’informalità. Attraverso lo studio del margine i lavori di Tibaldi attivano una dinamica processuale che permette l’emersione di estetiche alternative. In questi anni ha lavorato a Istanbul, Napoli, il Cairo, Roma, Salonicco, Berlino, Verona, L’Avana, Bucarest, Torino, Caracas, Bruxelles, Tirana, Addis Abeba, Mumbai. Sue opere sono esposte in istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Sue mostre personali e collettive sono state allestite in numerosi spazi, tra cui: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2007), Manifesta 7, Bolzano (2008), International Centre of Contemporary Art, Bucarest (2009), Museo Madre, Napoli (2010) Thessaloníki Biennale of Contemporary Art (2013), XII Biennale de L’Avana (2015), Museo Ettore Fico, Torino (2016), Palazzo del Quirinale (2017), Museum MCDA Manila, (2017), IIC New York (2017). Museo MAXXI, Roma (2018), Biennale di Venezia, Padiglione Cuba (2019), Museo del Novecento Milano (2019), La Galleria Nazionale, Roma (2020), Tenuta dello Scompiglio, Capannori, LU (2021), Pav Parco Arte Vivente, Torino (2021), Fondazione Pietro e Alberto Rossini (2023). Dal 2001 collabora con la galleria Umberto Di Marino.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte