Un chilometro di carta per raccontare l’Apocalisse di san Giovanni: è questa la nuova sfida intrapresa dall’artista italiano, residente in Finlandia, Enrico Mazzone (Torino, 1982). Dopo aver completato l’illustrazione più lunga mai realizzata della Divina Commedia (un rotolo di carta di 97 metri di lunghezza per 4 di altezza, intitolato Rubedo, che ha richiesto 5 anni di lavoro consecutivo, 3 quintali di carta, 6.000 matite, e sta attualmente girando tra Italia e Finlandia per essere esposto), Mazzone ha dato avvio a maggio alla nuova impresa, che sarà realizzata su quattro moduli da 250 metri l’uno di carta, con fogli dell’altezza di tre metri. L’opera, in questo caso, richiederà 20 quintali di carta nera Vantablack, che verranno forniti dalla cartiera Koehler di Oberkirch, in Germania, che affiancherà Mazzone in questa avventura.
A differenza di quanto fatto per la Commedia, per l’Apocalisse Mazzone ha deciso di abbandonare la puntinatura per deviare verso il tratteggio. Una nuova tecnica, unita all’utilizzo del colore (blu di Prussia), caratterizzerà questa opera classica che appartiene ai libri della Bibbia, perciò universale per chiunque sia interessato ad un concetto di arte visionaria e simbolica. L’obiettivo sarà quello di concludere le prime due sezioni entro i prossimi quattro anni, per presentarle ufficialmente a Oulu (Finlandia), capitale europea della Cultura 2026. Al momento, sono stati compiuti i primi 43 metri dell’opera.
Una lavorazione dinamica che si snoderà attraverso un calendario di importanti eventi e collaborazioni. A ottobre 2022 si terrà una prima mostra/laboratorio che avrà come sfondo lo scenario della Casina Vanvitelliana di Bacoli, sul lago Fusaro, dove si terranno incontri didattici tramite visite infrasettimanali da parte degli studenti, percorsi PON in sede scolastica o in Dad, visite pubbliche e istituzionali. Un’esperienza che intende anche creare un rimando alla vicina Procida, capitale italiana della cultura 2022. In programma anche alcune mostre con i disegni preparatori.
La reinterpretazione dell’Apocalisse di Mazzone lambirà anche la città di Genova, molto cara all’artista. I personaggi del cimitero monumentale di Staglieno saranno infatti protagonisti della sua rivisitazione del testo giovanneo. Proprio da una visita al cimitero di Staglieno, e da un evento fortuito (un danno subito da Rubedo che ha richiesto un intervento di restauro e ha causato un periodo di sconforto all’artista), è nata l’ispirazione per l’Apocalisse: “Mi sono ritirato a Cogoleto per qualche giorno di riposo”, racconta Mazzone, “e accidentalmente, un giorno a Genova incappai passeggiandonel Cimitero Monumentale di Staglieno. Con i pensieri ancora freschi per quanto accaduto, mi lasciai trasportare dalle statue arcaiche e camminando tra le arcate del primo ampliamento avvertii una drammatica sensazione di silenzio, in attesa di un prossimo catastrofico evento. Rimasi ghiacciato ma evocativamente affascinato quando da lontano notai una figura che rapì il mio passo, quasi affannato mentre mi avvicinavo: mi accorsi che dando una forma, un’immagine alla mia cacofonia emotiva, quasi come un epifania si sublimò il monumento che diede nascita all’opera sulla quale sto lavorando. L’attrito dinamico della statua della Tomba Pizzorni rapisce l’osservatore e lo pone in una condizione di sottomissione. La statua, nel suo complesso, è slanciata verso il basso e tale posizione mi ricordò una versione quasi mefitica della Nike di Samotracia. Attanaglia e non passa di certo inosservata, grazie anche al calcare che incide la personalità, facendola quasi ansimare. Probabilmente tramite un operazione di catarsi, ebbi la soluzione per digerire e superare lo shock avvenuto , dando appunto un’immagine a tinte forti della caducità dell’opera danneggiata”.
Il lavoro di Mazzone è cominciato a marzo 2021, dopo una mostra al Messukeskus di Turku (una delle principali fiere d’arte della Finlandia), durante la quale Rubedo fu esposto nell’auditorium cittadino, grazie anche al supporto del console onorario Francesco Sturiale. Contemporaneamente, nell’arco di una settimana, il primo foglio della cartiera Koehler, giungeva a Pori, città dove Mazzone ha il suo laboratorio. Adesso, l’artista continua a lavorare alla sua nuova opera ma ha già in programma diversi eventi, alcuni già in calendario, altri in via di definizione. L’obiettivo sarà anche quello di creare una sinergi aartistica e culturale tra Italia e Finlandia, dalla Divina Commedia al Kalevala (il celebre poema epico finlandese composto nel 1835 da Elias Lönnrot) fino ad arrivare proprio all’Apocalisse.