Due chimici italiani, Piero Baglioni e Michele Baglioni, entrambi dell’Università di Firenze (non hanno tra loro gradi di parentela malgrado il cognome comune), hanno inventato un prodotto per rimuovere le scritte fatte da vandali sulle opere di street art. È un fenomeno che accade spesso, ed è facilmente riscontrabile: opere eseguite da artisti (anche nomi noti, da Banksy a Eduardo Kobra e così via) che vengono “attaccate” da vandali che vi aggiungono scritte decontestualizzate, spesso fatte per rovinare deliberatamente l’opera. Il ritrovato è stato presentato da Baglioni in una conferenza organizzata dalla American Chemical Society.
I due Baglioni hanno messo a punto un fluido nanostrutturato basato su solventi non tossici, caricato con degli idrogel ad alta ritenzione, che con la loro sua azione riesce a intaccare solo gli strati più superficiali dell’opera (quelli che vengono sovrammessi dai vandali), calcolati in pochi micron di profondità, per rimuoverli. Con l’azione di questo speciale gel, tutti gli strati di pittura indesiderati possono essere rimossi in breve tempo (da pochi secondi a qualche minuto) senza che l’originale subisca danni o alterazioni.
Questo fluido è stato studiato tenendo presente la composizione chimica usuale dei graffiti, che solitamente vengono fatti con colori a base acrilica, vinilica o con polimeri alchidici. Si tratta di pigmenti che hanno una compsizione chimica molto simile, per cui quando si prova a rimuovere le scritte sovrammesse con tecniche tradizionali si può correre il rischio di rovinare il colore sottostante (questo perché i tipi di pigmenti usati dagli artisti e dai vandali sono spesso gli stessi). Finora, l’unico modo per eseguire questo tipo di restauro era utilizzare altri solventi chimici oppure rimuovere le scritte con azioni meccaniche (per esempio graffiandole via).
“Dobbiamo sapere esattamente cosa succede sulla superficie dei dipinti se vogliamo progettare dei detergenti”, ha dichiarato Michele Baglioni. “Per certi versi, la composizione chimica del fluido è semplice: abbiamo usato tensioattivi, solventi e polimeri. La sfida era combinarli nel modo giusto per arrivare alle proprietà che ci servivano”. Così, dopo aver fatto decine di test, che hanno aiutato il team dei Baglioni per capire non solo la composizione chimica più adatta, ma anche il modo in cui applicare il gel senza danneggiare le opere (oltre ai tempi di applicazione), è stato condotto un esperimento su di una vera opera di street art a Firenze, col risultato che è stato possibile restaurarla senza intaccare l’originale.
“Per decenni”, afferma Piero Baglioni, “ci siamo concentrati sulla pulizia e sul restauro delle opere d’arte antiche che hanno fatto uso di colori studiati per durare secoli. Al contrario, l’arte moderna e la street art usano materiali che non sono mai designati con l’obiettivo di superare la prova del tempo”. “Questo”, ha dichiarato Michele Baglioni, “è il primo studio sistematico sulla rimozione selettiva e controllata di pigmenti moderni da pigmenti con composizione chimica simile”. E adesso i ricercatori sperano di poter riuscire ad applicare il loro prodotto anche sulle vernici dei dipinti d’arte moderna che erano state pensate per proteggere le opere ma che, a causa dei processi di ossidazione, hanno finito per rovinarli. Infine, il gel sarà messo in commercio dall’azienda CSGI Solutions for Conservation of Cultural Heritage, uno spin-off universitario guidato da Piero Baglioni e supportato da programmi dell’Unione Europea.
Nella foto: un’opera di Banksy vandalizzata
Due chimici fiorentini inventano un gel per restaurare opere di street art rovinate da vandali |