Si chiama City, è una creazione di Michael Heizer (Berkeley, 1944), uno dei padri della Land Art, inaugurerà il 2 settembre nel deserto del Nevada e sarà la più grande opera d’arte contemporanea del mondo: sono queste le caratteristiche del progetto che ha occupato Heizer dal 1970 fino a oggi. Lungo un miglio e mezzo e largo mezzo miglio, City è un vasto complesso di tumuli sagomati e depressioni fatte di terra compattata, roccia e cemento. City intende ricordare volutamente, per complessità e dimensioni, molte antiche costruzioni cerimoniali, ma la sua forma intende anche richiamare gli spazi di una città moderna, da cui il nome. Si racconta che l’idea di City venne ad Heizer dopo aver visitato l’antica Luxor in Egitto, tanto che la prima struttura del progetto a essere completata, chiamata Complex One, si rifà alla piramide di Djoser, la grande piramide a gradoni che si trova nel sito di Saqqara.
L’opera si trova in una valle isolata all’interno dell’alto deserto del Great Basin che da almeno un secolo è pascolo di bovini e ovini, circa 160 miglia a nord di Las Vegas. Circondata da una natura selvaggia e primitiva, City è vicina alle basi di diverse catene montuose. La famiglia Heizer ha abitato il Nevada dal XIX secolo, ma la posizione di City è stata in parte scelta dall’artista a causa della sua lontananza dalla civiltà. Quasi tutti gli elementi all’interno di City sono realizzati con materiali elementari come argilla, sabbia e roccia, raccolti con mezzi minimamente invasivi, in modo che le piante autoctone e la fauna selvatica potessero rimanere indisturbate. Nel giugno del 2015,City e l’area circostante, 704.000 acri in totale, sono state proclamate parte del Basin and Range National Monument per salvaguardare tutto questo ambiente a beneficio delle generazioni future.
City è di proprietà della Triple Aught Foundation (cui spetta anche la gestione del progetto), un’istituzione senza scopo di lucro con sede in Nevada. Il lavoro sul progetto è stato sostenuto negli ultimi cinquant’anni dal supporto organizzativo e finanziario delle istituzioni di tutto il paese, tra cui il Crystal Bridges Museum of American Art (Bentonville, Arkansas); Dia Art Foundation (New York); Museo Glenstone (Potomac, Maryland); Lannan Foundation (New Mexico); il Los Angeles County Museum of Art; il Museum of Modern Art di New York. Anche molti privati ??hanno contribuito con il loro tempo e il loro denaro: tra questi, la mercante Virginia Dwan, che da tempo sostiene l’artista.
Dal 2 settembre, dunque, i primi visitatori potranno cominciare ad addentrarsi per la città di Heizer. Saranno possibili solo brevi escursioni di un giorno per un massimo di sei visitatori, solo su prenotazione anticipata e solo con tempo favorevole. City è su proprietà privata in un terreno rurale, e non ha strutture abitabili. Visitare senza una visita prenotata, fanno sapere dalla Triple Aught Foundation, è quindi potenzialmente pericoloso ed è severamente vietato. Le prenotazioni per visite future possono essere richieste scrivendo a info@tripleaughtfoundation.org.
I visitatori saranno sistemati in base all’ordine di arrivo e le visite termineranno per la stagione 2022 il 1° novembre. I prezzi non sono molto economici: 150 dollari gli adulti, 100 gli studenti. Gratis (ma con prenotazione ancora necessaria) per i residenti delle contee di Lincoln, Nye e White Pine, Nevada. Dentro a City non c’è un percorso predefinito, manca qualsiasi cartello che indichi una direzione: è fatto per essere esplorato in maniera quasi istintiva. Un libro sul progetto City è in preparazione, a cura dell’artista in collaborazione con Gagosian Gallery.
Michael Heizer è ritenuto uno degli artisti più importanti del XX secolo, noto per la produzione di grandi sculture di terrapieni all’aperto e per il suo lavoro con roccia, cemento e acciaio. Heizer iniziò a costruire City nel 1970 in continuità con i lavori di Land Art che aveva realizzato in precedenza, come North e South (1967), oppure Double Negative (1969), forse il suo intervento più famoso.
“Gli elementi di un paesaggio urbano”, afferma il critico Dave Hickey descrivendo City, “sembrano salire o scendere dall’interno dello scavo... Mentre ci si avvicina a un belvedere, gli interventi culturali di Heizer aprono lo spazio. Le strade, le cupole e le fosse all’interno dello scavo sono elegantemente frenate in lunghe e tranquille curve sumere. Ristabiliscono il nostro senso di distanza e di scala, così la complessità di City si rivela come un grazioso intervento nel deserto... composto e completo”.
Virginia Dwan, membro del consiglio della Triple Aught Foundation e rinomata gallerista, ha dichiarato: “Michael Heizer è uno dei più grandi innovatori del nostro tempo e credo ancora oggi a ciò che pensavo quando Heizer fondò la City , che quest’opera richiedeva di essere costruita. È straordinario che abbia completato una delle opere d’arte più importanti di questo secolo, in decenni di lavorazione, e ho avuto la fortuna di assistere a questo intervento scultoreo trasformativo fin dall’inizio”.
Michael Govan, membro del CDA della Triple Aught Foundation e direttore del Los Angeles County Museum of Art, afferma: “Nel corso degli anni ho paragonato a volte la città di Michael Heizer ad alcuni dei più importanti monumenti e città antiche. Ma ora la paragono solo a se stessa. È un’opera d’arte consapevole dei nostri impulsi primordiali di costruire e organizzare lo spazio, ma incorpora la nostra modernità, la nostra consapevolezza e riflessione sulla soggettività della nostra esperienza umana del tempo e dello spazio, così come le molte storie di civiltà che abbiamo costruito. Lavorare con Michael Heizer per più di 25 anni per aiutarlo a realizzare il suo progetto City è stata una delle esperienze più importanti della mia vita e del mio lavoro".
Una monumentale scultura nel deserto del Nevada: è City di Michael Heizer. Iniziata nel 1970, è ora visitabile |