È un fatto senza precedenti quello avvenuto ieri da Christie’s: la casa d’aste ha infatti venduto un’opera interamente digitale per la prima volta a una cifra record. Praticamente un file immagine, un comunissimo file JPG: si tratta di un’opera dell’artista statunitense Beeple (all’anagrafe Mike Winkelmann, un graphic designer di Charleston, in South Carolina), intitolata Everydays - The First 5000 Days, della misura di 21.069 pixel per lato. I pixel sono un’unità di misura delle immagini online: un pixel è l’elemento più piccolo dell’immagine, e possiamo immaginarlo come un quadratino colorato, che assieme a tutti gli altri compone l’immagine (ogni immagine che vediamo quotidianamente sul web è composta da pixel). L’opera di Beeple, considerata un capolavoro di “Crypto art” (arte la cui autenticità è garantita, come si vedrà più in basso, da codici crittografati), è stata venduta alla mostruosa cifra di 69.346.250 milioni di dollari (60,2 al netto del premio), ed è un collage di cinquemila immagini (da cui il nome) che l’artista ha realizzato tra il 1° maggio 2007 e il 7 gennaio 2021, incessantemente, con una costanza e una tenacia invidiabili.
L’opera stabilisce almeno due record importanti: è l’opera digitale più costosa di sempre ed è il singolo lotto più caro mai venduto in un’asta interamente online. Si tratta inoltre del terzo prezzo più alto pagato in asta per un artista vivente: Beeple è preceduto soltanto dal Coniglio di Jeff Koons, venduto nel maggio 2019 a 91,1 milioni di dollari, e dal Ritratto di un artista di David Hockney, venduto nel novembre 2018 per 90,3 milioni di dollari. Beeple si lascia alle spalle artisti come Gerhard Richter, Lucian Freud, Damien Hirst, lo stess Jeff Koons con altre opere.
Beeple, Everydays – The First 5000 Days (2007-20021; file JPG, 21,069 x 21,069 pixel) |
E pensare che il 25 febbraio, quando si è aperta l’asta, la base per l’opera milioniaria di Beeple era di appena cento dollari. Nel giro di poco però le offerte l’hanno fatta arrivare a un milione di dollari, e il 10 marzo era già salita fino a 9 milioni. Gli incrementi che hanno portato alla somma record sono tutti arrivati negli ultimi minuti.
Christie’s ha anche comunicato diversi dati. Quello che forse sorprende maggiormente (ma non tanto chi conosce il mercato digitale) è la composizione anagrafica dei partecipanti (33 in tutto, e il 91% di loro erano nuovi clienti per Christie’s). Il 58% delle offerte sono infatti arrivate da Millennial (ovvero nati tra il 1981 e il 1996), seguiti da un 33% di offerte di clienti della X Generation (nati tra il 1965 e il 1980), e da un 6% della Z Generation (nati tra il 1997 e il 2012). I boomer, cioè i nati tra il 1946 e il 1964, sono stati solo il 3%. Quanto alla provenienza geografica, il 55% delle offerte è giunto dalle Americhe, il 27% dall’Europa e il 18% dall’Asia.
“L’ultimo anno”, ha dichiarato Noah Davis, specialista di Post-War and Contemporary Art di Christie’s, “è stato straordinario per il mercato dell’arte, e il risultato di oggi è un tributo giusto per la significativa trasformazione digitale che è avvenuta in Christie’s. E poiché il nostro business ha conosciuto un’evoluzione, lo stesso è avvenuto per le modalità con cui l’arte viene creata. Sono contento di poter introdurre il pubblico di Christie’s all’opera di Beeple, e sono onorato di dare il benvenuto a tutti i nostri nuovi clienti, che non solo hanno fatto offerte, ma hanno condiviso idee brillanti su come far sviluppare ulteriormente il movimento della crypto art. Il successo di Beeple è la dimostrazione delle emozionanti possibilità per questo nuovo mercato. E il risultato odierno è una chiara chiamata per tutti gli artisti digitali. Il vostro lavoro ha un valore. Continuate a farlo”.
La domanda che molti si fanno è: ha senso spendere tutti questi soldi per un comune file JPG? La risposta sta nel fatto che in realtà il file che l’acquirente ha ottenuto è unico: l’autenticità delle opere di Crypto Art è infatti garantita dai cosiddetti NFT (Non-Fungible Token), codici crittografati che contengono la firma dell’artista e diverse altre informazioni (per esempio l’ora delle creazioni, le caratteristiche tecniche che il file deve avere, e così via, oltre al nome del proprietario), e che vengono rilasciati soltanto con il file originale.
L’acquirente compera dunque un file originale che potrà poi mostrare ed esporre dove vorrà: potrà visualizzarlo sul computer, farlo vedere in giro su di un tablet, utilizzare applicazioni di realtà aumentata per vederlo sulle pareti di casa sua come se fosse un quadro a olio, potrà proiettarlo sul televisore di casa e godersi l’opera comodamente sdraiato sul divano. E naturalmente potrà prestare l’opera per mostre temporanee. Il meccanismo degli NFT ha consentito al mercato di compiere un’importante evoluzione: spiega Christie’s che “prima dell’introduzione degli NFT e della tecnologia Blockchain [una specie di registro pubblico che produce i codici che autenticano l’opera, ndr], era impossibile, anche per gli artisti digitali più celebrati, reclamare un posto nel mercato dell’arte. Questi meccanismi hanno aperto la strada del futuro per l’arte creata esclusivamente con mezzi digitali”. La casa inglese ha già fatto sapere che ci saranno ulteriori vendite di opere digitali garantite dagli NFT.
“Gli artisti”, conferma Beeple, “da vent’anni utilizzano mezzi hardware e software per creare opere d’arte e distribuirle su internet, ma non c’è mai stato un vero modo di possederle e collezionarle. Con gli NFT adesso è cambiato tutto. Credo che stiamo assistendo all’inizio del prossimo capitolo della storia dell’arte: l’arte digitale”.
Beeple (Mike Winkelmann) |
Ma com’è possibile che un misconosciuto graphic designer che vive in una città del South Carolina sia riuscito a diventare il terzo artista vivente più pagato della storia, surclassando artisti storicizzati come Gerhard Richter e Lucian Freud, e vedendosi riconoscere una cifra che supera anche opere di Raffaello (il record in asta per il Divin Pittore, per esempio, è di 36 milioni di dollari), Rembrandt, Dalí e altri grandi maestri della storia dell’arte? Occorre premettere che in realtà stiamo parlando di un artista che negli ambienti della Crypto Art è ben noto ed è considerato un caposcuola, nonché uno degli artisti di maggior talento, ma anche la sua storia ha comunque dell’incredibile: di professione web designer, con una laurea in Informatica e una vita normalissima, Beeple ha cominciato a creare la sua Everydays: The First 5,000 Days il primo maggio 2007, semplicemente perché si annoiava. Così ha cominciato a realizzare un’opera al giorno, cercando di migliorarsi in continuazione, e postando di continuo le immagini in rete, guadagnandosi un ampio numero di follower: prima dell’asta, su Twitter aveva circa 200.000 fan (ora lievitati a 260.000, con un forte incremento nei giorni dell’asta), e su Instagram ne aveva addirittura 1,8 milioni (dopo l’asta sono arrivati a sfiorare i due milioni). Nel frattempo ha continuato la sua professione, arrivando anche a lavorare per brand di primo piano (Apple, Louis Vuitton, i musicisti Avicii, Eminem, Justin Bieber) e con i proventi del suo lavoro ha sostenuto la sua attività di artista.
Un successo che è dunque arrivato grazie all’uso costante e abilissimo dei social (le sue opere spesso toccano temi di urgente attualità, o argomenti che in rete sono molto discussi), di cui Beeple sembra essere un accanito utilizzatore, grazie a un lavoro costante e certosino, a un talento riconosciuto dagli esperti di questo tipo di arte, e soprattutto grazie al fatto che il suo è un nome tutt’altro che sconosciuto per gli estimatori dell’arte digitale, che seguono Beeple da tempo. La vendita da Christie’s non è arrivata di punto in bianco: Beeple aveva già venduto con successo molte opere su Nifty Gateway, il principale marketplace dell’arte digitale (solo lo scorso dicembre, era riuscito a imporsi in un’asta online su Nifty Gateway vendendo 20 sue opere per 3,5 milioni di dollari, ma non è un unicum nella sua carriera). E grazie a questo successo è poi arrivato il debutto da Christie’s, notizia salutata con grande fibrillazione dagli appassionati di Crypto Art.
“La mia opera”, dice l’artista, “contiene la stessa artigianalità, gli stessi messaggi, le stesse sfumature e gli stessi intenti di qualsiasi opera creata su tela o supporto fisico. E io sono onorato di rappresentare la comunità dell’arte digitale in questo momento storico”. L’artista stesso si è dimostrato stupito di fronte al risultato, appena accortosi della piega che l’asta prendeva. “Holy fuck” è stato il suo primo commento su Twitter: una frase intraducibile in italiano, che potremmo quasi paragonare a una bestemmia, per esprimere grosso stupore (l’artista è noto anche per il suo continuo ricorso al turpiloquio, tanto che il suo stesso sito web è beeple-crap.com, ovvero “le cazzate di Beeple”, e nella sua biografia si presenta come un artista che “crea tante cazzate artistiche con diversi mezzi, alcune sono ok, ma tante fanno cagare: Beeple lavora per fare in modo che facciano un po’ meno schifo giorno dopo giorno, quindi siate pazienti con lui”). Chi lo conosce descrive Beeple come un artista, oltre che talentuoso, anche molto generoso, aperto, grande lavoratore. E da ieri, nel mondo della Crypto Art è diventato già una leggenda.