Nonostante manchi ancora l’ufficialità, la notizia è già trapelata: sarà Luca Cerizza il curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2024, nonostante il suo nome non abbia riscosso la piena soddisfazione del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, che ha criticato il sistema di selezione dei candidati. Attualmente il ministro deve infatti pronunciarsi su tre candidati che vengono proposti da una selezione che li sceglie tra dieci “finalisti”. Cerizza ha avuto la meglio su Ilaria Gianni e Luca Lo Porto, che componevano la terna finale, mentre gli altri sette finalisti erano Lorenzo Balbi, Ilaria Bonacossa, Lucrezia Cippitelli (con Davide Quadrio), Jacopo Crivelli Visconti (con Marcella Beccaria, Giovanni Carmine, Alfredo Cramerotti e Arturo Galansino), Luigia Lonardelli, Matteo Lucchetti e Paola Nicolin. Cerizza proporrà un Padiglione Italia dove unico artista presente, stando a quanto si sa finora, è Massimo Bartolini, e il tema del padiglione sarà la costruzione di comunità attraverso l’invito all’ascolto dell’altro.
Chi è Luca Cerizza? Nato a Milano nel 1969, è critico d’arte e curatore, attualmente vive a Torino, e in passato ha risieduto, oltre che nella sua città natale, anche a Berlino e a Mumbai. La sua ricerca si è concentrata soprattutto sull’arte italiana e internazionale dai primi anni Novanta ad oggi, e sulle pratiche post-minimaliste. Dal 2006 insegna alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti, Milano). Ha organizzato diverse mostre in Italia e all’estero e ha curato monografie di artisti come John Armleder, Robert Barry, Massimo Bartolini, Alighiero Boetti, Daniel Buren, Yona Friedman, Liam Gillick, Daniel Roth. Tra i suoi lavori figurano Alighiero Boetti. Mappa (Afterall, Londra 2008/Electa, Milano 2009) e L’uccello e la piuma. La questione della leggerezza nell’arte italiana (Et al. Edizioni, Milano 2010). Cerizza ha inoltre curato la raccolta dei testi di Giovan Battista Salerno su Alighiero Boetti (Massimo De Carlo, 2009), l’antologia dei testi critici di Tommaso Trini (Johan & Levi, Milano, 2016), e le più complete monografie su Diego Perrone e Gianni Pettena (Mousse, Milano 2020).
Per quanto riguarda le mostre, tra le principali ha curato le personali di Gianfranco Baruchello presso il centro espositivo Raven Row di Londra nel 2017 e di Tino Sehgal alle OGR di Torino nel 2018, e la retrospettiva Vincenzo Agnetti. NEG: Suonare le pause al Padiglione de l’Esprit Nouveau di Bologna nel 2021. Sua anche la curatela del convegno/mostra Campo Umano. Arte Pubblica 50 anni dopo alla Fondazione Ratti di Como, nel 2019, assieme a Zasha Colah). Ha inoltre curato la grande monografica Hagoromo di Massimo Bertolini (assieme a Elena Magini) tenutasi al Centro Pecci di Prato nel 2022.
Chi è Luca Cerizza, il curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2024 |