Un “omaggio-oltraggio” a Caravaggio: è così che il pittore spagnolo Javier Carpintero (Zamora, 1967) si riferisce al suo Caravaggio desmembrado, opera che viene esposta dal 17 ottobre al 17 dicembre 2023 presso l’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, l’edificio di culto dove si trovava la Natività con i santi Lorenzo e Francesco dipinta da Caravaggio nel 1600 a Roma e trafugata dall’oratorio tra il 17 e il 18 ottobre 1969, e mai più ritrovata. La mostra è organizzata dall’associazione Amici dei Musei Siciliani in collaborazione con l’Instituto Cervantes di Palermo.
L’artista spagnolo, con il suo Caravaggio “smembrato”, aggiunge un capitolo alla serie dei suoi “omaggio-oltraggio” a capolavori dei grandi maestri del passato, e si confronta con un dipinto che da oltre mezzo secolo non possiamo più ammirare direttamente. La sua opera è una nuova riproduzione, un olio su tela a grandezza naturale, tagliata in riquadri intelaiati uno per uno, 54 quanti gli anni trascorsi dal furto. Rappresentano tasselli di una storia travagliata e poco chiara, e fluttuano materialmente attorno al telaio che aveva ospitato la Natività oltre che, più simbolicamente, nella memoria e nella coscienza. Sono tessere di un puzzle intricato e intrigante, che si spingono verso lo spettatore secondo una concezione spaziale mutuata da Caravaggio.
La pittura diventa quasi scultura, e nell’impossibilità di ricomporre visivamente l’iconografia originale l’osservatore è invitato a sperimentare diversi punti di vista, che richiamano suggestivamente le varie versioni e ipotesi sul destino della tela. L’artista, alludendo al mestiere di san Giuseppe (carpintero, in spagnolo), si firma in corrispondenza alla testa di quest’ultimo.
Il taglio è un’operazione ricorrente nel lavoro di Carpintero ma qui assume un significato particolare, come spiega Michele Cuppone, curatore della mostra e autore di specifici studi sulla Natività. Da subito, infatti, si sospettò che la tela sarebbe stata suddivisa in più parti, da poter vendere separatamente con meno difficoltà. Secondo la recente testimonianza di un collaboratore di giustizia, ciò sarebbe avvenuto in Svizzera poco dopo il furto.
L’opera di Javier Carpintero nasce da un rapporto conflittuale con i grandi maestri del passato. Il suo può definirsi una sorta di omaggio-oltraggio a quei capolavori che, non ritenendo di poter emulare, nondimeno egli riproduce accuratamente con la medesima tecnica dell’olio su tela degli originali. Ma la copia fedele ha una breve vita e presto viene letteralmente aggredita: sarà in parte incisa, tagliata, accartocciata, destrutturata. Caravaggio desmembrado rappresenta dunque un’ulteriore sfida per l’artista.
La scelta del soggetto, da un’idea del curatore della mostra, trova storicamente una sua ragione nelle varie versioni e ipotesi sul destino della tela. Da subito si sospettò che sarebbe stata suddivisa in più parti, da poter vendere separatamente con più facilità, e secondo un collaboratore di giustizia ciò sarebbe avvenuto in Svizzera. Inoltre, ignoti ricettatori avanzarono una richiesta di riscatto in una lettera contenente un frammento di pittura. Carpintero adagia la sua riproduzione a grandezza naturale sullo stesso telaio che, per pochi anni a partire dall’ultimo restauro del 1951, aveva ospitato la Natività. Questo scheletro ligneo torna a essere sostegno per una nuova creazione artistica, della quale è parte integrante: se ne scorgono in particolare le traverse, con un naturale richiamo alla croce di Cristo e, più suggestivamente, al dolore mai sopito per la scomparsa e forse distruzione del capolavoro. Un’inquietudine che lo stesso artista ha provato nel momento in cui, per dare vita al suo lavoro, ha smembrato la copia fedele. I 54 riquadri dell’opera fluttuano simbolicamente oltre lo spazio delimitato dal telaio. Sono brani di una storia che recenti indagini e studi storico-artistici hanno restituito solo in parte.
L’esposizione è visitabile fino al 17 dicembre 2023, tutti i giorni dalle ore 10:00 alle 18:00, in via Immacolatella, 5.