Un’idea concepita dall’artista Luca Rossi nel 2013 si è trasformata, più di dieci anni dopo, in un... prodotto tecnologico. Lo sviluppatore statunitense Riley Walz ha infatti recentemente lanciato il sito IMG_0001, una piattaforma (raggiungibile da questo indirizzo) che utilizza milioni di video caricati su YouTube tramite l’applicazione “Send to YouTube” degli iPhone del periodo 2009-2012. Questo progetto, che Walz ha descritto come un’ode alla nostalgia e al caos poetico dei contenuti digitali dimenticati, riprende un concetto sorprendentemente simile all’opera artistica di Luca Rossi, If you don’t understand something search for it on Youtube.
Luca Rossi, collettivo noto per le sue provocazioni, per il suo lavoro critico e per essere una sorta di scheggia impazzita dell’arte italiana contemporanea, aveva sviluppato nel 2013 una serie che sfruttava il vasto archivio di video anonimi generati automaticamente dagli iPhone, identificati con la sigla “IMG_XXXX”, per creare un’opera in continua trasformazione. La ricerca di Rossi si concentrava sul caos visivo e narrativo generato dai video amatoriali, trasformandoli in una sorta di “Cappella Sistina” contemporanea, come lui stesso l’ha definita a più riprese.
Questi video, spesso privi di un tema chiaro o di una qualità professionale, rappresentano frammenti di vita che altrimenti sarebbero rimasti sommersi. L’opera di Rossi, da lui definita “altermoderna”, non aggiungeva nuovi contenuti al già saturo panorama digitale, ma offriva un modo per esplorare e gestire il flusso incessante di informazioni che caratterizza la nostra era.
Nella visione di Rossi, il centro della nostra esistenza è diventato lo schermo: quello del telefono, del computer, della televisione. “In questa situazione”, diceva Luca Rossi più di dieci anni fa, “non abbiamo bisogno di esprimerci, lo facciamo troppo. Per salvarci, abbiamo bisogno di ordinare e gestire questa enorme mole di informazioni, di cui siamo allo stesso tempo creatori e vittime. Rimanere imprigionati nella superficie del nostro schermo significa soffocare ed essere anestetizzati: i social network non sono una vera comunità e ci tengono divisi nelle nostre gabbie di individualismo. È come se fossimo in una stanza con altre 100 persone simili a noi e che parlano contemporaneamente: non possiamo capire nulla e non possiamo comunicare nulla”. La serie dunque “non propone l’ennesimo contenuto, l’ennesima opera d’arte, ma un modo di ordinare e gestire i contenuti che già ogni giorno vengono prodotti in modo anomalo nel mondo”.
Il progetto If you don’t understand something search for it on Youtube proponeva una sorta di ecologia digitale, spingendo gli spettatori a immergersi in playlist di video casuali cercando su YouTube termini come “IMG_” seguito da numeri a caso. Questa ricerca generava ogni volta una collezione diversa, fatta di frammenti poetici e surreali di vite altrui. Rossi descriveva questo approccio come una forma di “allenamento visivo”, un esercizio per osservare il mondo in modi inaspettati e fuori dagli schemi tradizionali.
L’idea che Riley Walz ha trasformato in realtà con il sito IMG_0001 riprende chiaramente molti degli aspetti centrali dell’opera di Rossi. Walz ha sfruttato un bot per identificare oltre 5 milioni di video “IMG_XXXX” su YouTube, caricati durante il periodo in cui Apple permetteva agli utenti di inviare direttamente i propri video sulla piattaforma.
Con l’estetica rétro del sito, ispirata agli anni Novanta, e una selezione mirata di video (meno di 150 visualizzazioni e di durata inferiore a 150 secondi), Walz ha creato un’esperienza immersiva che invita il pubblico a esplorare il mondo digitale dimenticato. Il risultato è un mosaico di frammenti umani, nostalgici e spesso surreali, che ricalca l’intuizione originale di Rossi.
La sovrapposizione tra l’opera di Luca Rossi e il progetto di Riley Walz solleva questioni interessanti sul rapporto tra arte e tecnologia. L’intuizione di Rossi, nata come critica e riflessione sull’iperproduzione di contenuti digitali, ha trovato una seconda vita, o una nuova vita, in un progetto tecnologico.
Luca Rossi descriveva la sua seria come un’opera immobile ma in crescita continua. Questo paradosso riflette perfettamente l’essenza del progetto: un’opera che si nutre del caos digitale, mutando continuamente grazie ai contributi inconsapevoli di milioni di persone. Walz, dal suo canto, ha dichiarato di aver tratto ispirazione da un articolo di un ingegnere informatico che spiegava il funzionamento della funzione “Send to YouTube”, ma le somiglianze con l’opera di Rossi suggeriscono che l’arte può spesso anticipare i processi tecnologici, illuminando possibilità inaspettate per il futuro.