Roy Lichtenstein (New York, 1923 – 1997) è stato uno dei principali artisti della pop art americana insieme ad Andy Warhol. Ispirandosi alle stampe di giornali e ai fumetti, in particolare a quelle con il retino tipografico (sistema di stampa dai caratteristici pois, che ne variano il colore) che caratterizza le sue opere, l’artista intendeva ricreare una personale visione della realtà, riutilizzando i processi di stampa nella sua arte. Non solo stampe: dopo il suo grande successo nei primi anni Sessanta continuerà a produrre opere arrivando ad oltre 5.000 tra dipinti, stampe e anche sculture e murales.
Lo storico dell’arte Jack Cowart descrive le composizioni di Lichtenstein “un ricco dialogo di forme, tutte modificate intuitivamente e svincolate dalle loro fonti nominali”. L’idea di svincolare le forme sicuramente ripresa dalla passione verso le opere di Picasso: Lichtenstein diceva che la Guernica (1937) era il suo quadro preferito, e infatti proprio nei primi anni di studi artistici di Lichtenstein il quadro si trovava in prestito a lungo termine presso il Museo d’Arte Moderna di New York.
Questa passione per l’arte europea si farà sentire in un’intervista rilasciata ad Aprile Bernard e Mimi Thompson per la rivista Bomb pubblicata nel gennaio del 1986. Aprile chiedeva a Roy se si sentisse un vero americano, e lui rispose: “Principalmente ma non del tutto. Penso di guardare le cose americane in qualche modo attraverso occhi europei, non perché sono europeo, ma perché la storia dell’arte è solitamente orientata alla visione europea, ed è per questo che sono stato educato. Quindi penso che i veri oggetti americani mi sembrino bizzarri come sembrerebbero a un europeo, e questo è l’interesse.”
Nato a New York il 27 ottobre 1923, Roy Lichtenstein era figlio primogenito di Milton Lichtenstein e Beatrice Werner. il padre era un agente immobiliare di successo, mentre la madre Beatrice era una casalinga. La madre si era formata come pianista ed educò Roy e la sorella Rénee alla cultura, tra musei e concerti della New York degli anni Trenta. Roy fin da piccolo dimostrò un talento per le attività artistiche. Da adolescente passava molto tempo tra l’American Museum of Natural History e il Museum of Modern Art, migliorando così il disegno. Negli stessi anni studiò anche pianoforte e clarinetto appassionandosi alla musica jazz, passione che avrebbe portato avanti per tutta la vita.
Si diploma nel 1940: quell’estate frequentò un corso di disegno e pittura dal modello, con Reginald Marsh alla Art Students League di New York. A settembre dello stesso anno entrò alla Ohio State University a Columbus. Durante i suoi studi Roy venne influenzato particolarmente dalle idee dal suo professore Hoyt L. Sherman: Lichtenstein si opponeva all’idea per cui una serie di linee (un disegno) poteva essere “considerata brillante, e quella di qualcun altro, che magari poteva sembrarti migliore, non era invece tenuta in alcuna considerazione da quasi tutti”. Questa idea era dovuta all’utilizzo della flash room (una stanza buia in cui le immagini venivano brevemente proiettate sullo schermo) da dove gli studenti dovevano disegnare ciò che vedevano nel minor tempo possibile, un esercizio di copiatura.
Nel febbraio del 1943 Lichtenstein si dovette arruolare a causa della Seconda Guerra Mondiale, nell’esercito americano, e nel 1945 venne mandato in Europa. Fece parte della fanteria e prese parte alle missioni in Francia, Belgio e Germania. In questo periodo Roy continuò a disegnare. Dichiarata la pace decise di andare a studiare alla Sorbona a Parigi. Si trasferì nell’ottobre del 1945 e si iscrisse ai corsi di lingua e civiltà francese. Il ritorno a New York nel 1946 fu tempestivo a causa della grave malattia del padre, che morì poche settimane dopo il suo arrivo. Finì i suoi studi alla Ohio State University, dove venne richiamato dalla facoltà con il ruolo di insegnante.
Lichtenstein iniziò ad esporre le sue opere nella galleria d’arte cooperativa di Cleveland, dove conobbe Isabel Wilson Sarisky (1921-1980) con cui si sposò nel 1949. Tra la fine degli anni Quaranta e inizi anni Cinquanta Roy iniziò a lavorare ad una serie di iconografie stampate. Sulla scia delle opere di Paul Klee (che riproponevano una pittura primitiva) anche Lichtenstein provò a fare lo stesso, ironizzando sulla rielaborazione di quadri di genere storico dell’America del XIX secolo, ispirandosi all’arte cubista, sottolineando il finto stile primitivo, riproponeva le figure di cowboy e indiani come in Cowboy on Horseback.
Nel 1951 il contratto dell’artista all’università non venne rinnovato. Lui e la moglie si trasferirono a Cleveland dove la carriera di lei come arredatrice stava sbocciando proprio grazie alle famiglie facoltose di Cleveland. Roy si trovò vari lavori part-time tra cui quelli di disegnatore industriale e designer di mobili. Nel 1951 ebbe la sua prima mostra personale alla Carleback Gallery di New York, seguita da una rappresentazione con la John Heller Gallery dal 1952 al 1957. Tra il 1954 e il 1956 divenne padre di due figli. Ritornò ad insegnare prima come assistente professore alla State University di New York a Oswego, poi come professore di disegno industriale. Nel 1960 accettò un posto come assistente professore a Douglass: proprio qui Roy tornò su vecchie idee e si rimise a lavorare alle sue opere. Nel 1961 iniziò ad elaborare opere mischiando le figure dei cartoni animati con sfondi astratti con opere come Look Mickey o Popeye, dando così il via ad elementi che avrebbero caratterizzato la Pop Art, come l’idea di ironizzare sulla cultura che ci circonda, ed estrapolando le immagini dai loro contesti per sottolinearne gli aspetti reali.
Queste opere arrivarono a Ivan Karp, direttore al tempo della galleria Leo Castelli. Castelli era il principale commerciante d’arte contemporanea di New York. Karp fu immediatamente attratto dalle opere di Lichtenstein, e dopo alcune riflessioni Castelli scelse di rappresentare Roy. La prima mostra fu dal 10 febbraio al 3 marzo del 1962, portando al grande pubblico i dipinti a fumetti di Lichtenstein: la mostra andò esaurita, rendendolo famoso. Seguirono varie mostre nel paese insieme ad artisti come Warhol, Robert Rauschenberg e era considerata brillante, e quella di qualcun altro, che potrebbe esserti sembrata migliore James Rosenquist, artisti Pop che con la loro arte sconvolsero la critica togliendo l’attenzione all’espressionismo astratto che in quegli anni era al centro della New York School.
Negli anni Settanta Roy e la moglie si trasferirono a Southampton, New York. La nuova casa portò Lichtenstein alla ricerca di nuove forme e tecniche espressive. In questo decennio la ricerca di nuove forme espressive portò alla nascita della serie Mirror che giocava con gli specchi e con le luci, le sue sculture che portavano elementi bi-dimensionali (i suoi disegni) a opere a tutto tondo (sculture visibili da tutti i lati) come Cup and Saucer I. Negli anni Ottanta creò anche delle sculture pubbliche in tutto il mondo a Miami Beach, Columbus, Minneapolis, Parigi, Barcellona e Singapore. Negli anni Novanta si dedica alle grandi serie come le viste degli interni, unendo alle sue idee oggetti d’arte e di design di altri artisti, sempre mantenendo il suo iconico stile come in Interior with Yves Klein Sculpture. Nell’agosto del 1997 Lichtenstein si ammalò di polmonite, e morì per complicazioni dovute alla malattia il 29 settembre dello stesso anno, all’età di 73 anni a New York.
Lo stile inconfondibile di Roy Lichtenstein è diventato iconico: la tipica retina tipografica che l’autore utilizza per dare le variazioni del colore sarà il tratto distintivo della sua arte, che inizia ad utilizzare nei primi anni Sessanta con Viip o Ziing, mentre prima le scene di fumetti estrapolate dal loro contesto erano semplicemente dipinte con colori ad olio stesi senza sfumature, come The Ring (engagement).
Prima degli anni Sessanta, Roy dipingeva guardando agli artisti che facevano parte del cubismo come Picasso e Klee. Tra gli anni Quaranta e Cinquanta si occuperà proprio di rielaborare lo stile di questi artisti a suo modo, soprattutto con Picasso da cui riprende la visione dello spazio (cubismo) ma anche gli elementi, riproponendoli in molti momenti diversi della sua carriera, ad esempio, con Woman Knitting (1948 circa) a Still life with Picasso (1972).
A fine anni Cinquanta, lo stile di Lichtenstein cambia: abbiamo immagini con lunghe pennellate colorate, pennellate rinchiuse in quadrati come se fossero vari pezzi di colore ricomposti a caso nel quadro, e vediamo questi sperimenti di colore nella seria Untitled tra 1959 e 1960. Lo stile di Roy Lichtenstein si definisce intorno al 1961 proprio con la scoperta del fumetto, che per lui significava un nuovo modo di comunicare. L’artista prendeva una scena di un fumetto e la estrapolava dal suo contesto, e così quella scena prendeva un altro significato perdendo quello originale, come in Hopeless (1963). Giocando con il retino tipografico utilizzandolo per “ragioni puramente formali”, come diceva lui, ripropose anche opere di grandi maestri come, ad esempio, La cattedrale di Rouen vista in tre momenti diversi del giorno di Claude Monet (1940) che diventa Rouen Cathedral (seen at three different times of day) del 1969, stesso identico quadro ma monocromatico e con l’effetto puntinato, rielaborando così un capolavoro dell’impressionismo dandogli una chiave di lettura più cartellonistica e contemporanea.
Lichtenstein avrebbe continuato a dipingere sempre nello stesso stile cambiando i soggetti e modificando i colori che diventano sempre più brillanti, riportandolo esattamente allo stesso modo in scultura, come in Coup de Chapeau I che passa da essere un progetto su inchiostro a una scultura, o come in Brushstroke Head I dove vediamo il classico volto femminile dei suoi fumetti riproposto in modo frammentato.
Si può osservare un grande cambiamento nello stile di Roy Lichtenstein nella serie di paesaggi della fine degli anni Novanta. Nella serie Landscape l’artista porta gli estremi il retino grafico: l’effetto puntinato viene affiancato a campi di colore piatto dato dai colori ad olio, ricreando così paesaggi senza la tipica linea grafica nera che contraddistingueva le sue opere come, ad esempio, in Landscape with River (1996). Questi paesaggi cinesi sono ripresi dai dipinti dei rotoli della dinastia Song.
La maggior parte delle opere di Lichtenstein si trova negli Stati Uniti d’America, ad esempio al Museum of Modern Art (MOMA) e alla Morgan Library and Museum di New York. In Europa abbiamo molte opere sparse nei principali musei delle capitali, soprattutto in Germania dove al Museum Ludwig di Colonia si trova una grande collezione con opere come Blonde (1965), Cup and Saucer I (1976) e Tall Mountais (1996). In Europa si trovano anche importanti sculture pubbliche come Barcelona Head (1992) a Barcellona, e Coups de Pinceau (1988) che si trova a Parigi. In Germania alla Heinrich-Heine University di Düsseldorf si trova un murales pubblico, University of Düsseldorf Brushstroke Mural (1970).
In Italia è possibile vedere Purist Painting with Bottles (study) (1975) a Casa Cavazzini, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea a Udine, mentre alla Collezione Gori a Pistoia si trova Still Life with Dossier (1976). Due opere si trovano al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART): Hot Dog (1964) e Large Spool (1963).
La tua lettura settimanale su tutto il mondo dell'arte
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER