Il Romanticismo è stato un movimento internazionale di vasta portata, letterario, filosofico e artistico, sorto in Europa tra la fine del XVIII secolo e circa la metà del XIX secolo, diffuso rapidamente in reazione al saldo ideale razionale sostenuto dall’Illuminismo, e di contro ai condizionamenti artistici accademici del neoclassicismo.
Nelle arti, ereditando la consapevolezza dei diritti individuali che il Settecento aveva conquistato e andava celebrando con la Rivoluzione francese (1788-1799), parallelamente a una crescente poetica del sentimento, si affermò il potere della libertà espressiva, dell’immaginazione e dell’intuizione personale. Alla ragione, lo studio scolastico e l’armonia classicista, si sommarono la capacità creativa e la soggettività dell’artista, affermandone il profilo di genio creatore anticonformista, come poi è andato a considerarsi lungo il XX secolo, il cui spirito creativo è più importante del rigoroso rispetto delle regole formali e delle procedure tradizionali. La sensibilità romantica ebbe esiti e cronologie diverse in ogni area culturale, ma con una comune predilezione per il paesaggio e per il mondo della storia, anche contemporanea, considerati in chiave psicologica e interiorizzata e con specifiche inclinazioni verso l’evocazione fantastica e visionaria e i valori spirituali e sentimentali.
L’arte romantica si sviluppò in Germania, per poi diffondersi in Francia, in Inghilterra come in Italia, investendo principalmente la pittura, per quanto abbia dato impulso ad un nuovo modo di intendere anche la scultura, l’architettura e la musica e sia derivata da un imprescindibile sentire letterario. Gli artisti che si consideravano parte del movimento condividevano un atteggiamento nei confronti della pratica artistica, della natura e dell’umanità, non basandosi su definizioni o principi rigorosi. Gli artisti romantici in ogni disciplina hanno trovato voce in molti generi e varietà di stili, potendo alleggerirsi dai dettami e gusti accademici che inseguivano la bellezza canonica classica nella maggior parte dei paesi europei, per esplorare invece i propri stati d’animo e proclamare ognuno una propria posizione e originalità.
Gli atteggiamenti fondamentali degli artisti romantici furono: un approfondito apprezzamento delle bellezze della natura; un’esaltazione generale dell’emozione sulla ragione e dei sensi sull’intelletto; un ripiegamento sul sé e un approfondito esame della personalità umana, dei suoi stati d’animo e delle sue potenzialità mentali; una preoccupazione per il genio, l’eroe e la figura eccezionale in generale e un focus sulle sue passioni e lotte interiori; un’enfasi sull’immaginazione come porta verso l’esperienza trascendente e la verità spirituale; un interesse per la cultura popolare, le origini culturali nazionali ed etniche e l’epoca medievale, nonché una predilezione per l’esotico, il remoto, il misterioso, lo strano, l’occulto, il mostruoso, il malato e persino il satanico.
I termini storici del periodo romantico possono essere compresi tra la caduta dell’impero napoleonico, quando con la Restaurazione l’assolutismo monarchico tornò a regnare in Europa, per divenire dominante negli anni Venti dell’Ottocento e fino agli anni Quaranta circa, quando dalla Francia andò imperversando il movimento artistico del Realismo, con dovute eccezioni nei vari paesi. In seguito alle sconfitte militari di Napoleone, dilagava un tentativo anacronistico di ritorno all’Ancien Régime (“antico regime”) che contrastava le idee della Rivoluzione francese (1788-1799), il Romanticismo sostenne invece le lotte per la libertà, l’uguaglianza e la giustizia, e fu strettamente legato all’emergere del nazionalismo, rispondendo all’universalismo imperiale con le unicità delle varie monarchie europee. Si manifestò infatti l’esigenza di riconoscere a ciascun paese il diritto di gestirsi autonomamente nel nome della patria, sottolineando i valori tradizionali locali, di cui l’arte si fece portavoce stimolando l’identità e l’orgoglio nazionali.
Folklore, tradizioni e paesaggi locali, costituirono l’immaginario visivo per molti pittori romantici che facevano luce sulle ingiustizie sociali attraverso le loro composizioni drammatiche, rivaleggiando con i più seri dipinti di storia neoclassica accettati dalle accademie nazionali, a cui infondevano un appello al rinnovamento sociale e spirituale.
Poiché il valore assoluto e indiscutibile delle regole classiche andava ad essere sostituito dalla libera creatività del pensiero, il Romanticismo coincise anche con le tendenze liberali della prima metà dell’Ottocento, che condussero ai frequenti moti insurrezionali, culminati in quelli del 1848, che videro quasi tutta l’Europa in lotta contro i propri sovrani e che, in Italia, si concretizzarono nella prima guerra d’indipendenza fino a l’epoca risorgimentale. L’artista romantico visse intensamente tutte le vicende anche politiche del suo tempo, dimostrandosi ribelle al conformismo legalitario. Nel tentativo oltretutto di reagire alla schiacciante industrializzazione, le arti espressero i valori simbolo di quel periodo culturale, come la necessità di ricongiungimento dell’individuo alla natura e a un passato idealizzato, per lo più medioevale, quale esempio di una società regolata da un ideale cristiano di semplicità e integrità morale, in virtù di una ritrovata spiritualità ottocentesca. Il termine Romanticismo infatti, è derivato da “romance”, che indicava le composizioni letterarie come i romanzi cavallereschi medievali, che rappresentavano vicende fantastiche all’interno di ambientazioni e scenari storici.
In Germania nei decenni 1770-1780 si era affermata una corrente culturale preromantica soprattutto letteraria, detta “Sturm und Drang” (Tempesta e impeto), che aveva sostenuto la valorizzazione degli stili del Medioevo e della storia spirituale tedesca, e una vocazione agli ideali dell’irrazionale, al mito della natura, alle emozioni e alla fantasia, rivendicando il diritto dell’uomo di soddisfare le sue intime aspirazioni senza leggi e convenzioni imposte. Fu un’esperienza di grande impatto e influenza sulla coscienza pubblica e artistica, che andò poi estendendosi in altre nazioni. I pittori più rappresentativi del movimento romantico furono Caspar David Friedrich in Germania, William Turner e John Constable in Inghilterra, Jean-Louis-Théodore Géricault e Eugène Delacroix in Francia. Anche l’Italia ebbe un importante esponente del Romanticismo, cosiddetto storico, in Francesco Hayez.
In molti paesi, i pittori romantici hanno rivolto l’attenzione alla natura e alla pittura all’aperto. Opere basate sull’osservazione ravvicinata del paesaggio, del cielo e dell’atmosfera che hanno elevato e promosso il genere a un livello nuovo. Alcuni artisti enfatizzando gli esseri umani come un tutt’uno con la natura, altri rappresentando il potere e l’imprevedibilità di questa sull’uomo. In ogni caso dedicandosi a descrivere la reazione soggettiva, la vita interiore rispetto alla natura circostante.
Si fece largo infatti il concetto filosofico estetico di “sublime”, introdotto a metà Settecento dal filosofo inglese Edmund Burke e ripreso nel 1790 dal filosofo tedesco Emanuel Kant, inteso come quel sentimento di stupore e sgomento di fronte alla natura e a tutte quelle cose del mondo, non necessariamente legate alla bellezza, in grado di sopraffarci emotivamente. L’esperienza del sublime innescò un riflessione cruciale per il Romanticismo, come si evince dalla pittura prodotta in tal senso. L’interesse per i fenomeni transitori del mondo naturale porta i pittori a dedicarsi ad uno studio accurato della luce e dell’atmosfera e degli effetti sul paesaggio. La preoccupazione di preservare la spontaneità dell’impressione ha portato a una rivoluzione nella tecnica pittorica, con la rapida notazione dello schizzo poi riprodotto nella composizione finale.
In Germania i principali artisti romantici si sono concentrati proprio sulla pittura di paesaggi naturali. II più importante fu Caspar David Friedrich (Greifswald, 1774 – Dresda, 1840), pittore che riuscì a tradurre su tela il rapporto dell’uomo con le forze della natura, intesa come una manifestazione divina, sublime e monumentale. Con i suoi dipinti la pittura di paesaggio divenne un’allegoria per l’anima umana, nonché un simbolo di libertà e sconfinatezza che criticava sottilmente la ristrettezza politica del tempo. Friedrich procurò una rottura rivoluzionaria con le tradizioni della pittura paesaggistica barocca e neoclassica. Non replicava mai semplicemente una veduta oggettiva, ma piuttosto forniva l’opportunità di contemplare la presenza di Dio nelle opere naturali, affascinato dal potere simbolico e allegorico degli elementi terreni visti come una emanazione religiosa.
Ai temi e dei motivi naturali combinò la presenza umana, per lo più rivolta di spalle all’osservatore, e un senso di spiritualità, soprattutto attraverso allegorie di solitudine, morte, idee sull’aldilà e speranze di salvezza, aprendo a contesti pittorici in gran parte sconosciuti. Il motivo della “Rückenfigur” include lo spettatore nel processo di interpretazione (è celebre Il viandante nella nebbia del 1818), una figura umana solitaria vista di spalle, colta mentre contempla il panorama che ha di fronte che permette all’osservatore dell’opera di identificarsi con il personaggio nell’opera. Uno dei modi chiave con cui il romanticismo tedesco si differenzia dal romanticismo francese e britannico. Con il suo atteggiamento di pittore malinconico e incline a una religiosità mistica Friedrich ha contribuito a consolidare l’immagine dell’artista romantico per eccellenza. La dedizione alla pittura di paesaggio come alternativa alla tradizionale pittura religiosa o storica, incoraggiò i suoi contemporanei a riconsiderare il genere con esiti eccellenti.
Anche i pittori romantici inglesi predilessero il paesaggio. Le loro raffigurazioni non erano drammatiche e sublimi come la controparte tedesca, ma erano più naturalistiche, enfatizzando paesaggi più bucolici. Questi artisti hanno enfatizzato gli effetti transitori di luce, atmosfera e colore per ritrarre un mondo naturale dinamico, in grado di evocare stupore e grandezza. John Constable (East Bergholt, 1776 – Londra, 1837) è stato tra i più influenti paesaggisti inglesi, combinando un’attenta osservazione della natura con una profonda sensibilità, e ribellandosi alle pratiche standard dell’accademia. Il suo uso del colore, con macchie accostate e vibranti, è stato influente sui grandi paesaggisti francesi, come Eugène Delacroix, che si ispirò a Constable per la sua inconfondibile resa della luce scintillante con tocchi di bianco.
Il colore fu anche esplorato in modo ancora più radicale da William Turner (Covent Garden, 1775 – Chelsea, 1851), tra i maggiori pittori inglesi di tutti i tempi. Turner era un artista prolifico, ma eccentrico e solitario, che lavorava con oli, acquerelli e stampe. Con l’applicazione del colore in tratti sempre più rapidi, creava una superficie impastata e dinamica che gli valse l’epiteto di “pittore della luce”, determinante per gli impressionisti nel tardo XIX secolo. E mentre Constable dipinse la freschezza della natura, Turner ne colse la grandiosità e come per il tedesco Friedrich, rappresentò lo smarrimento dell’uomo di fronte alla maestà dei suoi fenomeni. Nelle opere di Turner il paesaggio tradizionale si dissolve in forme non definite che annullano la consistenza degli oggetti, immergendo lo spettatore all’interno del quadro.
A differenza dei loro colleghi tedeschi e inglesi, i pittori francesi ebbero un repertorio più ampio di soggetti, che includeva ritrattistica e pittura storica, suggerendo piuttosto il desiderio dell’uomo di conquistare la natura. In quanto, lo spirito della Rivoluzione Francese stimolò notevolmente l’interesse per la rappresentazione di eventi storici contemporanei, e gli artisti cercarono di rappresentare in modo autentico i momenti cruciali del loro tempo. Il governo della ragione dell’Illuminismo era percepito come limitante e meccanicistico, di conseguenza si rivolsero a scene di ribellione e protesta. Dopo la fine delle guerre napoleoniche con Napoleone in esilio, iniziarono a sfidare il neoclassicismo di personalità come Jacques Louis David, il pittore più importante durante la Rivoluzione. Se i personaggi eroici neoclassici erano idealizzati e in posa, con i romantici furono rappresentati dinamicamente, nei momenti topici battaglieri.
Gli artisti Théodore Géricault (Rouen, 1791 – Parigi, 1824) ed Eugène Delacroix (Charenton-Saint-Maurice, 1798 – Parigi, 1863) guidarono e svilupparono il movimento romantico francese. La loro pittura nasceva dalla vita reale e descriveva, come per i paesaggisti, momenti transitori, movimento e dinamicità, in scene costruite con toni monumentali ed elementi metaforici dei sentimenti dell’umanità dell’epoca. Gli importanti capolavori come La zattera della Medusa (1819) di Géricault, ispirata a un vero racconto di un naufragio, e La barca di Dante di Delacroix (1822), portarono il romanticismo all’attenzione di un pubblico più ampio e internazionale. Entrambi i dipinti scandalizzarono i Saloni di Parigi in cui furono esposti, nel 1820 e nel ‘22. Deviare dallo stile neoclassico favorito e utilizzare argomenti contemporanei, indignò l’Accademia e il grande pubblico. La rappresentazione delle caratteristiche emotive e fisiche e dei vari stati psicologici sarebbero diventati tratti distintivi.
Géricault è entrato nella storia dell’arte con le sue raffigurazioni di drammi collettivi, di eroismo individuale e della sofferenza, come nella serie di ritratti di persone comuni e umili, poveri, anziani e pazzi rappresentati con un’intensità ed espressività senza pari. Dopo la morte prematura di Géricault nel 1824, Delacroix divenne il leader del movimento romantico per la sua enfasi sul colore come modalità di composizione e l’uso di pennellate espressive per trasmettere sentimenti. Il suo uso del colore fu ricco e sensuale, le sue composizioni dinamiche e i suoi soggetti esotici e avventurosi, che vanno dalla vita araba nordafricana a seguito di un suo viaggio d’ispirazione, alla politica rivoluzionaria in patria. Ne è un importante esempio la grande e nota tela La Libertà che guida il popolo che nasce in relazione ai moti rivoluzionari parigini del luglio 1830, a cui l’artista prese parte, rappresentando quanto vissuto in prima persona, oltre la sua fantasia narrativa.
Anche in Italia il massimo esponente della pittura del Romanticismo, Francesco Hayez (Venezia, 1791 - Milano, 1882) fu noto per i temi tratti dalla storia italiana e soggetti del passato, in un periodo di passaggio tra la cultura visiva neoclassica e quella più libera romantica. Produsse opere simboliche, dai colori accesi e di elevato valore patriottico, con ricostruzioni storiche veritiere, riferimenti politici e accenti sentimentali, che dimostravano una sensibilità nuova nell’affrontare soggetti di carattere storico. Ne è un esempio il dipinto di una scena medievale Vespri siciliani (1846). Il suo repertorio annovera anche ritratti di celebri figure del suo tempo, nonché opere note come Il bacio (1859), che dimostrano il primato della poetica sentimentale di quell’epoca.
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