Milton Ernest Rauschenberg, detto Robert (Port Arthur, 1925 – Captiva Island, 2008) è stato uno degli artisti più importanti del panorama internazionale e membro del movimento New Dada. Quest’ultimo nacque a New York, intorno alle figure del musicista avanguardista John Cage (Los Angeles, 1912 – New York, 1992) e del ballerino Merce Cunnigham (Centralia, 1919 – New York, 2009). I due teorici rielaborarono alcuni concetti dell’avanguardia dadaista, dando vita a opere nate dalla commistione tra diversi generi artistici, con lo scopo di assottigliare la distanza tra la vita e l’arte. Tuttavia, la differenza sostanziale tra l’avanguardia di primo Novecento e quella del gruppo New Dada consisteva nel significato delle loro opere. Mentre i Ready Made dadaisti, come la Fontana (1917) di Duchamp, erano soltanto degli oggetti decontestualizzati che rivendicavano la loro natura artistica, le opere New Dada venivano trasfigurate dall’intervento dell’autore con rimandi all’esperienza personale.
Rauschenberg si inserì a pieno all’interno del movimento di Cage e di Cunnigham realizzando delle opere che fossero dei frammenti di vita. Nel corso della sua carriera, l’artista texano non si limitò unicamente alle tecniche tradizionali, ma sperimentò anche quelle più inusuali, spesso combinandole tra loro al fine di aumentare le sue possibilità artistiche. Infine, Robert fu molto attento anche a diverse tematiche sociali, quali la tutela dell’ambiente e la critica al sistema consumistico.
Robert Rauschenberg nacque dal matrimonio tra Dora Carolina Matson ed Ernest R. Rauschenberg. A sedici anni, il giovane entrò all’università di farmacia e nel 1943 venne chiamato alle armi dalla marina militare statunitense, dove svolse il ruolo di tecnico all’ospedale psichiatrico fino al 1945. Rauschenberg si iscrisse all’Istituto d’arte di Kansas City e in seguito all’Accademia Julian di Parigi, dove conobbe la sua futura moglie Susan Weil (New York, 1930). Quest’ultima lo convinse a iscriversi al Black Mountain Collage, dove era diventato professore di pittura Josef Albers (Bottrop, 1888 – New Haven, 1976), uno dei fondatori della Bauhaus, celebre istituto d’arte tedesco chiuso negli anni Trenta dai nazisti. Tuttavia, il rapporto tra Albers e Robert non fu dei migliori, perché il giovane studente non era compatibile con il rigido metodo di insegnamento del professore di pittura.
Nello stesso anno Rauschenberg conobbe il compositore avanguardista John Cage (Los Angeles, 1912 – New York, 1992), con il quale instaurò una profonda amicizia che diede vita a diverse collaborazioni. Infatti, il musicista fu uno dei primi a credere nel giovane artista e lo accolse all’interno del movimento New Dada da lui fondato. L’incontro con Cage costituì un punto di svolta nella carriera di Robert, poiché il musicista lo avvicinò a un approccio all’arte più concettuale e performativo. In questi anni, Rauschenberg elaborò le sue prime opere che facevano presagire le caratteristiche e le tematiche dei suoi capolavori maturi. Già all’epoca, l’artista non si limitava all’uso di un’unica tecnica, ma ne sperimentava diverse, talvolta unendole insieme. Inoltre, anche in questi primi progetti erano presenti certi concetti fondamentali che avrebbe portato avanti per tutta la sua carriera, quali lo sdoppiamento, la ripetizione e le griglie.
Nel 1949, Robert Rauschenberg si trasferì a New York, dove entrò in contatto con l’espressionismo astratto, corrente artistica nata negli anni Trenta i cui maggiori esponenti erano Jackson Pollock (Cody, 1912 – Long Island, 1956) e Mark Rothko (Daugavpils, 1903 – New York, 1970). In seguito alla scoperta di questa corrente, Rauschenberg iniziò a fondere il suo stile con le vigorose pennellate espressioniste e i simboli astratti.
Negli anni a seguire Robert intraprese un viaggio in Europa e in Nord Africa, durante il quale iniziò a combinare dipinti, sculture e oggetti di tutti i tipi per creare un’unica opera. Questi progetti furono importanti per la futura elaborazione della serie Combines (1954-1964), le opere più importanti di Rauschenberg. Infatti, già in questi collage era ravvisabile l’intento del giovane statunitense di diminuire la distanza tra l’arte e la vita di tutti i giorni.
Nel 1963 venne organizzata la prima mostra personale dell’artista nel Museo ebraico di New York e l’anno seguente Rauschenberg consolidò la sua fama con la vittoria del Gran Premio alla pittura alla Biennale di Venezia. In occasione dell’esposizione Robert presentò per la prima volta le sue Combines, che ottennero un grandissimo successo.
In seguito, Rauschenberg si interessò al mondo tecnologico e avviò una serie di collaborazioni con ingegneri e fisici per creare delle opere d’arte. Questa ricerca confluì nella E.A.T. (Experiments in Art and Technology), un’organizzazione che metteva in contatto artisti e ingegneri per dar vita a delle collaborazioni, che unissero i due campi del sapere.
Un altro ambito artistico molto importante fu quello performativo, dato che Robert disegnò costumi e scenografie per vari spettacoli. Tuttavia, lo statunitense non si limitò unicamente a lavorare dietro le quinte, ma ideò anche numerose performance artistiche. In alcuni casi era lui stesso a dare vita alle esibizioni, in altri integrava le sue opere con aspetti performativi, come il suono nella serie Elemental Sculpture (1953-1959) o il passare del tempo in una Combine.
Robert Rauschenberg nel 1970 si trasferì a Captiva Island, un piccolo villaggio di pescatori sulla costa della Florida, diametralmente opposto alla caotica New York. In questo piccolo paradiso terreste l’artista ebbe modo di riscoprire una nuova vitalità, che influenzò le sue opere schiarendo i suoi colori e spingendolo a usare dei materiali naturali. Il trasferimento a Captiva Island diede vita al periodo più fruttuoso della carriera di Robert, che ideò diversi capolavori tra gli anni Settanta e gli anni Novanta. Il lavoro eseguito a Captiva Island è visibile in opere come i Veneziani (1972-1973) e in Mirage (1975), nei quali Rauschenberg espresse la sua passione per i materiali trovati e lo studio dei diversi tipi di tessuti. Inoltre, durante il soggiorno nella piccola isola, Robert approfondì il suo interesse per la tematica ambientale, che divenne centrale in un nuovo progetto a lungo termine: Rauschenberg Overseas Culture Interchange, detto ROCI (1984-1991).
Anche negli ultimi anni della sua carriera Robert Rauschenberg continuò a sperimentare nuove tecnologie e nuovi materiali con lo stesso entusiasmo delle sue prime ricerche artistiche. Nel 1996 venne organizzata una sua retrospettiva dal Museo Solomon R. Guggenheim di New York, grazie alla quale Robert ebbe modo di ripercorrere tutta la sua carriera. Nonostante Rauschenberg avesse la mano destra paralizzata a causa di un infarto avuto nel 2002, continuò a lavorare utilizzando soltanto la mano sinistra fino al 2008, quando morì di arresto cardiaco in ospedale.
È impossibile racchiudere le opere di Robert Rauschenberg all’interno di uno stile o di un genere canonico, perché fin dai primi lavori l’artista texano iniziò a sperimentare diverse tecniche e differenti tipologie di supporto. Inoltre, le sue opere vanno quasi sempre oltre l’aspetto contemplativo, identificandosi come degli oggetti che vivono e interagiscono con lo spazio dello spettatore.
Una delle prime opere di Robert Rauschenberg furono i White paintings (1951), dipinti bianchi monocromatici disposti a griglie. I pannelli elaborati da Robert non avevano alcuna caratteristica estetica, ma si realizzavano soltanto una volta entrati in contatto con gli spettatori. I White paintings erano come delle opere non completamente realizzate, che necessitavano dell’intervento attivo dello spettatore per riuscire a esprimere a pieno la loro essenza. Infatti, l’artista aveva pensato i pannelli come delle tele bianche, che non si limitavano a un unico soggetto, ma a infinite possibilità che si imprimevano sulla tela ogni volta che qualcuno o qualcosa vi passava davanti.
Nello stesso anno Robert elaborò i Black paintings (1951), ovvero dei pannelli monocromatici, che rispetto ai White paintings si differenziavano per il colore nero e per la loro consistenza. Infatti, questi dipinti erano realizzati con l’aggiunta di fogli di giornale, che a seconda dell’angolatura potevano essere scorti dallo spettatore. In questo modo, Rauschenberg inserì per la prima volta l’elemento della sorpresa, che sarebbe diventato fondamentale nell’elaborazione delle sue opere più importanti: le Combines. Ulteriori opere della serie monocromatica furono i Red paintings (1953-1954), dei dipinti rossi monocromatici, realizzati con l’aggiunta di diversi materiali, quali il legno, i fogli di giornale e tanti altri.
Intorno al 1954 Robert Rauschenberg inventò il termine Combines per descrivere le sue ultime opere: delle combinazioni tra pittura e scultura, che andavano ben oltre le solite categorie artistiche. Infatti, la serie Combines includeva delle opere molto diverse tra loro: alcune venivano appese al muro, altre stavano in piedi da sole e i materiali adoperati cambiavano di opera in opera. L’artista iniziò a raccogliere oggetti per strada, nelle discariche e in ogni genere di negozio per poi assemblarli e trattarli insieme. Tramite questo processo Rauschenberg riusciva a dare una nuova vita agli oggetti scartati dalla società: da una parte elevandoli allo stato di opere d’arte, dall’altra utilizzando il loro effetto di straniamento e sorpresa. Quest’ultimo era causato dalla presenza di elementi inusuali, poiché scartati dallo società, all’interno del contesto artistico, finora esclusivo di opere dall’alto valore intellettuale ed estetico.
Tra le Combines più famose vi sono Bed (1955) e Monogram (1955-1959). Nel primo caso, Robert Rauschenberg appese un letto a una parete e lo dipinse come un quadro, con delle pennellate molto simili a quelle dei pittori espressionisti astratti. Tramite questo oggetto Rauschenberg riuscì a trasportare la dimensione intima dell’artista dinanzi agli occhi dello spettatore, dal momento che il letto costituisce il luogo in cui si susseguono le tappe principali della vita di ogni essere umano.
In Bed l’effetto sorpresa è ottenuto tramite la sostituzione della tela con un letto, ma è in Monogram che lo straniamento è perfettamente raggiunto da Rauschenberg. Infatti, lo spettatore si trova davanti a una capra imbalsamata, appoggiata su una tela stesa per terra, simile a quelle di Jackson Pollock. In un’intervista Rauschenberg spiegò che l’opera non aveva alcun intento polemico, ma che aveva lo scopo di sorprendere lo spettatore. In questo caso l’effetto di straniamento è ottenuto tramite la presenza di un essere vivente ormai morto, che acquista nuova vita, grazie all’elevazione a oggetto artistico.
Tra il 1984 e il 1991 Rauschenberg lavorò a un progetto artistico su larga scala: Rauschenberg Overseas Culture Interchange (ROCI). Per la realizzazione di ROCI Robert viaggiò in tutto il mondo, per dar vita a uno scambio di conoscenze ed esperienze che portasse alla realizzazione di opere d’arte, frutto di diversi influssi culturali. Lo scopo di Rauschenberg era quello di creare un dialogo tra culture diverse e dar voce a dei paesi in cui le manifestazioni artistiche venivano represse dalle situazioni economiche o politiche.
Tra i progetti più importanti vi fu ROCI Chile (1985), durante il quale Robert visitò la miniera di rame di Antofagasta in Cile, dove l’artista locale Benito Rojo gli spiegò come usare gli agenti opacizzanti sul rame. Il risultato di questa esperienza fu una raccolta di dipinti realizzati su un supporto per fotografie serigrafate e la serie Copperhead, in tutto quindici dipinti su rame (1985-1996). Inoltre, questa esperienza permise a Rauschenberg di conoscere e riportare in patria le conseguenze del regime repressivo del dittatore Augusto Pinochet sulla popolazione cilena, che invece erano state occultate e mascherate negli Stati Uniti.
Robert Rauschenberg è stato uno dei più grandi innovatori nel mondo dell’arte contemporanea e il suo contributo è stato fondamentale per andare oltre la categorizzazione classica dei generi artistici.
La maggior parte dei capolavori di Robert Rauschenberg sono conservati nei numerosi musei americani. Una parte consistente delle sue opere è posseduta dalla Fondazione Robert Rauschenberg (RRF), nata dalla volontà dallo stesso artista nel 1990, con lo scopo di finanziare i giovani artisti emergenti e di portare avanti le battaglie sociali e politiche che Rauschenberg condusse per tutta la vita. Inoltre, diverse opere dell’artista sono disseminate per i numerosi musei di New York, per esempio Il Museum of Modern Art e il Whitney Museum of American Art. D’altra parte, anche le gallerie di Los Angeles e di San Francisco possono vantare un’importante consistenza delle opere dell’artista texano, come il Museum of Contemporary Art, la Eli and Edythe L. Broad Collection e il San Francisco Museum of Modern Art.
Tuttavia, alcune opere di Rauschenberg sono dislocate singolarmente anche in numerosi musei europei di arte contemporanea, per esempio Il Moderna Museet di Stoccolma, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il Museum Ludwig di Cologna e anche al Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf.
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