Marc Chagall, vita e opere del grande pittore russo-francese


Marc Chagall, pittore tra i più apprezzati del XX secolo, è difficile da incasellare in un movimento. La vita, le opere, lo stile.

Marc Chagall (nato Moishe Segal in ebraico e Mark Zacharovič Šagal in russo; Lëzna, 1887 – Saint-Paul-de-Vence, 1985), è stato un pittore russo naturalizzato francese, tra i più noti del Novecento. Costretto a lasciare la sua patria, vi restò sempre molto legato, nonostante, a causa della sua religione ebraica e del suo rifiuto di sottostare ai dettami del regime sovietico, fosse cosciente di non potervisi stabilire.

Chagall è diventato celebre per i suoi dipinti che raffigurano scenari onirici e fantasiosi, dalle vivaci tinte colorate e linee semplici, pervase da un sentimento di gioia e serenità. Le sue opere non sono, tuttavia, incasellabili in un particolare movimento o corrente, bensì sono espressione di uno stile personale che attinge in parte dalle avanguardie contemporanee, per poi superarle.

Marc Chagall negli anni Venti. Foto di Pierre Choumoff
Marc Chagall negli anni Venti. Foto di Pierre Choumoff

La vita di Marc Chagall

Marc Chagall nacque il 7 luglio del 1887 a Lëzna in Russia, tuttavia trascorse la maggior parte in Francia, acquisendone la cittadinanza. La lontananza forzata dalla sua terra d’origine venne vissuta dall’artista in maniera tormentata, in quanto egli è sempre stato profondamente legato alla sua patria, pur essendo consapevole di non potervi vivere stabilmente a causa delle incompatibilità dovute al suo credo religioso, del rifiuto di aderire al regime e della sua arte non approvata dal regime. La sua famiglia, infatti, era di religione ebraica e viveva nei pressi della cittadina di Vitebsk, che oggi si trova in Bielorussia. Il giorno stesso della nascita dell’artista, la città subì un attacco da parte dei cosacchi, da cui fortunatamente la sua famiglia riuscì a trarsi in salvo. L’episodio venne raccontato più volte da Chagall, che ne rimase colpito al punto che spesso dichiarava di essere “nato morto”. Egli era il maggiore di nove figli, nati dall’unione tra il padre Khatskl (Zakhar) Šagal, un mercante di aringhe, e la madre, di nome Feige-Ite. Riuscì a convincere la famiglia a lasciarlo intraprendere la carriera artistica, nonostante questa professione fosse proibita dalla Torah, il testo sacro ebraico, ed iniziò a lavorare molto giovane come ritoccatore nella bottega di due fotografi. Poco dopo, riuscì ad accedere alla bottega dell’unico pittore presente nella sua città, Yehuda (Yudl) Pen. Spesso si trovò in disaccordo con il suo maestro, pertanto dopo pochi mesi lasciò la bottega e si trasferì a San Pietroburgo, dove si iscrisse all’Accademia russa di Belle arti. Qui, entrò in contatto con numerosi artisti e stili, allargando la propria visione artistica.

Tra il 1908 e il 1910 studiò in una scuola privata insieme al pittore Léon Bakst, che lo introdusse all’arte occidentale, in particolare alle opere di Paul Cézanne e Paul Gauguin e gli diede il suggerimento di trasferirsi a Parigi. Del resto, la vita a San Pietroburgo per Chagall era piuttosto complicata, in quanto la popolazione ebrea poteva risiedere in città solo con un permesso particolare, e doveva limitarsi a vivere nel loro ghetto con orari precisi di rientro. Chagall venne persino arrestato per esser contravvenuto al coprifuoco. Nel 1910 decise così di andare a Parigi, dove presto entrò in contatto con gli artisti che gravitavano nello storico quartiere di Montparnasse, in particolare con Guillaume Apollinaire, Robert Delaunay, Fernand Léger e Eugeniusz Zak.

Fece nuovamente ritorno in Russia nel 1914, effettuando una tappa a Berlino, dove organizzò la sua prima mostra personale grazie al supporto del mercante d’arte Herwarth Walden, ottenendo un buon riscontro. Una volta tornato in Russia, dovette restarvi fino al 1923 a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, che gli impedì qualsiasi movimento. Nel frattempo, si sposò con una giovane di nome Bella Rosenfeld, protagonista di numerosi suoi dipinti, ed ebbe una figlia.

Fu attivamente coinvolto nella Rivoluzione Russa del 1917 come impiegato nel Ministero della Guerra, e grazie a questo incarico riuscì ad evitare l’arruolamento al fronte. Questa esperienza gli permise di frequentare importanti poeti russi, come Vladimir Vladimirovič Majakovskij, di collaborare come illustratore per diversi libri e giornali e di partecipare a diverse mostre collettive. Inoltre, venne nominato Commissario dell’arte per la regione di Vitebsk dall’allora ministro sovietico della cultura. In virtù di questo incarico, fondò un’accademia d’arte e un museo d’arte moderna. Tuttavia il governo sovietico ebbe presto da ridire sulle direttive artistiche di Chagall, che si oppose strenuamente all’ordine di far diventare la sua accademia affine al suprematismo russo, stile imposto dal governo, discutendo spesso a riguardo con il collega Kazimir Severinovič Malevič. Il celebre artista insegnava nell’accademia di Chagall ed era proprio esponente del suprematismo. Quando nel 1920, al ritorno da un soggiorno presso la sua città natale, egli trovò la sua accademia trasformata in un istituto suprematista, Chagall si dimise dall’incarico e si trasferì con la famiglia a Mosca. Qui ottenne un incarico di insegnante di arte agli orfani di guerra.

Il nuovo incarico non era allo stesso livello del precedente, e poco dopo Chagall riuscì tramite un contatto a lasciare la Russia nuovamente in direzione di Parigi, nel 1923. Nel 1937 ottenne la cittadinanza francese, tuttavia nel giro di pochi anni dovette di nuovo allontanarsi da Parigi a causa della seconda guerra mondiale e la conseguente persecuzione e deportazione del popolo ebreo. Chagall si nascose con la sua famiglia a Marsiglia, per poi fuggire in Spagna e Portogallo, fino alla partenza per gli Stati Uniti nel giugno del 1941. Qui, conobbe diversi artisti europei in fuga dall’Europa e grazie al gallerista Pierre Matisse, figlio del pittore Henri Matisse, partecipò a diverse mostre collettive. Tuttavia, Chagall si rifiutò di imparare l’inglese e continuò a parlare esclusivamente in francese e in yiddish, la lingua del popolo ebreo. Nel 1944 rimase vedovo, e il distacco forzato dall’amata moglie lo turbò profondamente, portandolo a smettere di dipingere per diversi mesi. Riuscì a riprendersi grazie all’aiuto della figlia Ida, la quale per altro gli fece conoscere una donna che divenne in seguito sua compagna per sette anni e dalla quale ebbe un altro figlio maschio.

Al termine della guerra, nel 1948, Chagall fece ritorno a Parigi una terza volta, poi si spostò in Provenza, dove rimase in via definitiva. Nello stesso anno ricevette alcuni importanti riconoscimenti, come una grande mostra allestita al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris e il conferimento del Gran Premio per l’incisione alla Biennale di Venezia. Nel 1973 Chagall venne invitato dal governo sovietico a recarsi in Russia, e fu accolto trionfalmente a Mosca e a Leningrado, mentre non volle in nessun modo tornare nella sua città natale Vitebsk. Chagall morì a 97 anni in Provenza, a Saint-Paul-de-Vence, il 28 marzo del 1985. Le sue spoglie vennero tumulate nel cimitero locale.

Marc Chagall, Il Violinista (1911; olio su tela, 94,5 x 69,5 cm; Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen)
Marc Chagall, Il Violinista (1911; olio su tela, 94,5 x 69,5 cm; Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen)
Marc Chagall, Compleanno (1915; olio su tela, 81 x 100 cm; New York, Museum of Modernr Art)
Marc Chagall, Compleanno (1915; olio su tela, 81 x 100 cm; New York, Museum of Modernr Art)
Marc Chagall, La passeggiata (1918; olio su tela, 170 x 163,2 cm; San Pietroburgo, Museo di Stato Russo)
Marc Chagall, La passeggiata (1918; olio su tela, 170 x 163,2 cm; San Pietroburgo, Museo di Stato Russo)
Marc Chagall, Sopra la città (1918; olio su tela, 141 x 197 cm; Mosca, Galleria Tretyakov)
Marc Chagall, Sopra la città (1918; olio su tela, 141 x 197 cm; Mosca, Galleria Tretyakov)

Lo stile e le opere di Marc Chagall

Le opere di Marc Chagall presentano alcuni tratti inconfondibili, tra tutti si ricordano la preferenza verso colori accesi che ricordano il mondo dell’infanzia, la scelta di forme e linee nette, che ricordano le esperienze del cubismo e un’atmosfera generale caratterizzata da elementi di fiaba e di incanto. L’insieme di questi elementi porta alla difficoltà, se non all’impossibilità, di collocare Chagall in una corrente precisa, piuttosto si trattava di un artista in grado non solo di attraversare le diverse avanguardie, ma di superarle, restando sempre fedele ad uno stile proprio.

Molto vicino alle avanguardie europee conosciute a Parigi, Chagall entrò a stretto contatto specialmente con i cubisti, precisamente con Robert Delaunay, e poi con il gruppo dei Fauves e la Scuola di Parigi con Amedeo Modigliani. Tuttavia, la sua sensibilità artistica lo portava ad allontanarsi dalla realtà, a differenza degli esponenti dei movimenti citati, per concentrarsi sugli aspetti più spirituali ed onirici dell’esperienza umana. Nemmeno il surrealismo poteva rispondere alle sue esigenze, in quanto obiettivo dei surrealisti era di rappresentare l’inconscio in immagine, mentre Chagall intendeva condurre lo spettatore all’interno dell’onirico lasciando che si facesse trasportare dall’atmosfera volutamente non realistica. Allo stesso tempo, l’artista ha portato molto del vissuto personale nelle sue opere, a partire dagli elementi della tradizione folkloristica russa, fino alla donna che amò profondamente. Sia nei momenti di serenità che in quelli più bui, Chagall è sempre riuscito ad infondere alle sue opere una sensazione generale di serenità e di magia, proprio come effettivamente accade nei sogni. In effetti, sembrerebbe che Chagall ricorresse ad un mondo popolato da figure fantastiche, scenari naturalistici e linee semplici e fluide per fuggire dalla negatività del mondo reale e ricercare, in maniera anche malinconica, la tranquillità e l’innocenza dell’infanzia.

Le prime opere di Chagall risalgono ad un periodo personale piuttosto difficile, caratterizzato da scarsità di cibo e di mezzi e dalla tendenza a rimanere spesso chiuso nel disordine del suo studio.

Tra queste, si ricorda Il Violinista (1911), uno dei primi dipinti con protagonista un suonatore, una figura che ricorre nella tradizione ebraica, dato che si riconosceva nella danza e nel canto la più alta forma di preghiera e di comunione con Dio. In questo caso, il violinista era rappresentato dallo zio Neuch, e si trova sul “tetto del mondo”.

Un’altra opera importantissima della produzione di Chagall è Compleanno (1915). Si tratta di una delle prime opere in cui compare Bella, la prima amatissima moglie dell’artista, ritratta nel momento in cui l’artista decide di baciarla all’improvviso, mentre si apprestava a sistemare un bouquet di fiori. I due innamorati sono ritratti sospesi dal pavimento, mentre i loro corpi compiono movimenti decisamente innaturali, ad esempio le gambe di lui sono rappresentate ondulate, come se fossero mosse dal vento in aria, e il suo collo si allunga e si contorce in maniera inverosimile per baciare la sua amata. I toni del dipinto sono caldi, e spaziano dal rosso al marrone al bianco. La stanza in cui si svolge la scena è molto ben dettagliata, si tratta di una metafora della perfezione che diviene possibile solo in presenza della moglie.

Celebra anche il capolavoro La passeggiata (1918), in cui i protagonisti sono ancora una volta lo stesso Chagall e la moglie Bella. Durante una passeggiata insieme, mano nella mano, lui ha i piedi sul terreno, mentre lei si libra in aria, mantenendo sempre stretta la mano del marito, mentre nell’altra mano tiene un uccellino, simbolo del loro stretto legame con la natura. In quest’opera vi sono diversi riferimenti alla sua madrepatria, infatti la scena è ambientata in un paesaggio della cittadina di Vitebsk, inoltre sul prato è raffigurata una tovaglia tradizionale russa per i pic-nic. Il significato della scena risiede nel concetto che l’amore sia in grado di superare qualsiasi limite, anche quelli naturali, come nel particolare di Bella che si alza in volo non potendolo normalmente fare. Sullo sfondo, sono ritratti i tetti di Vitebsk, tutti uguali tranne per la sinagoga, che è dipinta in un colore diverso per evidenziarne la funzione spirituale.

Similmente, si ritrova la città di Vitebsk e la celebrazione dell’unione tra i due innamorati nella famosa opera Sopra la città (1918). In questo caso, entrambi sono ritratti in volo sulla cittadina, abbracciati in modo che l’uomo stringa la donna all’altezza del petto, in un gesto di grande tenerezza e protezione. Lo scorcio della cittadina è più realistico rispetto a La Passeggiata e anche in questo caso la sinagoga è rappresentata con un colore diverso dagli altri edifici. Successivamente, lo stile di Chagall si concentra per lo più su macchie e fasce di colore che diventano protagonisti della tela e non più racchiusi nelle figure che compongono la scena. Si adeguò, in un certo senso, alla tendenza del Tachisme (da tache, macchia) degli artisti degli anni Cinquanta. Una grande parte della sua produzione di questi anni fu, inoltre, dedicata ad opere a tema biblico, un chiaro retaggio della sua formazione ebraica.

Sin da giovane Chagall fu affascinato dalla Bibbia, che aveva sempre considerato come una grande fonte di ispirazione, e iniziò a studiarla con completa dedizione dagli anni Trenta. Il primo lavoro ufficiale fu una serie di tavole su temi biblici commissionate dall’editore e mercante francese Ambroise Vollard (per il quale aveva già illustrato altri tomi come Le anime morte di Gogol’ e Le Favole di La Fontaine). Chagall si dedicò con grande entusiasmo a questa lavorazione per una decina d’anni, decidendo persino di compiere un viaggio tra Egitto, Siria e Palestina, per vedere da vicino i luoghi delle storie raccontate.

Tra i dipinti a tema religioso si ricorda Crocifissione bianca (1938). In questo caso, la scena della crocifissione di Gesù viene utilizzata per rappresentare la sofferenza vissuta dal popolo ebraico a causa delle persecuzioni subite. Il Cristo è inserito al centro della composizione, e reca sia l’aureola (simbolo legato alla religione cristiana) che il tallit, lo scialle che indossano gli uomini durante la preghiera ebraica. Tutto intorno a lui sono raffigurate scene di distruzione, un modo per presentare insieme entrambe le sofferenze ed ingiustizie subite, cercando di evidenziare i punti di incontro delle sue tradizioni. La Bibbia divenne poi il tema principale della produzione artistica di Chagall, fino ad una delle sue ultime opere datate tra il 1963 e il 1964, ovvero l’imponente soffitto Il dell’Opéra di Parigi, costituito da una serie di animali colorati e di angeli.

Il periodo trascorso in America per sfuggire alla seconda guerra mondiale fu molto prolifico. Ottenne numerose commissioni, sceneggiature teatrali e realizzò le celebri illustrazioni per il volume Notti arabe (ispirato alle Mille e una notte). Inoltre, l’incontro nel 1951 con Valentina Brodsky (detta Vavà) gli infuse nuova ispirazione e linfa artistica. La donna divenne la sua nuova musa ispiratrice, dopo la perdita della moglie, e lo introdusse alla conoscenza dell’arte classica greca. Al ritorno in Provenza, dove per altro nello stesso periodo si trasferirono anche Pablo Picasso ed Henri Matisse, Chagall prese a cimentarsi anche in altre tecniche, come la scultura, la ceramica e il vetro. Anche in queste produzioni rappresenta gli elementi a lui più cari, ovvero figure bibliche, donne ed animali. Sul finire del decennio si dedicò anche alla lavorazione di arazzi e di vetrate, che realizzò per diverse chiese e sinagoghe della Provenza, oltre ad una a tema pacifista che donò nel 1964 all’ONU in memoria del diplomatico svedese Dag Hammarskjöld. Chagall realizzò altre celebri pitture murali, per il foyer del Watergate Theater di Londra (1949) e per il museo MET - Metropolitan Museum of Art di New York (1966); si annoverano, infine, le vetrate per le cattedrali di Metz (1959-68) e di Reims (1974).

Marc Chagall, Crocifissione bianca (1938; olio su tela, 154,6 x 140 cm; Chicago, Art Institute)
Marc Chagall, Crocifissione bianca (1938; olio su tela, 154,6 x 140 cm; Chicago, Art Institute)
Marc Chagall, Four Tales from the Arabian Nights (1948; set di dodici litografie di 375 x 280 mm; Collezione privata)
Marc Chagall, Four Tales from the Arabian Nights (1948; set di dodici litografie di 375 x 280 mm; Collezione privata)
Marc Chagall, The Peace Window (1964; vetro; New York, Palazzo delle Nazioni Unite)
Marc Chagall, The Peace Window (1964; vetro; New York, Palazzo delle Nazioni Unite)
Le vetrate della Cattedrale di Reims (1974). Foto di Peter Lucas
Le vetrate della Cattedrale di Reims (1974). Foto di Peter Lucas

Dove vedere le opere di Marc Chagall

I dipinti più celebri di Marc Chagall sono conservati in importanti sedi espositive, in città diverse. In Russia, sua patria natale, si possono ammirare L’Ebreo in rosa (1915), Lo specchio (1915) e La passeggiata (1918) nel Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, mentre Sopra la città (1918) si trova nella Galleria Tretyakov a Mosca.

Nel Centre Pompidou di Parigi è custodito Le nozze (1910). Il famoso capolavoro Compleanno (1915) e Io e il villaggio (1911) sono conservati nel MOMA - Museum of Modern Art di New York. Sempre negli Stati Uniti, si annovera Crocifissione bianca (1938), nell’Art Institute di Chicago. Inoltre, proprio nel comune di Chicago ha realizzato un mosaico dedicato alle Quattro stagioni.

Si ricordano anche i murales realizzati per la sede delle Nazioni Unite e per il MET - Metropolitan Museum of Modern Art a New York, all’Opera di Parigi e al Water Gate Theater di Londra. In Italia è presente un dipinto di Chagall, precisamente nella Galleria degli Uffizi a Firenze dal titolo Autoritratto, opera che fu donata di persona dall’artista al museo nel 1976. Numerose altre opere sono custodite in collezioni private, e visibili in occasione di mostre dedicate all’artista.


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