Jacques-Louis David (Parigi, 1748 – Bruxelles, 1825) è stato un pittore francese, uno dei più importanti esponenti del neoclassicismo (corrente che si sviluppa a metà del Settecento che infrange le tendenze sfarzose del barocco e del roccocò). Durante il suo viaggio in Italia, David, riscoprendo la bellezza delle antichità, sviluppa una pittura più elegante e solenne, e nel 1808 scrisse che la scelta del suo nuovo stile di pittura era come “aver fatto un’operazione di cataratta: compresi che non potevo migliorare la mia maniera, il cui principio era falso, e che dovevo separarmi da tutto ciò che in precedenza avevo creduto essere il bello e il vero”.
Durante la Rivoluzione francese David si dedicò alla politica: facendo parte dell’assemblea esecutiva e prendendo parte alle votazioni per la morte di Luigi XVI. David in questo periodo dipingeva temi legati alla politica come i martiri della Rivoluzione, e cambiò soggetti quando Napoleone Bonaparte salì al potere. David provava una profonda ammirazione per Bonaparte, così, si mise ai suoi servigi diventando il suo pittore ufficiale, dipingendo le sue gesta in modo tale che Napoleone risaltasse come un dio.
Jacques-Louis David, nato a Parigi il 30 agosto 1748, era figlio di Louis-Maurice David e Marie-Geneviève Buron: il padre era un commerciante di ferro all’ingrosso a Parigi e la madre apparteneva ad una famiglia di maestri muratori. David perse il padre all’età di nove anni, così lo zio da parte di madre François Buron, architetto, iniziò ad occuparsi dell’educazione del nipote. Inizialmente studiò retorica (studio dalla parola e dell’organizzazione di un discorso) presso il Collège des Quatre-Nations. Durante gli studi fu evidente l’attitudine di David al disegno, pertanto lo zio decise di fargli studiare architettura, sperando seguisse la tradizione di famiglia. Avendo appreso appieno le tecniche di disegno base all’Académie de Saint-Luc, grazie alle conoscenze della famiglia David conobbe François Boucher, primo pittore del re, sperando che diventasse il suo maestro. Boucher, essendo malato e vecchio rifiutò l’offerta di un nuovo allievo consigliando al suo posto Joseph-Marie Vien (ritenuto in Francia il precursore del neoclassicismo), così David entrò nello studio di Vien nel 1766; nello stesso anno si iscrisse alla Académie Royale, scuola che gli permise di concorrere per il Prix de Rome (concorso per studenti in campo artistico: ai vincitori spettava una borsa di studio per andare a studiare all’Accademia di Francia, oggi Palazzo Mancini, a Roma).
Durante il periodo di studio alla Académie Royale dal 1769 al 1773, David tutti gli anni concorse per il Prix de Rome non arrivando mai al primo posto: questi continui fallimenti lo portarono a provare disprezzo per le istituzioni accademiche. Finalmente nel 1774 vinse il Prix de Rome: partì nel 1775 con il suo maestro Joseph-Marie Vien, rimase in Italia per quattro anni durante il quale divenne cultore della pittura rinascimentale visitando Firenze, Bologna, Parma, e si appassionò in particolare alla tecnica di pittura di Caravaggio. Durante il primo anno di studi si dedicò molto alla pratica del disegno, copiando sculture antiche. Visitò anche le rovine di Pompei ed Ercolano riportate alla luce proprio in quegli anni.
Nel 1780 David tornò a Parigi, e decise di prepararsi per tentare di essere esposto al Salon dell’Accademia (mostra annuale di pittura e scultura) del 1781. Per poter accedere al Salon si dovevano presentare tre opere che venivano giudicate dal conte d’Angiviller: se il giudizio fosse stato positivo avrebbe avuto il permesso dell’accademia per esporre pubblicamente le sue opere. David ottenne uno spazio espositivo al Salon del 1781, e i suoi quadri furono notati dalla critica che ne scrisse in modo positivo, in particolare Diderot che apprezzo il Belisario chiede l’elemosina scrivendo: “tutti i giorni lo vedo e credo sempre di vederlo per la prima volta”. L’artista sposò nel 1782 Marguerite Charlotte Pécoul, da cui ebbe quattro figli. Con la generosa dote ricevuta dalla famiglia della sposa, David poté finanziarsi aprendo il suo studio al Louvre, dove aveva anche un alloggio. Con l’apertura iniziò a ricevere candidature di giovani artisti che desideravano apprendere le tecniche da lui, come Anne-Louis Girodet, Jean-Germain Drouais, François-Xavier Fabre.
David, dopo il matrimonio, poté tornare in Italia nel 1783 accompagnato dalla moglie e da uno dei suoi allievi. A Roma continuò la sua attività di pittura finendo Il giuramento degli Orazi, dipinto pensato per il Salon, e una volta finito decise di esporre gli Orazi in mostra a Roma prima del suo ritorno a Parigi: ottenne un grande successo soprattutto tra pittori e archeologi, ma il quadro non ebbe lo stesso successo in patria, e la decisione di David di cambiare le dimensioni del quadro rendendolo più grande (le dimensioni dei quadri di storia dovevano essere rigorosamente quadrati come richiesto dall’Accademia) gli valse la reputazione di artista ribelle e indipendente oltre ad una cattiva collocazione al Salon del 1785. Questo tuttavia non impedì a David di avere successo soprattutto tra gli artisti suoi coetanei: questa fama lo espose alle gelosie dei membri più anziani dell’Accademia che nel 1786 annullarono il Prix de Rome perché tutti i candidati erano studenti di David.
David iniziò ad interessarsi alla politica: nel settembre del 1789 l’artista, insieme a Jean-Bernard Restout, fu alla testa del movimento degli Accademici dissidenti, che si poneva come obiettivo il cambiamento delle istituzioni accademiche delle Belle Arti: andavano contro i privilegi dell’Académie Royale, come quello di negare agli artisti che non facevano parte dell’accademia l’opportunità di esporre al Salon. Nel 1790 iniziò il progetto per il dipinto Il giuramento della Pallacorda, opera che rappresentava un momento importante per la storia della Rivoluzione: mostrava infatti l’assemblea riunita durante il giuramento del loro presidente Jean Sylvain Bailly, progetto che rimase solo ad una fase iniziale (per mancanza di fondi non venne mai finito). David si mise alla guida della Commune des arts, figlia del movimento politico degli accademici dissidenti che nel 1790 ottennero il controllo del Salon e dell’Académie Royale e istituirono il Salon de la liberté nel quale David face da giudice.
La produzione artistica di David durante la Rivoluzione è scarsa: ci sono giunti solo dei ritratti non finiti e un autoritratto (oggi agli Uffizi). Un nuovo tema era quello dei martiri della Rivoluzione come La morte di Marat: David fu uno degli ultimi deputati a parlare con lui, e la Convenzione Nazionale (il regime politico di quel momento) chiese a David di creare un dipinto in sua memoria e di occuparsi del funerale. Nel 1793, dopo l’assassinio di Marat, David finì la sua opera che fu esposta nella sala del convegno, e sempre nello stesso anno David e la moglie si separano per divergenze politiche: lei sosteneva la monarchia e chiese il divorzio dopo che lui votò per la morte di Luigi XVI, partecipò attivamente al regime del Terrore (la fase più cruenta della Rivoluzione Francese, che si incentrava sulla caccia ai monarchici), occupandosi di molti interrogatori e partecipando ai processi contro i monarchici, e partecipò anche all’esecuzione di Maria Antonietta disegnandola mentre viene condotta al patibolo (Maria Antonietta condotta al patibolo, disegno del 1793).
David passò un periodo di prigionia, arrestato il 2 agosto del 1794 per aver sostenuto le idee politiche di Robespierre (arrestato anche lui a luglio, accusato di aspirare alla dittatura), e prosciolto dalle accuse venne rilasciato grazie all’appoggio dei suoi studenti e della ex-moglie con cui si risposò nel 1796. Nel 1795 tornò ad esporre al Salon dove si presentò con due ritratti di diplomatici, lo stesso anno inizia a dipingere Le Sabine che avrebbe terminato nel 1798, opera che non venne esposta al Salon (David organizzò comunque una mostra a pagamento aperta al pubblico). Con l’annuncio della battaglia di Lodi (10 maggio 1796) David cominciò a provare ammirazione per Napoleone, così decise di scrivergli per proporsi come artista. Napoleone avrebbe provato in più di un’occasione a portare David con lui durante le sue spedizioni, fallendo visto che David rifiutò i suoi inviti. Nel 1800 il re di Spagna, Carlo IV (in buoni rapporti con la Francia), commissionò a David un ritratto di Napoleone per il Palazzo Reale. David creò Il Primo Console supera le Alpi al Gran San Bernardo, opera che ebbe subito un gran successo, in seguito fu proprio Napoleone a richiederne tre copie.
Nel dicembre del 1803 David venne nominato cavaliere della Legion d’onore (cavalierato istituito da Napoleone Bonaparte) e l’anno dopo ottenne la commissione di quattro quadri da parte di Napoleone I (imperatore dal 1804 al 1815): L’incoronazione di Napoleone I, La distribuzione delle aquile, l’Intronizzazione e l’Arrivo all’Hotel de Ville. L’incoronazione di Napoleone fu in mostra durante il Salon del 1808 dove consegui un gran successo, Bonaparte rimase talmente soddisfatto da nominare David come ufficiale della Legion d’onore.
Dopo la caduta di Bonaparte, in Francia venne restaurata la monarchia e David, preoccupato per il suo passato rivoluzionario e bonapartista, decise di mettere al sicuro le sue opere e rifugiarsi in Svizzera, e in seguito si spostò a Bruxelles dove risultò ufficialmente in esilio nel 1816 (finirono in esilio tutti coloro che facevano parte della Convenzione che votò per la morte di Luigi XVI), e non tornò mai più in Francia. All’età di 75 anni dipinse la sua ultima opera a tema mitologico, Marte disarmato da Venere e le Grazie, che fu esposta a Bruxelles nel 1824 e in seguito a Parigi dove ottenne un gran successo. Nel 1824 David fu investito da una carrozza e nel 1825 subì una paralisi alle mani. Morì lo stesso anno, il 29 dicembre, a Bruxelles.
Le opere di Jacques-Louis David sono caratterizzate da una maestosa solennità e rispecchiano a pieno lo stile neoclassico. David non ha sempre dipinto allo stesso modo: nei primi anni di studio si osserva come la sua pittura è ancora influenzata dallo stile barocco e rococò, i dipinti hanno una tavolozza molto vivace e le scene sono sontuose ed esagerate, poco armoniche, queste caratteristiche sono presenti in Minerva che combatte Marte (1771) e in La morte di Seneca (1773).
Dopo il viaggio in Italia, la pittura di David cambia: lo studio all’Accademia di Francia a Roma e il diretto contatto con le antichità influenzarono il suo modo di rappresentare le scene e soprattutto la figura umana. La luce nelle opere di David cambia e con essa anche i colori; la scoperta e lo studio di nuovi artisti come Caravaggio influisce sulle sue rappresentazioni, rendendo l’ambiente e le persone più reali, come nel Belisario chiede l’elemosina (1781).
Le opere di David iniziano ad avere un ragionamento geometrico e prospettico, che va ad influire sul significato della rappresentazione. Nel Giuramento degli Orazi (1784) opta per una composizione orizzontale ripresa dallo studio dei bassorilievi; la scena ha un rigore geometrico che si percepisce con chiarezza: osserviamo un piccolo cortile, possiamo notare sullo sfondo tre archi che spartiscono l’ambiente; a sinistra abbiamo tre uomini (i tre fratelli Orazi) che stanno facendo giuramento al padre (daranno la propria vita per la vittoria di Roma), a destra le figure femminili si disperano per il sacrificio dei tre uomini, la drammaticità della scena è dovuta alle pose: i tre uomini sulla sinistra perfettamente allineati si stringono l’un con l’altro, mentre il padre che sta al centro della scena consegna loro le spade e a destra le figure femminili sono rappresentate morbide con pose ondeggianti che contrastano con i corpi maschili squadrati e spigolosi.
Durante la Rivoluzione francese la sua pittura passa da rappresentazioni mitologiche a scene legate alla realtà: David inizia a dipingere i martiri della Rivoluzione, persone cadute per la patria, uomini da ammirare. La morte di Marat (1793) mostra il giovane assassinato nella sua vasca da bagno. David non presenta l’attimo dell’omicidio, ma le conseguenze dell’atto: il silenzio e il valore drammatico dati dalla semplificazione compositiva, invitano lo spettatore alla riflessione. Tra i martiri dipinti da David c’è anche La morte del giovane Barra (1794), un giovane tamburino, Joséph Barra, morto all’età di 13 anni durante la guerra di Vandea; il quadro purtroppo non fu portato a termine.
David, influenzato dal clima politico della Restaurazione, nel suo periodo di prigionia concepì Le Sabine (eseguito tra il 1794-99); l’opera che riprende la storia romana raffigura il momento in cui le sabine interrompono il combattimento tra i romani e i sabini. David con questo quadro voleva recuperare un equilibrio sociale che era andato perso nel corso della Rivoluzione, voleva una riconciliazione fra le varie parti politiche e sociali della Francia.
Durante il periodo napoleonico David riprende a dipingere la realtà che lo circonda esaltandola, ad esempio con la figura di Napoleone Bonaparte: l’ammirazione di David era tale che nelle sue tele si percepisce questo sentimento. Bonaparte valica il Gran San Bernardo (1800) è un tripudio di maestosità: rappresenta il momento in cui il generale attraversa le Alpi con l’esercito francese, tutta la scena segue il braccio del generale che indica verso l’orizzonte, si muove tutto in quella direzione: il cavallo, l’esercito, il vento che smuove sia il mantello, che la criniera e la coda del cavallo.
Negli ultimi anni David torna a dipingere temi mitologici, rappresentando la nudità in un modo meno elegante, rendendo il nudo più reale e volgare come nella sua versione di Amore e Psiche (1817) che durante l’esposizione scandalizzò il pubblico che la trovò volgare: proprio perché il corpo nudo di Amore era troppo autentico. Marte disarmato da Venere (1824), ultimo capolavoro di David, è caratterizzato da una nudità elegante e raffinata: infatti qui l’artista riprende come modello il nudo antico tipico delle statue studiate in gioventù.
La maggior parte delle opere di Jacques-Louis David le possiamo trovare al Musée du Louvre a Parigi come Le sabine e il giuramento degli Orazi, sempre in Francia alla castello di Versailles si trovano molti dei suoi quadri come due delle repliche di Bonaparte valica il Gran San Bernardo. A Lilla (Francia) al Musée des Beaux-Arts si trova il Belisario chiede l’elemosina.
A Vienna al Museo del Belvedere si trova la terza replica di Bonaparte valica il Gran San Bernardo. Alcune opere (come La morte di Marat) sono al Museo Reale delle belle arti del Belgio (Oldmasters museum) a Bruxelles.
In Italia abbiamo solo due opere: un Autoritratto (1791) alla Galleria degli Uffizi a Firenze e il Ritratto di Zenalde e Charlotte Bonaparte (replica del 1821) al Museo Napoleonico di Roma.
La morte di Socrate si trova al Metropolitan Museum di New York insieme al Ritratto del Generale Etienne-Maurice Gérard (1816). Sempre in USA a Washington alla National Gallery of Art si trovano Napoleone nel suo gabinetto di lavoro (1812) e il Ritratto di Charlotte David (1813).
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