Filippo Brunelleschi (Firenze, 1377 - Firenze 1446) fu uno dei più importanti architetti del Rinascimento, inventore della prospettiva lineare a punto di fuga unico e autore della celebre cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze. Fu scultore di diverse opere e autore di importantissime architetture fiorentine rinascimentali. Il Rinascimento fu il periodo artistico che caratterizzò il XV e il XVI secolo dopo Cristo, contraddistinto da alcuni elementi come la rilettura dell’antichità e la nuova centralità dell’essere umano che rappresentarono le premesse su cui si basò la rivoluzione rinascimentale. Firenze rappresentò e rappresenta ancora ad oggi la cosiddetta “culla del Rinascimento”: fu infatti la città toscana il centro da cui cominciò l’arte rinascimentale.
Dotato di un carattere particolarmente scontroso e sanguigno, Filippo Brunelleschi, oltre che per il suo grande talento e per essere stato il padre del Rinascimento in architettura, è noto anche per esser stato al centro di diversi aneddoti: uno tra i tanti è quello che lo vede protagonista insieme al suo antagonista Lorenzo Ghiberti (Pelago, 1378 – Firenze, 1455). I due artisti furono infatti tra le figure più importanti e influenti di tutto il panorama fiorentino di quegli anni, e la loro rivalità li portò a contendersi numerosi appalti e commissioni.
L’idiosincrasia di Brunelleschi verso il suo avversario era talmente forte che rifiutò persino la collaborazione con Ghiberti per l’incarico della Porta Nord del Battistero di Firenze , perdendo così l’occasione di mettere mano all’opera. Tutti e due infatti furono decretati vincitori ex aequo del famoso concorso del 1401 che doveva stabilire l’artista che avrebbe eseguito l’opera ma grazie al rifiuto di Brunelleschi ad aggiudicarsi la creazione della porta fu proprio Ghiberti. Anni dopo, bandito il concorso per la cupola di Santa Maria del Fiore, i due finalisti furono di nuovo loro due, questa volta però Brunelleschi non rifiutò la collaborazione ma tentò ugualmente di aggiudicarsi la gestione del cantiere in solitario, riuscendo dopo qualche tempo a estromettere Ghiberti dal cantiere. Stando al racconto, Brunelleschi riuscì ad allontanarlo dimostrando la sua incapacità, fingendosi malato lasciò tutta la responsabilità a Ghiberti che dovette sorvegliare e gestire tutto il cantiere, non riuscendoci e commettendo molti errori, Ghiberti fu destituito dalle più importanti mansioni lasciando così largo spazio alla conduzione di Brunelleschi. Più avanti, nel 1436, bandito il concorso per la lanterna della cupola di Santa Maria del Fiore, parteciparono ancora una volta entrambi, ma il vincitore finale fu uno solo: Filippo Brunelleschi.
Il più famoso aneddoto che riguarda Brunelleschi è però forse quello dell’uovo ricordato da Giorgio Vasari nelle sue Vite. Stando a ciò che riporta Vasari, Brunelleschi per assicurarsi la costruzione della cupola della chiesa affrontò tutti gli architetti in gara sfidandoli a far mantenere l’equilibrio di un uovo su un tavolo di marmo. Nessuno degli architetti presenti riuscì nell’impresa tranne Brunelleschi che con estrema furbizia e intelligenza ruppe la parte inferiore del guscio facendo rimanere l’uovo in piedi. Gli altri contendenti criticarono l’accaduto affermando che chiunque sarebbe riuscito a fare lo stesso con il medesimo trucco. Brunelleschi secondo quanto riportato rispose ai suoi compagni così: “Arebbono ancora saputo voltare la cupola, vedendo il modello o il disegno”.
Probabile ritratto di Filippo Brunelleschi eseguito da Masaccio nella cappella Brancacci a Firenze (1423-1428) |
Filippo Brunelleschi nacque a Firenze nel 1377, figlio di Brunellesco di Lippo, famoso notaio fiorentino, e di Giuliana Spini. Fin da bambino ebbe la fortuna di ricevere un’ottima educazione che lo portò ad imparare nozioni utili per il futuro, come lo studio dell’ottica. Negli anni della formazione nacque in lui l’interesse verso la scultura e la pittura, che lo portò a lavorare da apprendista presso la bottega di un orafo amico di famiglia. Qui imparò le principali tecniche legate al mondo dell’oreficeria come la fusione dei metalli e l’utilizzo dei vari strumenti del mestiere. Finito l’apprendistato, nel 1398 si iscrisse all’Arte della Seta, una delle sette Arti Maggiori, ovvero le corporazioni di arti e mestieri di Firenze, dove si immatricolò come orafo nel 1404. Tra il 1400 e il 1401 ebbe l’occasione di lavorare per il suo primo incarico importante, partecipando al completamento dell’altare di San Jacopo a Pistoia. Nello stesso anno i Consoli dell’Arte di Calimala (la corporazione dei mercanti) bandirono un concorso per il rifacimento della seconda porta bronzea del Battistero di Firenze. Il tema a cui gli scultori dovettero attingere per la creazione della formella fu il sacrificio di Isacco. Brunelleschi si aggiudicò il primo posto insieme a Lorenzo Ghiberti, architetto e scultore fiorentino. A causa dell’astio tra i due e dell’incompatibilità lavorativa Brunelleschi avrebbe rifiutato la collaborazione, lasciando la vittoria al solo Ghiberti.
Tra il 1402 e il 1404 l’artista partì per Roma insieme al suo compagno Donatello. I due, grazie al loro viaggio nella capitale, ebbero l’occasione di studiare i resti antichi rilevandoli. Grazie al rilievo di edifici storici, nacque in Brunelleschi l’amore per l’architettura e per i metodi costruttivi antichi. Nel 1404 fece rientro a Firenze, dove venne consultato per vari cantieri nascenti tra cui quello di Santa Maria del Fiore.
Fino al 1440 si occupò di scultura: tra i lavori giovanili produsse la scultura di Maria Maddalena per la chiesa di Santo Spirito (opera che non ci è pervenuta) e nel 1412 fu invece chiamato, insieme al suo amico Donatello, per il completamento delle nicchie di Orsanmichele. L’invenzione più importante attribuita a Filippo Brunelleschi è la prospettiva ad un unico punto di fuga. La scoperta fu rivoluzionaria per gli artisti del secolo, e influenzò il loro modo di fare arte.
Nel 1418, quattordici anni dopo il suo consulto per l’aggiunta di un contrafforte nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, venne bandito un concorso pubblico per la costruzione della cupola della stessa chiesa. Due furono i requisiti principali che dovettero avere le opere: l’aspetto esteriore e l’utilizzo di un’ingegneria innovativa. Come per il concorso per la formella del Battistero i due finalisti furono Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti (leggi qui un dettagliato approfondimento sulla cupola di Santa Maria del Fiore). L’anno successivo, nel 1419, gli fu commissionata dall’Arte della Seta la progettazione dello Spedale degli Innocenti.
Nel 1420 Brunelleschi progettò la Cappella Barbadori, situata all’interno della chiesa di Santa Felicita. Nello stesso anno ricevette la commissione da Giovanni di Bicci de’ Medici di progettare la Sagrestia della chiesa di San Lorenzo. Un secolo più tardi, intorno al 1520, Michelangelo fu incaricato della progettazione della Sagrestia Nuova, dove riprese alcuni elementi della Sagrestia di Brunelleschi (detta, da questo momento, “Sagrestia Vecchia”) come la pianta a forma quadrata o l’utilizzo della pietra serena. Dalla progettazione della Sagrestia Brunelleschi ben presto passò alla progettazione dell’intera chiesa: gli fu infatti commissionato il rifacimento della basilica di San Lorenzo.
Anche se non verificato ufficialmente, il celebre affresco della Trinità di Masaccio del 1424 circa in Santa Maria Novella potrebbe essere frutto della collaborazione con Brunelleschi. Nel 1429 gli fu commissionata la costruzione della Cappella Pazzi, ad oggi una delle più importanti opere rinascimentali. Per la costruzione Brunelleschi si ispirò alla sala capitolare di Santa Maria Novella, reinterpretandone la pianta. Dopo vari viaggi in città quali Mantova, Milano, Ferrara, nel 1434 ritornò a Firenze dove venne arrestato per il mancato pagamento di una tassa. Con lo scorrere degli anni, nel 1436, venne inaugurata la cupola di Santa Maria del Fiore. Fin da subito rappresentò una delle opere ingegneristiche e architettoniche di maggiore importanza e successo. Il completamento totale della cupola avvenne più tardi nel 1461 con l’edificazione della lanterna sommitale, anch’essa su disegno di Brunelleschi. Nel 1446 iniziarono i primi lavori nella chiesa di Santo Spirito, sempre su progetto di Brunelleschi del 1428. La chiesa simboleggia uno dei lavori ultimi del maestro, dal quale cui emerge tutta la sua monumentalità e classicità. Il 15 aprile 1446 Filippo Brunelleschi morì a Firenze: dopo una prima collocazione nel Campanile di Giotto, la sua tomba fu spostata all’interno della cattedrale di Santa Maria del Fiore.
La cupola di Santa Maria del Fiore |
Lo Spedale degli Innocenti. Foto di Francesco Bini |
Filippo Brunelleschi è ricordato per diversi meriti, primo tra tutti l’invenzione della prospettiva lineare, che si rilevò di fondamentale importanza per il corso della storia dell’arte. Molti artisti iniziarono infatti ad applicarla alle loro opere, aumentando il grado di somiglianza al reale. Brunelleschi, per metterla a punto, utilizzò soltanto due strumenti: una tavoletta dipinta raffigurante il Battistero e uno specchio che utilizzò per riflettere l’immagine dipinta. Tenendo con la mano sinistra la tavoletta decorata, forata all’altezza del punto di vista (corrispondente più o meno al portale del battistero), e con la mano destra lo specchio regolato a distanza opportuna, l’artista riuscì a scorgere l’immagine riflessa nello specchio confrontandola con quella reale. Nonostante le tavolette siano andate perse, ad oggi conosciamo il funzionamento grazie all’importante testimonianza di Leon Battista Alberti.
Appassionato di architettura fin da ragazzo, Brunelleschi si avvicinò al mondo della costruzione eseguendo rilievi di vecchi edifici romani. Le sue opere sono considerate le prime del Rinascimento italiano in architettura. In quanto tali palesano i loro debiti nei confronti del mondo della classicità (il termine “Rinascimento” fu coniato nell’Ottocento proprio per evidenziare la riscoperta e la rinascita dell’architettura romana). Ogni suo edificio presenta proporzioni armoniche e raffinate, enfatizzate anche dalla simmetria e dal rigore delle planimetrie.
Il grande capolavoro di Brunelleschi fu, come già anticipato, la cupola di Santa Maria del Fiore. L’opera fu completata e finita nel 1436, ma l’aggiunta della lanterna invece fu completata solo nel 1461, diversi anni dopo la morte dell’architetto. La cupola poggia su un tamburo ottagonale ed è costituita da otto spicchi, chiamati “vele”, in due separate calotte che ospitano all’interno un’intercapedine su cui sono collocate le scale per giungere alla lanterna. L’intercapedine è stata realizzata per non appesantire la cupola con troppo peso e la presenza dei costoloni aiuta invece a trattenere i carichi mantenendola eretta. Oggigiorno la cupola è tra le maggiori per dimensioni in tutta Italia, seconda solo a quella del Pantheon di Roma. La cupola di Firenze ha infatti un diametro di circa quarantadue metri in confronto ai circa quarantatré di quella di Roma. All’interno della cupola, visibile in chiesa, è dipinto un ciclo pittorico (su di una superficie di 3.600 metri quadri) iniziato da Giorgia Vasari e completato nel 1579 da Federico Zuccari.
Nel 1419, Brunelleschi fu chiamato per la progettazione dello Spedale degli Innocenti, opera commissionata dall’Arte della Seta, una delle maggiori corporazione di arti e mestieri di Firenze a cui aderiva commercianti ed artigiani. Lo Spedale degli Innocenti fu il primo istituto d’Europa che accolse neonati abbandonati dai loro genitori, e ancora oggi presenta la medesima destinazione d’uso ospitando bambini in affido. Da un punto di vista architettonico è una delle prime costruzioni rinascimentali al mondo. Di particolare importanza è il portico, sicuramente opera di Brunelleschi, che presenta tutte le caratteristiche della sua architettura. Il portico è costituito infatti da nove volte a vela che poggiano su altrettante colonne di ordine composito e realizzate in pietra serena, ricorrenti nella sua architettura come l’utilizzo di decorazioni ad oculo tra arco e arco. Nella composizione architettonica dell’opera è possibile notare una certa modularità, riconducibile soprattutto nella figura geometrica del quadrato.
Ancora, nel 1419 Giovanni di Bicci de’ Medici commissionò all’architetto fiorentino la costruzione della Sagrestia Vecchia presso la basilica di San Lorenzo: l’architettura avrebbe dovuto ospitare il luogo di sepoltura della famiglia Medici. La cappella riprende, come spesso accade nelle architetture del maestro, la forma di un cubo su cui appoggia una cupola ad ombrello. All’interno le parti strutturali della costruzione come colonne, volte e portali sono decorate e ricoperte da pietra serena. Brunelleschi non si occupò solo della progettazione della Sagrestia, ma continuò la progettazione anche della chiesa, costituita da tre navate, di cui una centrale e due laterali che si affacciano su un giro di cappelle a pianta rettangolare. L’interno è estremamente luminoso ed è sorretto da colonne composite caratterizzate dall’uso del pulvino cubico, elemento tipico dell’architettura bizantina usato come raccordo tra capitello ed arco, la sua funzione è quella di garantire maggiore snellezza alla colonna.
Infine, altro capolavoro di Brunelleschi è la Cappella dei Pazzi. È difficile tuttavia attribuire l’intera costruzione al solo Brunelleschi. La facciata della nuova cappella sporge sul chiostro della chiesa presentando elementi come il portico, secondo alcuni opera di Giuliano da Maiano. Quest’opera è una dei più bei esempi di eleganza e purezza dell’arte rinascimentale. L’interno è analogo a quello della Sagrestia Vecchia e presenta anch’esso parti decorate in pietra serena e una grande volta ad ombrello. L’unica differenza è che la Sagrestia Vecchia ha una pianta a base quadrata, mentre qui è a base rettangolare. Come per la Sagrestia Vecchia, proprio di fronte all’ingresso è posizionata la scarsella, abside di piccole dimensioni dove è collocato l’altare commemorativo.
La Sagrestia Vecchia. Foto di Francesco Bini |
L’interno della chiesa di San Lorenzo. Foto di Stefan Bauer |
La Cappella Pazzi |
Tutte le principali opere di Filippo Brunelleschi si trovano a Firenze, città natale dell’artista, che è certamente il luogo ideale dove poter osservare e vivere le architetture del maestro. Tra le principali tappe turistiche, la cupola della cattedrale è una tra le più popolari, ma non si può dire di aver fatto la conoscenza di Brunelleschi senza ammirare lo Spedale degli Innocenti, la Sagrestia Vecchia, la Cappella Pazzi. Attraverso un sistema di collegamenti posto nell’intercapedine delle calotte è possibile raggiungere la lanterna posta sulla sommità dove si può ammirare il panorama dal punto più alto della città. La formella realizzata da Brunelleschi per il concorso del 1401 è invece conservata al Museo del Bargello, mentre la cappella Gondi in Santa Maria Novella accoglie il famoso Crocifisso, uno dei capolavori della sua attività di scultore.
Fuori da Firenze, è possibile ammirare alcune opere architettoniche in cui Brunelleschi fu coinvolto: il rifacimento della Rocca di Vicopisano (tra il 1435 e il 1440) fu commissionata all’architetto fiorentino, poi ancora le mura del borgo di Malmantile, costruite nel 1424, furono realizzate probabilmente sotto la sua supervisione, e un suo ruolo di consulenza viene citato per il castello di Staggia Senese.
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