Venezia, ritrovata opera mantegnesca nei depositi del Museo Correr


Importante ritrovamento nei depositi del Museo Correr dove è stata rinvenuta un’opera del XV secolo che versava in un pessimo stato di conservazione: dopo il restauro, il museo si domanda se è un’opera di Andrea Mantegna, oppure di qualcuno che ha seguito una sua invenzione.

Importante ritrovamento nei depositi del Museo Correr di Venezia dove è stato rinvenuto un dipinto raffigurante la Madonna col Bambino, san Giovannino e sei sante, ritenuto mantegnesco: da capire se si tratta di un’opera autografa di Andrea Mantegna, oppure se spettano a lui l’ideazione di composizione e disegno mentre è di altri l’esecuzione.

L’opera è stata ritrovata gravemente alterata e dopo un lungo e complesso restauro in corso di ultimazione sarà presto disponibile per le analisi e i giudizi degli studiosi, chiamati a pronunciarsi sul nome dell’autore. Occorrerà attendere il 2024, quando il dipinto sarà oggetto di iniziative espositive, di ricerca e di confronto, programmate tra la Villa Contarini a Piazzola sul Brenta e il Museo Correr di Venezia, la sua futura sede espositiva, oggetto di ampliamento e riallestimento degli spazi al secondo piano.

L'opera ritrovata nei depositi del Museo Correr di Venezia
L’opera ritrovata nei depositi del Museo Correr di Venezia

Il dipinto, come spesso accaduto, non era stato preso in considerazione in passato a causa delle sue pessime condizioni di conservazione. L’opera apparteneva alla collezione nel 1830 lasciata alla città di Venezia da Teodoro Correr: la donazione è all’origine degli stessi odierni Musei Civici. Si tratta di una piccola tavola che necessitava di un importante restauro, dato che il tempo e le successive ridipinture ne impedivano infatti la piena leggibilità e valutazione. Questo finché l’attuale conservatore del museo non è riuscito a cogliere chiari segni di qualità pittoriche e compositive straordinariamente alte: così ne è iniziato lo studio, anche con sofisticate tecnologie, ed è partito in seguito il restauro. Grazie al prezioso sostegno della Fondazione G. E. Ghirardi, che ha “scommesso” sull’opera finanziando il restauro, sta oggi emergendo quello che potrebbe essere un tesoro nascosto. Il dato subito emerso è che l’opera, di raffinatissima qualità esecutiva, con i finissimi chiaroscuri accentati con oro zecchino, come nelle più preziose miniature, mostra forte e chiara l’impronta stilistica di Andrea Mantegna. Soprattutto, la stessa singolare scena sacra tutta “al femminile” è pressoché identica a quella di un dipinto oggi conservato nell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, attribuito al grande pittore e già nelle celebri collezioni mantovane dei Gonzaga, eseguito su loro prestigiosa committenza negli anni finali del Quattrocento.

I conservatori veneziani hanno già avanzato le prime ipotesi sulla base delle indagini radiografiche e riflettografiche: il disegno rilevabile sotto al colore delinea un tracciato coincidente con il dipinto di Boston, specie in alcuni precisissimi punti. Entrambi i dipinti sembrano dunque essere stati realizzati a partire dallo stesso cartone, forato per trasferire a spolvero i punti guida del disegno sulle due tavole. È conseguente ritenere che le due opere siano state realizzate dal medesimo atelier, a breve distanza di tempo se non in contemporanea; l’artista avrebbe dunque creato due dipinti quasi del tutto identici, solo con qualche piccola ma significativa variante di dettaglio e colore.

Altro dato essenziale emerso da analisi e restauro è che si tratta di un’opera incompiuta; ossia, dopo un accuratissimo processo creativo, certo lungo e faticoso, per una incognita ragione il pittore ha abbandonato l’opera ad un passo dal termine. Superfluo specificare che non sappiamo chi sia il committente o, più verosimilmente, “la” committente (forse una illustre dama Gonzaga), per quale motivo possa richiesto due dipinti uguali e per quali destinatari, quale viaggio abbia fatto l’opera prima di giungere in laguna, quali e quanti passaggi per finire nelle mani di Teodoro Correr tra Sette e Ottocento.

Lo stato dell'opera dopo il ritrovamento
Lo stato dell’opera dopo il ritrovamento
Dopo la prima pulitura
Dopo la prima pulitura
Analisi RX
Analisi RX
A pulitura e stuccatura ultimate
A pulitura e stuccatura ultimate
Andrea Mantegna (attr.), Madonna con Bambino, san Giovannino e sei sante (1497-1500 circa; tempera su tavola trasportata su tela, 55,9 x 42,6 cm; Boston, Isabella Stewart Gardner Museum)
Andrea Mantegna (attr.), Madonna con Bambino, san Giovannino e sei sante (1497-1500 circa; tempera su tavola trasportata su tela, 55,9 x 42,6 cm; Boston, Isabella Stewart Gardner Museum)

“È una grande notizia per Venezia e per la storia dell’arte italiana”, dice Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia. “Voglio ringraziare tutto il personale della Fondazione che si è impegnato per questo incredibile ritrovamento, di cui attendiamo con fiducia la conferma. Voglio sottolineare quanto sia prezioso, instancabile e unico il lavoro dei Conservatori di Fondazione Musei Civici che, ogni giorno, si prendono cura dell’immenso patrimonio del Comune di Venezia. Come Amministrazione, abbiamo l’onore di aver ricevuto, e continuiamo a ricevere, da persone generose che amano la nostra Città e animate da straordinaria passione civica e civile, opere che il Comune continua a far conoscere, valorizzare e arricchire”.

“Questa storia incredibile”, afferma Mariacristina Gribaudi, presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, “inizia quando un nostro conservatore del museo nel prevedere un intervento di restauro ha colto dalla poco leggibile superficie della tavola dipinta alcuni indizi che potevano celare un’opera dal grande valore artistico. Una storia il cui lieto fine potrebbe restituire alla città un prezioso dipinto. Sono emozionata e orgogliosa di questa scoperta. Ringrazio la Fondazione Ghirardi che con noi ha accettato la scommessa di restaurare l’opera riportando alla luce uno dei tanti tesori nascosti nei nostri depositi”.

“La Fondazione Ghirardi - Villa Contarini di Piazzola sul Brenta”, dice il presidente Giorgio Orsoni, “è ben lieta di essere stata coinvolta in questa iniziativa, che vede il recupero di un’opera di probabile attribuzione ad Andrea Mantegna, illustre cittadino di Piazzola. Nell’ambito delle attività di promozione culturale, nei vari campi del sapere in particolare dell’arte, della musica e delle scienze mediche, la Fondazione si distingue per l’attenzione che ha sempre dato alla valorizzazione del proprio territorio. Non si deve dimenticare che Piazzola sul Brenta e Villa Contarini sono centri importanti della vita culturale della Repubblica di Venezia, fin da quando la Villa venne valorizzata dal Doge Contarini ed utilizzata, non solo per la promozione di iniziative musicali, ma anche quale centro importante di incontri a livello diplomatico internazionale. La partecipazione all’iniziativa promossa dai Musei Civici Veneziani è, pertanto, pienamente nella linea della sua tradizione che ci auguriamo possa a lungo proseguire anche per la valorizzazione del suo territorio in sintonia con le Istituzioni veneziane”.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte