A distanza di due anni dall’avvio dei lavori, a Roma sono finalmente terminati i complessi restauri che hanno interessato la Basilica di Santa Maria del Popolo, uno dei luoghi più splendidi della Capitale, che rappresenta uno dei vertici dell’arte rinascimentale e barocca romana. Gli interventi, che si sono conclusi nel novembre 2024, hanno riguardato sia la conservazione delle superfici architettoniche che il restauro di numerosi dipinti e sculture che decorano la navata centrale e il transetto della basilica agostiniana. Il progetto è stato realizzato grazie alla sinergia tra la Soprintendenza Speciale di Roma - Ministero della Cultura, il Fondo Edifici di Culto (Fec) del Ministero dell’Interno (proprietario dell’edificio) e due sponsor privati di grande rilevanza, Urban Vision S.p.A. e Mecenati Roman Heritage.
La Basilica di Santa Maria del Popolo, edificata nel Quattrocento sotto il pontificato di Papa Sisto IV su una cappella precedentemente costruita sotto Papa Pasquale II, si è evoluta nel corso dei secoli per mano di alcuni dei più grandi architetti e artisti della storia. Da Bramante a Raffaello, da Caravaggio a Bernini, ogni epoca ha lasciato il suo segno su questo luogo, dando vita a una delle più straordinarie commistioni tra arte e architettura rinascimentale e barocca. Il restauro, dunque, non solo ha restituito lustro all’edificio, ma ha anche permesso di valorizzare questo patrimonio storico, artistico e religioso che da secoli rappresenta uno dei principali punti di riferimento per i romani e per i visitatori provenienti da tutto il mondo.
I lavori, iniziati nel 2022, sono stati condotti sotto la direzione della Soprintendenza Speciale di Roma e curati dai funzionari Carlo Festa, restauratore, Alessandra Lanzoni, storico dell’arte, e Alessandro Mascherucci, architetto. La collaborazione tra pubblico e privato ha permesso di realizzare interventi di grande valore, che non solo hanno avuto l’obiettivo di preservare la struttura, ma anche di restituire una basilica completamente rinnovata alla cittadinanza e ai pellegrini che si apprestano a visitarla durante il prossimo Giubileo.
Il primo blocco di lavori, progettato e diretto da Darc Studio (Cristina Bigari restauratrice), eseguito da Acanto srl con la sponsorizzazione tecnica di Urban Vision spa (costo, 1.445.000 euro) ha riguardato interventi di grande rilevanza, tra cui il restauro dell’arcone trionfale, dei pilastri quattrocenteschi, la verifica del manto di copertura nelle aree adiacenti al tamburo della cupola. Il secondo intervento (direttore dei lavori Alessandro Mascherucci, con la collaborazione di Carlo Festa e Alessandra Lanzoni, ditte esecutrici Consorzio Arkè e Claudio Pinchi, costo 530mila euro, con fondi del Fec) è stato il restauro dell’arcone in oro e stucchi dell’altare maggiore, delle cantorie e dell’organo, ma anche la conservazione di un raro pavimento in cotto bicromo della Cappella Cerasi, che risale all’inizio del XVII secolo. La cappella, progettata da Carlo Maderno e celebre per i capolavori di Caravaggio, tra cui la Crocifissione di san Pietro e la Conversione di san Paolo, ha visto così tornare al suo antico splendore non solo il pavimento, ma anche l’affresco della Visione di San Paolo nella volta. Inoltre, nella navata sinistra, è stato restaurato il monumento funebre di Flaminia Odescalchi Chigi, opera settecentesca dell’architetto Paolo Posi, un esempio di barocco romano in tutta la sua magnificenza.
A fianco della tomba di Odescalchi, la celebre Cappella Chigi, progettata da Raffaello, ha visto il restauro della sua corona bronzea di Bernini, che in passato era erroneamente creduta una lanterna. Questo intervento ha permesso di riportare alla luce uno degli elementi iconografici più significativi della basilica.
Un’altra parte importante dell’intervento è stato il restauro delle superfici della navata centrale, compresi i pilastri quattrocenteschi in travertino e i relativi capitelli rivestiti in stucco. L’intervento ha coinvolto anche le volte e i catini absidali del transetto, con il ripristino dell’originaria policromia degli stemmi di Sisto IV della Rovere. I lavori hanno riguardato anche il restauro dei decorativi in stucco, che adornano le lunette e le volte della navata centrale, opera di artisti vicini al Bernini e raffiguranti sante agostiniane e lo stemma di Alessandro VII, il papa che ha promosso il rinnovamento barocco della basilica.
Infine, restaurati anche gli altari marmorei del transetto destro e sinistro, delle porte laterali gemine, della pala d’altare di Bernardino Mei raffigurante la Sacra Famiglia e della pala di Giovanni Maria Morandi con soggetto la Visitazione: questo terzo blocco, costato 79mila euro, è stato eseguito dalla ditta Artificia Consorzio, mentre la restauratrice Susanna Sarmati si è occupata delle pale, sponsorizzazione tecnica di Mecenati Roman Heritage Onlus. La restaurazione delle due pale d’altare di Bernardino Mei e Giovanni Maria Morandi è stata un altro momento saliente: durante il restauro della pala di Bernardino Mei è stata scoperta la firma dell’artista, una rivelazione che ha arricchito ulteriormente il valore storico e artistico dell’opera. I restauri delle porte laterali gemine che fiancheggiano i due altari hanno restituito l’originario trompe l’oeil, un’opera pittorica che simula tridimensionalità, che si era persa nel corso dei secoli.
Concludendo il lungo processo di restauro, Santa Maria del Popolo è ora pronta a riaccogliere i suoi visitatori, confermandosi come uno dei luoghi più significativi di Roma, simbolo della sintesi tra il Rinascimento e il Barocco. L’intervento, che ha visto il coinvolgimento di numerosi professionisti del settore, ha avuto un grande valore sia per la città che per il patrimonio culturale italiano. Grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e privati, la basilica è ora restituita nella sua bellezza originale, pronta per essere vissuta da nuovi e antichi pellegrini.
“La basilica di Santa Maria del Popolo, oltre a essere un luogo di culto di grande importanza, è custode del genio creativo di maestri come Pinturicchio, Raffaello, Caravaggio e Bernini, i cui capolavori hanno contribuito a definire il volto della nostra civiltà”, afferma il ministro dell’interno Matteo Piantedosi. “La conclusione di questi complessi e importanti lavori restituisce il ruolo cruciale che il Fondo Edifici di Culto svolge nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico del nostro Paese. Il FEC rappresenta una delle più alte testimonianze del nostro impegno per la tutela di ciò che il passato ci ha consegnato e che il presente ha il dovere di preservare. Il mio auspicio è che questa basilica, con la sua storia e la sua ritrovata bellezza, possa essere non solo un luogo di preghiera e contemplazione, ma anche un simbolo della nostra capacità di custodire ciò che abbiamo di più prezioso”.
“Il progetto che ha interessato lo splendido restauro di Santa Maria del Popolo da una parte è frutto della virtuosa collaborazione tra pubblico e privato, dall’altro offre materia di dibattito sul prezioso ruolo delle Soprintendenze”, dichiara il ministro della cultura Alessandro Giuli. “Sono proprio le Soprintendenze il punto di incontro diretto con le amministrazioni locali e la cittadinanza, per esercitare la tutela, conservare e trasmettere alle generazioni future i valori del patrimonio culturale italiano”.